Liberiamo Moro dal caso Moro Stampa

Angelo Picariello

Liberiamo Moro dal caso Moro
L'eredità di un grande statista


Edizioni San Paolo, pagg.472, € 28,00

 

picariello moro  "Liberiamo Moro dal caso Moro" di Angelo Picariello rappresenta un tentativo coerente e meditato di sottrarre la figura di Aldo Moro all'immobilismo narrativo che ne ha fatto, negli ultimi decenni, soprattutto un emblema tragico. L'autore, giornalista di lungo corso e attento osservatore della vita istituzionale, interviene in un dibattito ormai stratificato, cercando di restituire alla biografia di Moro una profondità politica, giuridica e umana che troppo spesso l'immaginario collettivo ha compresso nell'evento luttuoso del sequestro e dell'uccisione da parte delle Brigate Rosse.

  Picariello non si limita a denunciare questa riduzione memoriale, ma struttura una vera e propria contro-narrazione, documentata e riflessiva, che si propone di ricollocare Moro nel contesto più ampio della cultura repubblicana del secondo dopoguerra. Fin dalle prime pagine, l'autore manifesta l'intento di rileggere l'opera politica e intellettuale di Moro attraverso una griglia interpretativa fondata su alcuni nuclei tematici ricorrenti: la centralità della persona, l'impianto giusnaturalista del suo pensiero, il ruolo determinante all'interno dell'Assemblea Costituente, la sensibilità pedagogica e dialogica nei confronti delle nuove generazioni, l'intuizione precoce dell'esigenza di una giustizia di tipo riparativo. Il discorso si dipana con notevole ampiezza argomentativa, senza indulgere a ricostruzioni agiografiche, ma al contrario cercando nei testi, nei discorsi parlamentari, nelle testimonianze private e in alcune fonti finora poco valorizzate, gli elementi costitutivi di una figura profondamente moderna, ancorché saldamente radicata in una visione antropologica cristiana.

  Il pregio maggiore del volume risiede nella sua capacità di saldare l'analisi politico-istituzionale con la dimensione umana e spirituale. Non c'è, in queste pagine, solo il ministro degli Esteri o il presidente del Consiglio; c'è anche il professore universitario che continua a frequentare le aule e ad accogliere gli studenti a cena, il marito e il padre, l'intellettuale che nella sera prima del rapimento riflette sulle pagine di Moltmann. Il quadro che ne emerge è quello di un politico profondamente coerente, la cui etica pubblica non si dissocia mai dal vissuto personale. È qui che Picariello coglie il punto di maggiore rottura rispetto a molte leadership contemporanee: in Moro la politica non è esibizione, né pura gestione del potere, ma esercizio paziente e faticoso di mediazione, basato sull'ascolto e sul rispetto dell'altro.

  Di particolare interesse, sotto il profilo giuridico e culturale, sono le pagine dedicate alla riflessione sulla giustizia. Picariello mostra come il pensiero penalistico di Moro – formatosi nella tradizione del diritto naturale – anticipi intuizioni oggi tornate al centro del dibattito giuridico, come quelle legate alla giustizia riparativa e al superamento della logica meramente retributiva. Questa lettura, benché implicita, risulta rafforzata dalle recenti innovazioni legislative in materia di giustizia penale e minorile, e contribuisce a delineare un Moro "anticipatore" di una concezione più umanistica del diritto, capace di tenere insieme responsabilità, riconoscimento e reintegrazione.

  Il contributo complessivo offerto dal volume si colloca su un livello alto di elaborazione culturale e civile. L'ambizione di "liberare Moro dal caso Moro" si traduce in una narrazione che restituisce spessore a una figura troppo spesso ridotta a simbolo muto o a martire della Repubblica. Picariello riesce a ricomporre una figura integra, non solo nella coerenza delle sue scelte politiche, ma anche nella sua visione antropologica: quella di uno Stato al servizio della persona e non viceversa. Il libro si impone come uno strumento utile per riflettere, con rigore e profondità, su una stagione decisiva della Repubblica italiana.

  In un tempo segnato da frammentazione ideologica e crisi della rappresentanza, la lezione di Moro – così come qui ricostruita – appare non come oggetto di mera commemorazione, ma come invito alla responsabilità, alla complessità, alla pazienza della mediazione. Picariello ha il merito di riproporlo come punto vivo di riferimento per un'etica pubblica fondata sul primato della persona, sulla dignità del confronto e sulla serietà del mestiere politico.

La Redazione

24 giugno 2025