Il crepuscolo dell'universale Stampa E-mail

Chantal Delsol

Il crepuscolo dell'universale

Edizioni Cantagalli, pagg.320, € 23,00

 

delsol crepuscolo  Chantal Delsol affronta, nel saggio "Il crepuscolo dell'universale", una delle sfide più cruciali della filosofia politica contemporanea, ossia la crisi dell'universalismo che ha segnato la modernità occidentale. La fine della Seconda guerra mondiale e la caduta del Muro di Berlino erano stati accolti come segnali di una vittoria definitiva dei principi di liberalismo, cosmopolitismo e diritti umani. Tuttavia, Delsol osserva come, oggi, questi ideali si trovino in crisi, messi in discussione non solo dalle potenze non occidentali, come la Cina e la Russia, ma anche da correnti politiche emergenti all'interno dello stesso Occidente, come il populismo e le forme di governo illiberali. Il libro si inserisce quindi in un dibattito di straordinaria rilevanza, interrogandosi sul futuro di un ordine globale che, pur essendo stato concepito come universale, si rivela sempre più incapace di rispondere alla pluralità di visioni culturali, politiche e sociali che caratterizzano il mondo contemporaneo.

  L'autrice, con un'approfondita analisi storica e filosofica, riflette sul conflitto tra ciò che definisce "moderni" e "antimoderni", interpretato come l'eredità della "Guerra degli dèi" teorizzata da Max Weber. Secondo Delsol, tale conflitto non è un episodio transitorio, ma una struttura permanente che attraversa le società moderne, caratterizzando le contraddizioni interne e le tensioni internazionali. Le sue considerazioni non si limitano a una critica al liberalismo contemporaneo, ma si estendono anche alla ricerca di nuovi principi di coesistenza politica, culturale e sociale in un mondo che non riconosce più un'autorità comune in grado di risolvere i conflitti. La domanda centrale del libro – come possiamo vivere insieme? – diventa il punto di partenza per una riflessione sui limiti e le possibilità del pluralismo in una contemporaneità segnata dall'irriducibilità delle soggettività.

  La critica di Delsol alla visione universalista e progressista del mondo si articola in modo rigoroso e articolato. La visione liberale, che aveva trovato il suo apice nel post-bellico come modello di una democrazia globale basata sui diritti individuali e sulla separazione dei poteri, è oggi messa sotto pressione tanto dall'ascesa di tendenze illiberali in Europa e negli Stati Uniti, quanto dalle forme di governo autoritarie in paesi come la Cina, la Russia e alcuni Stati islamici. Delsol nanalizza in profondità le radici di queste opposizioni, mettendo in evidenza le difficoltà che l'Occidente incontra nel legittimare le proprie visioni politiche come universali. La contestazione al liberalismo non emerge solo come una reazione a una visione egemonica, ma come una sfida a un ordine mondiale che ha presupposto l'universalità dei suoi principi senza averne mai verificato realmente la compatibilità con altre tradizioni culturali e politiche.

  In questo contesto, l'autrice esplora il fenomeno dell'autocrazia, in particolare la sua crescente affermazione in contesti come la Cina e la Russia, ma anche la sua influenza su paesi come Singapore, dove l'autorevolezza politica è giustificata come risposta a presunti fallimenti della democrazia liberale. L'analisi si arricchisce di una riflessione più ampia sul modo in cui le potenze non occidentali interpretano il liberalismo e, più in generale, la modernità. La Cina, per esempio, è descritta come una potenza che sfida la visione occidentale di un progresso lineare e unilaterale, proponendo invece un modello di sviluppo che risponde a logiche e valori distinti, difficilmente conciliabili con i principi universalisti della democrazia liberale.

  Parallelamente, il populismo in Occidente viene trattato come un fenomeno che nasce da una frattura all'interno dello stesso liberalismo, una reazione contro l'incapacità dei governi liberali di affrontare le crescenti disuguaglianze economiche, sociali e culturali. Tuttavia, Delsol non si limita a criticare il populismo come una degenerazione della democrazia, ma ne esplora le cause strutturali, in particolare il rifiuto da parte di alcuni segmenti della popolazione di un modello di società che appare sempre più distante dalle loro esperienze quotidiane. L'autrice evidenzia come la resistenza contro il liberalismo, spesso interpretata come una reazione emotiva e irrazionale, sia, in realtà, il sintomo di una disillusione più profonda, che mette in luce le contraddizioni interne alle società liberali stesse.

  Un aspetto distintivo di "Il crepuscolo dell'universale" è la lucidità con cui Delsol affronta la questione del pluralismo culturale e della convivenza in un mondo sempre più frammentato. Non si tratta di un pluralismo da celebrarsi come fine a se stesso, ma di un interrogativo cruciale: come è possibile vivere insieme in un mondo in cui le tradizioni e le visioni del mondo sono incompatibili tra loro? L'autrice suggerisce che il conflitto tra soggettività irriducibili non debba essere visto come un ostacolo insormontabile, ma come un dato con cui è necessario fare i conti. In questo senso, la sua riflessione si distingue per la volontà di superare la logica del conflitto aperto, cercando, invece, una via per una coesistenza pacifica che rispetti le differenze senza ridurle a un mero compromesso.

  Delsol, inoltre, non si accontenta di diagnosticare la crisi dell'universalismo, ma propone una riflessione sulla possibilità di una nuova forma di solidarietà globale, che non si fondi più su un'unica narrazione universale, ma su una pluralità di principi e valori che possano convivere, pur rimanendo irriducibili. Questa proposta di "vivere insieme" non è una fuga nell'indistinto o nel relativismo, ma una sfida ad affrontare la pluralità senza rinunciare alla ricerca di un ordine condiviso, che non imponga il proprio modello ma che si basi sul rispetto e sul riconoscimento reciproco.

  Delsol sollecita, insomma, una comprensione più sfumata dei conflitti globali, mettendo in luce le complessità strutturali che li alimentano. In tal modo, il suo lavoro rappresenta un contributo fondamentale per affrontare in modo critico e consapevole le trasformazioni politiche e culturali del nostro tempo.

La Redazione

30 settembre 2025