Enrico VIII. Il cuore e la corona Stampa E-mail

Alison Weir

Enrico VIII
Il cuore e la corona


Neri Pozza, pagg.640, € 22,00

 

weir enricoviii  Alison Weir, con il volume "Enrico VIII. Il cuore e la corona", offre un contributo significativo alla letteratura biografica su uno dei sovrani più controversi della storia inglese. L'autrice, nota per la sua capacità di coniugare una rigorosa indagine storica con una narrazione coinvolgente, affronta in questo volume la complessa figura di Enrico VIII, analizzando con acutezza le dinamiche psicologiche e politiche che segnarono il suo regno. Attraverso un attento lavoro di ricostruzione storica, Weir riesce a dipingere il ritratto di un uomo e di un monarca, la cui personalità e le cui decisioni hanno avuto un impatto profondo sulla storia non solo dell'Inghilterra, ma anche dell'intero panorama europeo.

  La narrazione prende le mosse da un episodio cruciale nella vita del sovrano, quello che segna la fine della sua infanzia: la morte della madre, Elisabetta di York, e la conseguente frattura emotiva che ne derivò. La scelta di Weir di cominciare il racconto con questo dramma personale consente al lettore di immedesimarsi nel giovane Enrico, non ancora il sovrano temuto che la storia ha tramandato, ma un bambino vulnerabile, segnato dalla perdita e dalla solitudine. Questa apertura suggerisce la tensione tra l'aspetto umano e quello istituzionale del re, un dualismo che sarà uno dei temi cardine dell'opera.

  Ciò che distingue la biografia di Weir dalle numerose altre sull'argomento è la capacità di intrecciare le sfumature psicologiche del sovrano con una visione dettagliata del contesto storico-politico del suo regno. L'analisi del conflitto tra l'ambizione dinastica e la ricerca di una discendenza maschile non è presentata come un semplice capriccio o come un desiderio di potere fine a se stesso, ma come il frutto di un equilibrio instabile tra la sua identità di uomo e quella di sovrano. L'ossessione di Enrico per un erede maschio, per la perpetuazione della dinastia Tudor, emerge come una risposta a una crisi d'identità politica e personale che lo accompagnerà per tutta la sua vita. L'impossibilità di conciliare desideri personali e doveri regali non si limita alla sfera privata, ma si estende alle scelte di natura religiosa e politica, che determineranno l'orientamento dell'Inghilterra nel secolo successivo.

  Weir esamina anche l'evoluzione dell'idea di monarchia in un contesto che sta cambiando radicalmente. La sua analisi del rapporto di Enrico con il Papato, che culminerà con la separazione della Chiesa d'Inghilterra dalla Chiesa di Roma, è trattata con una chiarezza che rende comprensibile la complessità di tale trasformazione. Non si tratta solo di un atto di rottura religiosa, ma di una vera e propria dichiarazione di autonomia politica, che riflette la crescente centralità del monarca nell'assetto del potere statale. Le azioni di Enrico, in questo senso, sono sempre esaminate con l'intento di restituire la logica che le motivava, pur non esentandolo da una valutazione critica, che ne sottolinea la durezza e la spietatezza.

  Il tema delle mogli di Enrico VIII, in particolare, è trattato con una profondità rara, che evita il sensazionalismo, ma non ne nasconde la tragicità. La vicenda matrimoniale del re – dai matrimoni con Caterina d'Aragona e Anna Bolena, fino alla relazione con Jane Seymour – viene letta come una manifestazione di un conflitto più ampio: quello tra i desideri personali e le necessità dinastiche. L'analisi che Weir offre di ciascuna delle consorti di Enrico è lucida e mai unilaterale: il lettore è condotto a comprendere le ragioni politiche e personali che spingevano il re a queste scelte, ma anche le sofferenze, le ambizioni e le strategie delle donne coinvolte, che non sono semplici vittime della volontà del sovrano, ma protagoniste di una tragedia che non può essere ridotta alla mera condizione di "mogli" di Enrico.

  La forza del volume risiede nel fatto che Weir, pur ricorrendo a una narrativa che attinge a fonti storiche consolidate, non evita le difficoltà e le contraddizioni che la figura del monarca presenta. Non si accontenta di una biografia celebrativa, ma cerca di capire il motore delle sue scelte, anche quando queste appaiono incomprensibili o eccessive. La sua scrittura è scrupolosa nel descrivere le conseguenze delle azioni di Enrico, senza ridurle a mere aneddoti, ma inscrivendole nel contesto sociale, politico e religioso dell'epoca. Weir sembra suggerire che le sue scelte, per quanto apparentemente dettate da impulsi irrazionali o personali, siano invece espressione di un pensiero profondamente radicato nel suo ruolo di monarca, e che il suo tormento interiore non si traduca mai in una debolezza, ma in un'ansia costante di confermare la propria autorità.

  Il volume non dimentica di esaminare l'aspetto fisico di Enrico, la cui figura, prima simbolo di virilità e potenza, si trasforma, negli anni, in una sorta di prigione per il suo corpo decadente. La malattia e l'obesità che ne segneranno gli ultimi anni sono descritte con l'intento di sottolineare non solo la fine fisica del re, ma anche la sua caduta simbolica, che diventa il contraltare della grandezza che aveva conosciuto in gioventù. La riflessione che scaturisce da questo contrasto è quella della decadenza del potere, della vanità delle illusioni di invincibilità che la giovinezza e la potenza fisica possono darci, ma anche del legame fra l'individuo e il proprio corpo, che in Enrico appare inscindibile dal suo ruolo di re.

  "Enrico VIII. Il cuore e la corona" si impone, in definitiva, come una biografia di notevole spessore, che affonda le radici nella documentazione storica più accurata, ma che al contempo esprime una profonda empatia verso i protagonisti di una storia che ha plasmato non solo l'Inghilterra, ma l'intero mondo occidentale. Alison Weir riesce a delineare una figura umana e storica complessa, senza cedere né all'agiografia né alla demonizzazione. La sua è una lettura critica, ma anche sfumata, capace di restituire la grandezza e la miseria di un sovrano che ha lasciato una traccia indelebile nella storia, pur nella sua umanità travagliata.

La Redazione

2 ottobre 2025