La guerra occulta. 1914-1918 Stampa E-mail

Marco Zagni

La guerra occulta
1914-1918
Complotti, maghi e spie


Mursia, pagg.256, € 18,00

 

zagni guerraocculta  Con "La guerra occulta. 1914-1918. Complotti, maghi e spie", Marco Zagni tenta di scavare sotto la superficie consolidata della narrazione ufficiale della Prima guerra mondiale, interrogandosi sul ruolo che strutture non convenzionali — come servizi segreti, reti esoteriche e apparati di propaganda occulta — avrebbero svolto nella definizione degli equilibri geopolitici del tempo. Con un taglio volutamente eterodosso, ma supportato da una ricerca bibliografica e documentale non priva di rigore, Zagni si propone di mettere in discussione paradigmi storici dati per acquisiti, offrendo al lettore un itinerario interpretativo che sfida le categorie canoniche dell'analisi bellica e politica.

  Il volume si articola attorno a una tesi centrale: la Grande Guerra non sarebbe scoppiata come conseguenza accidentale dell'attentato di Sarajevo, ma si sarebbe configurata come l'esito di una pianificazione strategica occulta, volta a disgregare l'ordine multipolare ottocentesco — incarnato dagli Imperi centrali — in favore di un nuovo assetto unipolare di matrice anglosassone. Questo scenario viene delineato attraverso l'esame di fonti secondarie e terziarie, in parte tratte da pubblicazioni anglo-americane del primo Novecento, in parte da memorialistica diplomatica e militare, che suggeriscono l'esistenza di una "intellighenzia invisibile" — per usare le parole di John Buchan — operante al di fuori delle strutture istituzionali, ma in grado di influenzarne profondamente le scelte.

  Zagni dedica spazio al ruolo emergente dei servizi segreti, che prima del 1914 risultavano scarsamente strutturati e spesso privi di un coordinamento centralizzato. Attraverso un'analisi comparativa tra l'Intelligence britannica (in particolare il neonato MI6), quella tedesca (Abteilung IIIb) e le strutture embrionali russe e francesi, l'autore ricostruisce il graduale processo di professionalizzazione e interconnessione tra le agenzie, sottolineando come esse siano divenute strumenti fondamentali non solo nella raccolta d'informazioni, ma anche nella manipolazione dell'opinione pubblica e nella destabilizzazione politica degli avversari. In tale contesto, l'uso della propaganda assume una valenza non puramente comunicativa, ma psicopolitica, laddove l'autore richiama tecniche di suggestione di massa, la cui matrice talvolta si innesterebbe su elementi parapsicologici o magico-esoterici, impiegati con intento strumentale da ambienti elitari.

  Uno dei meriti principali del libro è l'apertura multidisciplinare con cui l'autore affronta il tema: storia diplomatica, teoria delle élite, storia delle religioni e studi sull'occultismo si intrecciano in un approccio che non si limita alla mera esposizione cronachistica, ma cerca di problematizzare la relazione fra ideologia, potere e simbolismo. In particolare, l'attenzione rivolta all'elemento "iniziatico" nella formazione delle élite politiche e militari — in Germania come in Gran Bretagna, ma anche in Russia — solleva interrogativi legittimi sulle dinamiche di costruzione del consenso e sul ruolo delle società segrete (massoniche e paramassoniche) nella definizione delle priorità strategiche. Pur evitando derive complottistiche esplicite, Zagni si muove sul filo di un'ipotesi storiografica che, sebbene minoritaria, trova riscontri in una parte della letteratura internazionale, in particolare nella saggistica anglosassone più critica verso le narrazioni ufficiali del primo dopoguerra.

  Sebbene alcune ipotesi restino speculative e necessitino di ulteriore corroborazione, l'opera di Zagni ha il merito di riportare l'attenzione sul nesso, spesso trascurato, tra segretezza, potere e rappresentazione nella storia del Novecento. In un'epoca in cui la storiografia tende sempre più a compartimentare il sapere, questo libro propone invece una visione integrata e multidimensionale, che — pur muovendosi ai margini del discorso accademico tradizionale — contribuisce in maniera originale e stimolante alla comprensione di uno dei passaggi più oscuri e determinanti della modernità europea.

La Redazione

17 settembre 2025