Sotto un cielo vuoto Stampa E-mail

Luca G. Castellin

Sotto un cielo vuoto
Il realismo politico nella storia del pensiero internazionale


Le Monnier Università, pagg.XII-220, € 19,00

 

castellin sotto  Il realismo politico è una corrente di pensiero che si concentra sull'analisi dei fenomeni politici senza alcuna pretesa ideologica o etica. È un approccio che mira a comprendere le dinamiche della politica internazionale senza avvicinarsi al problema con principi morali o dogmatici.

  Tale corrente di pensiero è sorta negli anni '40 negli Stati Uniti e ha preso piede nella disciplina delle relazioni internazionali. Gli studiosi del realismo politico, come Hans Morgenthau e Henry Kissinger, hanno spiegato le loro teorie osservando la politica internazionale della Guerra Fredda, concentrandosi sui comportamenti dei diversi Stati e delle grandi potenze come elementi fondamentali.

  I realisti politici sostengono che la politica internazionale è caratterizzata dall'anarchia, ovvero dall'assenza di una potestà sovrana che possa gestire e organizzare gli interessi degli Stati, causando frizioni, conflitti e tensioni nel sistema. In questo contesto l'obbiettivo degli Stati è quello di preservare il proprio potere e sicurezza nazionale, attraverso l'equilibrio degli interessi e la ricerca del potere.

  Oltre ai realisti politici classici, esistono altre correnti di pensiero che fanno riferimento al realismo e che si dedicano a sviluppare temi e teorie simili, come il neorealismo, il costruttivismo o il realismo strutturale.

  Il neorealismo, per esempio, si concentra maggiormente sull'analisi della struttura del sistema internazionale, evidenziando l'importanza della distribuzione del potere per la stabilità internazionale. Il costruttivismo, invece, mette in risalto il ruolo che le norme, i valori e le identità giocano nella politica internazionale, evidenziando come la cultura influenzi le relazioni tra gli Stati.

  Il realismo politico continua ad attirare l'attenzione degli studiosi di tutto il mondo, grazie alla sua capacità di fornire una visione chiara e obiettiva della politica internazionale. Senza dubbio, le tesi e le riflessioni alla base dell'approccio realista possono aiutare a comprendere le dinamiche del potere e dell'equilibrio in un mondo sempre più complesso e incerto.

  Spesso il «realismo politico» viene mal interpretato come una concezione cinica e immorale della politica interna e internazionale. Ciò nonostante, i pensatori realisti guardano in modo diffidente ad ogni forma di utopia e rifiutano visioni ottimistiche della natura umana, della storia e della politica. Con un'attenzione particolare al ruolo del potere, del conflitto e dell'interesse, sia a livello individuale che collettivo, essi non solo offrono un criterio interpretativo della realtà politica, ma esprimono anche una teoria critica delle patologie del potere. Approfondendo i contributi di Tucidide, Sant'Agostino, Machiavelli, Hobbes, Carr, Morgenthau e Niebuhr, questo testo di Luca G. Castellin (Professore associato di Storia delle dottrine politiche presso la Facoltà di Scienze politiche e sociali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore) offre un contributo significativo per comprendere in modo più completo l'infinita varietà delle sfumature della tradizione realista nella storia del pensiero politico internazionale.

  Il volume è diviso in otto capitoli dedicati ai pensatori citati poc'anzi e presenta un excursus che comprende l'antichità e arriva fino alle riflessioni più moderne delle relazioni internazionali. Una parte introduttiva, che si occupa di definire il concetto di realismo politico, completa il quadro dei saggi dedicati ai grandi autori del pensiero politico, offrendo così al lettore una visione d'insieme dell'argomento. L'opera si conclude con un utile indice dei nomi che permette una ricognizione immediata delle figure di riferimento. Grazie alla sua impostazione rigorosa e documentata, questo saggio si rivela uno strumento utile per chi voglia approfondire il mondo complesso ed elaborato del realismo politico.