Relazioni pericolose. Italia fascista e Russia comunista Stampa E-mail

Maria Teresa Giusti

Relazioni pericolose
Italia fascista e Russia comunista


il Mulino, pagg.360, € 32,00

 

giusti relazioni  Il rapporto tra l'Italia fascista e l'Unione Sovietica durante gli anni '20 e '30 fu caratterizzato da un misto di ostilità ideologica e di opportunismo di politica estera.

  Nonostante la retorica anticomunista del regime italiano, le relazioni tra l'Italia e l'URSS non furono completamente ostili. Nel 1933, infatti, i governi dei due Paesi stabilirono relazioni diplomatiche, e nei successivi anni furono stipulati diversi accordi commerciali. Inoltre, nonostante l'adesione dell'Italia all'Asse, il Regime fascista mantenne una politica di equidistanza tra la Germania e l'URSS, cercando di evitare l'apertura di un secondo fronte in caso di conflitto con l'Unione Sovietica.

  Le relazioni tra l'Italia fascista e l'URSS, insomma, furono caratterizzate da un confronto ideologico e politico, ma anche da momenti di opportunità e di reciprocità commerciale.

  Il rapporto tra l'Unione Sovietica e l'Italia fascista tra il periodo del 1924 e il 1941, che segna l'inizio della campagna di Russia, è stato poco studiato e poco conosciuto. Attraverso l'utilizzo di archivi italiani e russi, Maria Teresa Giusti (docente di Storia sociale e Storia contemporanea presso l'Università «Gabriele d'Annunzio» di Chieti-Pescara) ha ricostruito questa storia, dimostrando come questi rapporti furono influenzati dalle direttrici economiche e geopolitiche dei governi liberali dell'epoca e dall'ascesa del Fascismo al potere.

  In realtà, Mussolini dimostrò fin da subito interesse per la Russia, poiché l'obiettivo era quello di stipulare accordi commerciali che potessero garantire l'importazione di materie prime e l'esportazione dei prodotti dell'industria italiana. A quel tempo, l'inserimento della Russia sovietica nella comunità internazionale avrebbe anche contribuito a garantire un equilibrio di influenza a favore dell'Italia, a scapito dell'influenza francese e britannica nei Balcani e nel Mediterraneo.

  Tuttavia, queste "relazioni pericolose" tra due totalitarismi antitetici, ma accomunati dal comune odio per i governi democratici, furono supportate anche da personaggi iconici come Italo Balbo, che ottenne grandi onori a Odessa dopo la storica trasvolata sul Mediterraneo orientale, e Umberto Nobile, che contribuì all'espansione della dirigibilistica sovietica.

  La vicenda del rapporto tra l'Unione Sovietica e l'Italia fascista tra il 1924 e il 1941 dimostra, insomma, come le relazioni diplomatiche internazionali siano spesso influenzate da un intricato gioco di interessi economici, politici e strategici che possono portare a risultati imprevisti e a volte contraddittori.

  Diviso in sette capitoli, il saggio della prof.ssa Giusti copre un arco temporale che va dagli anni Venti fino all'inizio degli anni Quaranta, raccontando gli sviluppi politici, economici e tecnologici tra le due nazioni. Il testo offre una panoramica della complessa dinamica che caratterizzò questi rapporti, partendo dalle difficoltà di un'intesa italo-russa durante il periodo liberale, passando per il riconoscimento del governo sovietico da parte del Regime fascista, fino ad arrivare alla firma del Trattato di amicizia, non aggressione e neutralità del 1933. Il volume analizza anche le relazioni commerciali e le forniture aeronautiche, tracciando un quadro completo delle interazioni economiche tra i due Paesi, e illustra il ruolo di personaggi come Italo Balbo e Umberto Nobile nel rafforzamento di queste relazioni. Infine, attraverso l'analisi della fine di questo idillio, il testo offre un'importante prospettiva sulla storia dei rapporti internazionali nel periodo tra le due guerre mondiali.