Orazio La Rocca
Wojtyla, i giorni dell'addio Tutta la verità
Piemme, pagg.336, € 20,00
Nel ventennale della morte di Giovanni Paolo II, Orazio La Rocca – storico vaticanista e voce autorevole del giornalismo religioso italiano – propone con "Wojtyla, i giorni dell'addio. Tutta la verità" una ricostruzione meticolosa e ben documentata delle ultime settimane di vita di Karol Wojtyła, integrandola con riflessioni che travalicano la mera cronaca per aprirsi a una valutazione storiografica e culturale della figura del pontefice polacco.
L'opera si distingue per un rigore narrativo sostenuto da un'ampia documentazione giornalistica e archivistica, e per una scrittura capace di coniugare l'intensità emotiva con la precisione analitica. La Rocca, forte di un'esperienza quarantennale come corrispondente vaticano per testate di primo piano quali "la Repubblica", "L'Espresso" e "Famiglia Cristiana", adotta una prospettiva interna, ma non apologetica, sui meccanismi istituzionali, liturgici e spirituali che hanno scandito il passaggio epocale segnato dalla morte di uno dei papi più influenti del XX secolo.
Il volume si apre con un'analisi puntuale del contesto medico e sanitario che ha preceduto il decesso del pontefice: a partire dal primo ricovero d'urgenza presso il Policlinico Gemelli nel febbraio 2005, La Rocca segue l'evolversi della malattia di Giovanni Paolo II – aggravata da complicazioni respiratorie e dall'avanzare del morbo di Parkinson – offrendo una narrazione sobria ma coinvolgente. Viene restituita, con dovizia di particolari, la drammaticità delle ultime apparizioni del papa alla finestra dell'appartamento pontificio, momenti che non solo segnarono l'immaginario collettivo, ma che furono anche pregni di simbolismo teologico: la sofferenza come forma estrema di testimonianza.
Uno degli aspetti di maggior rilievo dell'opera è la capacità dell'autore di illuminare le "zone d'ombra" che ancora oggi accompagnano la memoria di Wojtyła. Pur nel rispetto della dimensione spirituale e carismatica del personaggio, La Rocca non rinuncia a porre interrogativi su talune scelte ecclesiastiche e geopolitiche operate durante il lungo pontificato, senza tuttavia indulgere in speculazioni sensazionalistiche. Il taglio rimane sempre equilibrato, volto alla comprensione critica più che al giudizio ideologico.
Il libro si sviluppa secondo una struttura cronologica lineare, ma ricca di inserti tematici e approfondimenti. Particolarmente pregnante è la parte dedicata ai giorni immediatamente successivi alla morte del pontefice: i funerali, la straordinaria partecipazione popolare, la complessa macchina organizzativa vaticana per il conclave, e l'immediato inizio del processo di beatificazione. In queste pagine emerge la capacità dell'autore di fondere osservazione diretta, sensibilità pastorale e accuratezza documentaria.
Tra gli elementi di maggiore interesse vi sono anche le numerose "rivelazioni inedite" annunciate in sede editoriale. Alcune di esse – riferite ai retroscena del ricovero, ai dubbi interni alla Curia circa l'opportunità di una rinuncia, o ai contatti informali per la successione – meritano particolare attenzione non solo per il valore documentario, ma per il contributo che apportano al dibattito sulla funzione papale nella contemporaneità. Tali contributi confermano la necessità di una riflessione storiografica e teologica sulle dinamiche di potere, rappresentazione e legittimazione nel governo della Chiesa cattolica.
Dal punto di vista metodologico, l'opera si caratterizza per una solida intertestualità: numerosi sono i riferimenti a fonti ecclesiastiche, ai discorsi ufficiali, nonché alle testimonianze dirette di membri della Curia e collaboratori laici. L'autore dimostra una notevole padronanza delle fonti e una capacità di elaborazione che rende il testo fruibile anche per il lettore colto non specialista.
Il testo si presenta, quindi, come un contributo di notevole rilievo nel panorama degli studi contemporanei sul papato e sulla storia recente della Chiesa cattolica. Orazio La Rocca, con uno stile sobrio e coinvolgente, riesce a coniugare la testimonianza diretta del cronista con la profondità dello storico, offrendo uno strumento prezioso non solo per la memoria, ma per la comprensione critica di un passaggio epocale.
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