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Franco Grattarola
Pier Paolo Pasolini L'uomo e l'intellettuale in 50 interviste
Iacobellieditore, pagg.288, € 18,00
Il volume "Pier Paolo Pasolini. L'uomo e l'intellettuale in 50 interviste", curato da Franco Grattarola, costituisce una tappa fondamentale per la comprensione della figura e dell'opera di uno degli intellettuali più complessi e controversi del Novecento. A distanza di quasi mezzo secolo dalla sua morte violenta, il testo rivela non solo la poliedricità della sua produzione, ma anche la profonda e costante tensione che ha attraversato la sua vita e il suo pensiero. La selezione di cinquanta interviste, che coprono un periodo che va dal 1957 al 1975, permette di osservare il cambiamento di Pasolini, dalle sue posizioni iniziali di poeta e scrittore militante, fino al suo progressivo isolamento come cineasta e intellettuale "corsaro", sempre più critico nei confronti della sua stessa epoca e delle sue istituzioni culturali.
Una delle peculiarità più rilevanti del volume è la scelta di dare priorità alle interviste inedite o mai ristampate, che consente di offrire al lettore una prospettiva rinnovata sulla biografia pasoliniana. Non si tratta di un semplice lavoro di recupero documentario, ma di una vera e propria operazione critica che restituisce alla figura di Pasolini un volto più complesso e sfaccettato. Il rigore metodologico con cui Grattarola ha selezionato e contestualizzato queste testimonianze è evidente in ogni pagina. La cura nella redazione delle note e delle spiegazioni contestuali permette di inquadrare con precisione ogni intervista, approfondendo il contesto storico, politico e culturale in cui si inserisce la riflessione dell'autore.
Nel corso della lettura, è possibile tracciare un arco evolutivo del pensiero pasoliniano, che si intreccia con le vicende storiche e sociali dell'Italia del dopoguerra. Pasolini emerge da queste interviste come una figura di intellettuale irrequieto e impetuoso, che mai smette di interrogarsi sul proprio ruolo nella società e sulla missione dell'arte. La sua indagine critica sulla modernità, sulla società dei consumi e sulla corruzione dei valori, che hanno segnato la transizione dall'Italia rurale a quella industriale, si dispiega attraverso dichiarazioni incisive e talvolta provocatorie. L'intellettuale pasoliniano non è mai semplicemente un testimone della realtà, ma un suo attore critico, che interroga e smaschera le contraddizioni del presente.
Nel volume, Pasolini si rivela come un intellettuale dalla grande capacità di intuire, ben prima di molti altri, i fenomeni che sarebbero diventati centrali nella cultura e nella politica italiana degli anni successivi. La sua disamina della "mutazione antropologica" in atto, esemplificata nel suo celebre concetto di "comunità industriale", appare particolarmente lucida e, a tratti, quasi profetica. Pasolini coglie l'inquietante omologazione che il consumismo impone alle masse, l'omissione delle istanze popolari nella cultura di massa e la crescente alienazione dell'individuo moderno. Se oggi molte delle sue intuizioni sono parte integrante della critica culturale, è grazie alla potenza con cui egli, negli anni '60 e '70, ha sfidato la retorica progressista e borghese.
In queste interviste, emerge un Pasolini che, pur mantenendo una costante critica al potere e alle sue espressioni più evidenti, non si limita a denunciare, ma propone una riflessione profonda su cosa significa essere intellettuali in un mondo che sembra sempre più incapace di comprendere e valorizzare l'arte come forma di resistenza. La sua analisi della politica e della cultura, nella sua peculiarità, non lascia spazio a facili semplificazioni. Il Pasolini di queste interviste non è il monolite che talvolta viene evocato, ma una figura ambivalente, in bilico tra l'ideale di un'arte che debba servire la politica e l'amara consapevolezza dell'inadeguatezza della cultura intellettuale di fronte alla realtà dei fatti.
In particolare, la dimensione cinematografica di Pasolini, analizzata in molte delle interviste più tarde, offre uno spunto per una riflessione sull'evoluzione del suo rapporto con il cinema e con la sua stessa poetica. Se il Pasolini degli anni '50 e '60 si presenta come un cineasta che tenta di innovare la narrazione attraverso il linguaggio cinematografico, negli anni successivi il suo sguardo diventa sempre più disincantato, rivelando una crescente insofferenza verso le mode e le convenzioni del cinema contemporaneo.
Accanto alla sua figura di intellettuale militante, emerge il Pasolini più privato, quello che si interroga su se stesso, sui propri conflitti interiori, sulle proprie difficoltà ad adattarsi a un mondo che sembra non comprendere la sua visione radicale. Le interviste, infatti, rivelano anche un lato più fragile della sua personalità, come quella delle sue inquietudini esistenziali e la continua tensione tra la sua identità di poeta e quella di cineasta. Se da un lato Pasolini è un uomo che esprime una visione critica e radicale della realtà, dall'altro la sua sofferenza emerge nelle sue dichiarazioni più intime, nelle quali si riflette la sua angoscia di essere un outsider, di rimanere prigioniero della sua stessa capacità di vedere oltre la superficie delle cose.
Il rigore con cui le interviste sono scelte, organizzate e contestualizzate restituisce al lettore non solo il Pasolini pubblico e intellettualmente impegnato, ma anche quello più complesso e problematico, sempre pronto a sfidare le certezze della sua epoca. Le sue parole, in un certo senso, assumono oggi un valore più che mai attuale, non solo per la loro capacità di analizzare l'Italia del passato, ma per la loro straordinaria attualità nel mettere in luce le contraddizioni strutturali che continuano a caratterizzare la nostra società.
L'opera di Grattarola non solo restituisce un'immagine articolata e complessa dello scrittore friulano, ma fornisce anche un'importante riflessione sulla funzione dell'intellettuale nella società contemporanea. Attraverso questo libro, Pasolini continua a parlarci, a sfidarci e a stimolarci, come ha sempre fatto, con la forza implacabile delle sue parole.
La Redazione
2 ottobre 2025 |