Una lotta peggiore di una guerra Stampa E-mail

Stefano Gallerini

Una lotta peggiore di una guerra
Storia dell'esercito della Repubblica sociale italiana


il Mulino, pagg.296, € 28,00

 

gallerini lotta  Stefano Gallerini, con "Una lotta peggiore di una guerra", offre un contributo significativo alla comprensione della fase più drammatica e controversa della storia d'Italia: l'occupazione tedesca, la Repubblica sociale italiana e la guerra civile che travolse la nazione dopo l'8 settembre 1943. Il libro si presenta come una riflessione profonda e articolata sull'esperienza dell'esercito di Salò, un tema che, pur essendo stato oggetto di numerosi studi, conserva ancora molte aree grigie, non completamente esplorate o comprese nel loro complesso. Gallerini, con uno stile preciso e privo di retorica, attraversa le fasi della formazione di questo esercito, i meccanismi di consenso e coercizione che lo sostennero, nonché la sua dissoluzione nelle fasi finali della Seconda guerra mondiale.

  Il lavoro è sorretto da un'approfondita ricerca archivistica, riflettendo la solida formazione dell'autore come storico contemporaneo. Gallerini analizza in modo incisivo il processo di costruzione di una forza militare che si pose come alleata della Germania nazista, ma anche come contenitore di tensioni ideologiche, politiche e sociali che segnarono la fine di un regime e la difficoltà di accettare il suo crollo. La sua riflessione parte da un punto cruciale della storia italiana, il fatidico 8 settembre 1943, giorno in cui l'armistizio con gli Alleati segnò la fine dell'unità politica sotto il fascismo e pose gli italiani di fronte a un bivio: la scelta tra la resistenza antifascista e la collaborazione con il nuovo regime repubblicano. La fine del regime mussoliniano non significò, tuttavia, un immediato ritorno alla normalità, ma aprì piuttosto una fase di profonda instabilità, in cui l'esercito della Repubblica Sociale Italiana (RSI) divenne simbolo della speranza di restaurazione per alcuni e della continua lotta per la sopravvivenza per altri.

  Uno degli aspetti più interessanti e originali dell'opera di Gallerini è l'attenzione riservata non solo alla struttura militare e politica della RSI, ma anche alle dinamiche sociali e psicologiche che animarono i suoi soldati. La lettura che l'autore propone è più sfumata rispetto alla tradizionale visione di un esercito di Salò monoliticamente fautore del fascismo. Al contrario, Gallerini indaga le contraddizioni interne di questo esercito, dove il consenso al fascismo era spesso coesistente con l'ambivalenza verso le sue pratiche violente e oppressive. La figura del soldato della RSI, secondo Gallerini, è quella di un uomo che, pur nutrendo un attaccamento ideologico, si trova immerso in una realtà di guerra e di resistenza che diventa sempre più difficile da digerire. L'analisi del consenso, dunque, non si limita a un'acritica adesione a un'ideologia, ma si arricchisce di una riflessione sul modo in cui la violenza, la paura, e la speranza di salvezza plasmarono le scelte individuali.

  L'autore non si limita a raccontare la storia di un esercito in guerra, ma interroga le ragioni del coinvolgimento di uomini che, seppur legati a un regime in declino, non mancarono di sfidare il disfacimento del sistema fascista e di esporsi alla durezza del conflitto. Il libro si fa così occasione di una riflessione più ampia sulle modalità con cui la società italiana ha vissuto e superato la crisi bellica.

  La ricostruzione storica proposta da Gallerini si inserisce in un contesto storiografico che, pur muovendosi all'interno delle linee tracciate dalle principali scuole di pensiero sul fascismo, è caratterizzata da una visione che supera le semplificazioni ideologiche. L'autore rifugge la tentazione di ridurre il fenomeno della RSI a un mero capitolo di violenza e di complicità con il nazismo, riconoscendo al contrario la complessità della situazione e delle singole scelte. La sua analisi non si limita alla storia politica e militare, ma pone anche l'accento sulle ripercussioni sociali, emotive e morali che la partecipazione all'esercito di Salò ebbe sugli individui e sulle comunità italiane.

  Particolarmente rilevante, infine, è l'uso che Gallerini fa delle fonti. L'autore attinge a una varietà di documenti di archivio, testimonianze, lettere e memorie, utilizzandole per costruire un quadro ricco e stratificato della realtà dell'esercito della RSI. L'indagine è condotta con una rara attenzione al dettaglio e con una volontà di interpretare i fatti in un'ottica plurale, senza rinunciare alla necessaria capacità di distacco critico.

La Redazione

4 settembre 2025