Benedetto Croce: Primi saggi Stampa

Benedetto Croce

Primi saggi
a cura di Davide Bondi


Bibliopolis, pagg.366, € 35,00

 

croce primisaggi  La recente edizione critica dei "Primi saggi" di Benedetto Croce, pubblicata con apparato filologico aggiornato e rigoroso, segna un momento di particolare rilevanza nella ricezione contemporanea del pensiero crociano. Il volume, restituendo i testi secondo l'ultima redazione approntata dall'autore nel 1951, affiancati da una raffinata indagine genetico-testuale basata su undici testimoni, non si limita a proporre un recupero filologico: esso rappresenta una vera e propria operazione di riattivazione concettuale, volta a restituire l'interezza del progetto teorico giovanile del filosofo abruzzese nella sua coerenza interna e nella sua tensione verso il futuro.

  Scritti tra il 1890 e i primi anni del nuovo secolo, i saggi qui raccolti testimoniano il progressivo distacco di Croce da ogni forma di positivismo storiografico e dalla filosofia delle scienze naturali, e il suo convergere verso una concezione immanentistica dello spirito, destinata a trovare piena sistemazione nella "Estetica" (1902) e nella "Logica" (1909). La loro origine è da ricondursi a una pressante esigenza di rigore metodologico, avvertita nella fase iniziale della sua formazione filosofica. Tuttavia, l'interesse dei "Primi saggi" non si esaurisce nella loro funzione propedeutica alla costruzione dell'edificio teorico successivo: essi presentano, già in nuce, la struttura categoriale e la postura critico-storica che caratterizzeranno tutto il pensiero crociano.

  Nel solco della tradizione idealista europea — in particolare tedesca — Croce si confronta in questi scritti con le più significative questioni teoriche della filosofia della storia, dell'estetica e della critica della cultura. L'originalità dell'operazione risiede nella radicale trasformazione delle istanze speculative ereditate: la distinzione tra la scienza e la storia, l'identificazione dell'arte come intuizione lirico-espressiva, l'idea dell'autonomia dell'atto storico rispetto a ogni normatività esterna — questi sono alcuni dei nuclei concettuali che emergono con forza e che preludono alla formulazione della teoria delle forme dello spirito.

  Il metodo storiografico, a cui Croce assegna una funzione gnoseologica fondante, si emancipa da ogni subordinazione a presunti criteri oggettivi e si rivela come operazione spirituale autonoma, fondata sull'interpretazione critica. In questo senso, i "Primi saggi" segnano un punto di svolta nella filosofia italiana, affrancandola definitivamente dalla subalternità alla scienza positiva e preparandone la rifondazione in chiave storicistica.

  Emblematica della portata dei "Primi saggi" è la testimonianza, qui opportunamente riportata in appendice, di Robin G. Collingwood, che nel 1946 li definiva "la sola suggestione filosofica veramente feconda" dell'epoca. Collingwood non fu l'unico a riconoscere il valore germinativo di queste pagine: esse furono lette con attenzione da intellettuali come Antonio Gramsci, Giovanni Gentile e Norberto Bobbio, e influenzarono profondamente il dibattito italiano sulla funzione dell'intellettuale e sul ruolo della filosofia nella società.

  Il merito principale di questa nuova edizione risiede nella sua impostazione genetico-filologica, che consente di seguire l'evoluzione testuale degli scritti e di cogliere le oscillazioni concettuali che ne hanno accompagnato la stesura. L'apparato critico, basato sulla collazione di undici testimoni, restituisce con estrema precisione il processo di sedimentazione delle idee crociane, offrendo un quadro completo delle varianti, dei riferimenti intertestuali, delle fonti esplicite e implicite.

  La Storia del testo, ampia e dettagliata, rappresenta uno strumento indispensabile per la comprensione della genesi delle opere e del contesto culturale in cui si collocano. Gli indici delle citazioni anonime, dei riferimenti e dei nomi propri, completano un impianto editoriale che si segnala per l'equilibrio tra rigore filologico e leggibilità.

  I "Primi saggi" non sono soltanto una testimonianza dell'esordio intellettuale di Benedetto Croce: sono un laboratorio teorico, un luogo in cui si definiscono le coordinate di una nuova filosofia europea. La forza speculativa che li attraversa — unita a una visione della cultura come pratica critica e storica — conferisce loro una vitalità che ancora oggi sfida le convenzioni e sollecita interrogativi. Questa nuova edizione, accompagnata da un meticoloso lavoro critico, si configura come un imprescindibile strumento di studio, utile non solo allo storico della filosofia, ma anche a chiunque intenda confrontarsi con le fondamenta del pensiero contemporaneo.