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Mattia Vitelli Casella
La Liburnia settentrionale nell'antichità: geografia, istituzioni e società
Pàtron Editore, pagg.458, € 50,00
Mattia Vitelli Casella, nel volume "La Liburnia settentrionale nell'antichità: geografia, istituzioni e società", propone un'indagine articolata su un'area dell'Adriatico settentrionale che, per la sua collocazione tra bacino danubiano e Italia nord-orientale, funge storicamente da nodo di interazione culturale e politica. La ricerca si caratterizza per l'integrazione sistematica di fonti letterarie classiche, epigrafiche e archeologiche, finalizzata a restituire una rappresentazione complessiva della regione dalla fase preromana fino all'integrazione nel quadro istituzionale romano.
Il volume si distingue innanzitutto per la trattazione critica delle fonti greco-latine. Vitelli Casella analizza le descrizioni della Liburnia fornite da autori quali Strabone e Plinio il Vecchio, confrontandole con i dati materiali disponibili. Tale confronto mette in evidenza le discrepanze tra percezioni letterarie e configurazioni reali, rivelando come la narrativa antica incorpori categorie etnografiche e stereotipi interpretativi. La sezione dedicata alla geografia storica distingue con precisione tra elementi fisici, insediativi e infrastrutturali, producendo un quadro coerente che serve da base all'analisi successiva delle istituzioni e della vita sociale.
Particolare rilievo assume l'analisi delle strutture istituzionali. Il testo ricostruisce le trasformazioni dalla struttura tribale preromana a forme municipali nel contesto romano, documentando al contempo la persistenza di pratiche locali. L'autore utilizza l'epigrafia come strumento analitico privilegiato per delineare le reti di potere, le carriere locali e le pratiche religiose, mostrando come la romanizzazione si manifesti non come imposizione uniforme, bensì come processo di negoziazione e mediazione culturale. Questa prospettiva consente di cogliere la complessità delle interazioni tra autorità imperiali ed élite locali e di interpretare le forme ibride di governance che emergono nella regione.
L'approccio all'economia e alla società riflette lo stesso rigore analitico. Vitelli Casella considera la distribuzione degli insediamenti, le reti commerciali e le attività produttive, mettendo in relazione le aree costiere con l'entroterra. Il mare Adriatico è interpretato come asse principale di mobilità e scambio, ma il volume non trascura i collegamenti terrestri, che integrano le dinamiche interne e favoriscono l'interazione tra comunità diverse. La trattazione dei culti religiosi locali e della loro sovrapposizione con divinità romane fornisce ulteriori elementi per comprendere i processi di continuità e adattamento culturale.
Sul piano metodologico, l'opera mostra un uso coerente di un approccio interdisciplinare. L'autore combina analisi filologica, lettura epigrafica e dati archeologici, integrandoli in una prospettiva comparativa che consente di collocare la Liburnia settentrionale all'interno di un più ampio contesto di frontiere imperiali. La trattazione evita generalizzazioni, privilegia la specificità dei casi e considera attentamente le differenze spaziali e temporali tra comunità costiere e retroterra, garantendo un'interpretazione articolata e fondata su evidenze verificabili.
La combinazione di approfondimento metodologico, attenzione critica alle fonti e capacità di integrazione dei dati produce un quadro analitico robusto, offrendo strumenti concettuali solidi per l'interpretazione dei processi di romanizzazione e delle dinamiche di frontiera, configurandosi come un riferimento utile per indagare le interazioni culturali, istituzionali e sociali nelle regioni marginali dell'area adriatica.
La Redazione
20 ottobre 2025 |