Il potere e la gloria Stampa

a cura di Damiano Palano

Il potere e la gloria
Antropologie del realismo politico


Vita e Pensiero, pagg.248, € 22,00

 

palano gloria  Nel panorama odierno delle scienze politiche e della teoria critica, il realismo politico continua a esercitare una presa tenace sull'immaginario analitico e normativo, in particolare per la sua capacità di tematizzare le aporie della condizione umana nei rapporti di potere. Il volume "Il potere e la gloria. Antropologie del realismo politico", curato da Damiano Palano, si colloca in questo solco con un obiettivo ambizioso e di alto profilo teorico: non una semplice rassegna delle dottrine realiste, bensì una dissezione delle fondamenta antropologiche che ne costituiscono l'ossatura profonda.

  L'assunto di partenza è che il realismo politico, lungi dall'essere una corrente monolitica, configuri un insieme eterogeneo di visioni sul potere, accomunate – solo apparentemente – da una concezione "negativa" della natura umana. La raccolta si propone pertanto di cartografare le diverse antropologie sottese ai modelli realisti, mettendo in luce divergenze sostanziali laddove la tradizione critica ha spesso operato per analogie superficiali.

  L'opera si articola in otto saggi, redatti da studiosi di diversa formazione (Luis René Oro Tapia, Haig Patapan, Chiara Continisio, Dimitri D'Andrea, Luca G. Castellin, Francesco Raschi, Lorenzo Zambernardi, Corrado Stefanachi), che offrono letture mirate di figure canoniche del pensiero politico occidentale. La curatela di Palano – autore di un'introduzione densa e prospetticamente orientata – non si limita a tenere insieme i contributi, ma fornisce una cornice interpretativa che invita a superare le consuete dicotomie tra idealismo e realismo, antropologia positiva e negativa, conflitto e ordine.

  L'ambizione del volume è quella di risalire alle matrici antropologiche che informano il realismo politico: l'idea di una natura umana costitutivamente carente, incline al desiderio, all'insicurezza, alla competizione, e dunque inevitabilmente spinta verso la costruzione di ordini coercitivi. Tuttavia, l'opera mostra come questa diagnosi assuma fisionomie differenti nei vari autori, e come le risposte istituzionali e normative da essi proposte siano tutt'altro che omogenee.

  L'insieme dei saggi compone così una mappa dinamica, non classificatoria, delle declinazioni del realismo politico, che rifugge sia l'omogeneizzazione concettuale sia la sterilità della rassegna erudita. Il punto di forza dell'opera risiede proprio in questa tensione critica: nel tentativo di rendere visibili le aporie interne al realismo, senza rinunciare alla potenza euristica di una tradizione che ha saputo leggere con lucidità – e talora con disincanto – i fondamenti precari della convivenza politica.

  Sul piano scientifico, il volume si distingue per solidità argomentativa, rigore filologico e varietà metodologica. Ogni contributo riflette un'elevata competenza nei confronti dell'autore trattato, pur inserendosi in un discorso collettivo che mantiene coerenza e continuità. L'approccio genealogico adottato da Palano e dai suoi collaboratori consente di far emergere non soltanto le matrici storiche del realismo politico, ma anche le sue implicazioni per la teoria contemporanea, suggerendo percorsi di ricerca ulteriori nel dialogo con la filosofia della storia, la teoria delle istituzioni e la teologia politica.

  "Il potere e la gloria" rappresenta, quindi, un contributo rilevante e intellettualmente stimolante nel campo della filosofia politica contemporanea. La sua forza risiede non tanto nella volontà di delimitare una volta per tutte il perimetro del realismo politico, quanto nella capacità di porre domande fondamentali sulla natura dell'uomo, sul fondamento del potere e sulla legittimità dell'autorità. In tal senso, il volume si configura come una tappa importante nel processo di revisione critica delle categorie con cui ancora oggi pensiamo il politico.