11 settembre. Il giorno che cambiò la storia Stampa E-mail

Alfredo Facchini

11 settembre. Il giorno che cambiò la storia

Nuovi Mondi Media, pagg.174, Euro 12,00

 

facchini.jpg  IL LIBRO – Alle 08.47 dell'11 settembre 2001 gli Stati Uniti stavano vivendo una giornata come le altre. Nessuno poteva prevedere che, un minuto dopo, la storia avrebbe irrimediabilmente cambiato il suo corso. Chi ha scatenato quell'inferno? E perché? A ridosso de l'11 settembre, i nomi e i volti dei colpevoli vennero dati in pasto alla stampa e all'opinione pubblica in fretta, troppo in fretta. Come prova, vennero addotti i documenti di identità –- completamente integri - dei presunti dirottatori, dopo un disastro dal quale non si salvarono nemmeno le scatole nere degli aerei. Un aereo si schiantò sul Pentagono ma le autorità americane, che hanno voluto mostrare infinite volte l'impatto e il crollo delle Due Torri, non hanno mai presentato al pubblico una sola immagine dell'aereo che si avvicinava al quartier generale della Difesa americana. Che sia solo un'incredibile coincidenza il fatto che i militari americani stessero predisponendo piani di guerra contro l'Afghanistan già da mesi prima degli attentati dell'11 settembre? E che sia solo una sorprendente casualità il fatto che le Torri siano crollate verticalmente, come solo gli edifici demoliti in maniera controllata e con accurata pianificazione riescono a fare? Che sia quasi un miracolo il fatto che, dietro a tanta macabra precisione, ci sia un uomo in dialisi che impartisce ordini da una caverna afgana? Tante, troppe cose non sono tornate sin dall'inizio. Ed è per questo che, negli anni, scienziati, giornalisti e attivisti hanno vagliato ogni lacuna, ogni incongruenza. Giungendo a nuove e sorprendenti rivelazioni che qui vengono riproposte e riassunte per fornire una cronaca generale e completa di una menzogna annunciata.

 

  DAL TESTO – “Se è vero che non c’è mai stata guerra senza propaganda, l’11 settembre abbiamo anche visto mettersi in moto un gigantesco trust informativo che si è subito incaricato di cancellare qualsiasi dubbio su chi potesse essere il mandante dell’offensiva terroristica. Il leitmotiv: è stato Osama Bin Laden, solo il miliardario saudita può aver fatto tutto questo dal suo nascondiglio afghano. Solo lui dispone di un’organizzazione così oliata e spietata e lo ha già dimostrato con le stragi in Africa nel 1998. 4 Punto e basta. Una stampa che avesse fatto semplicemente il proprio mestiere, avrebbe dovuto sollevare anzitutto una serie di interrogativi elementari. Per esempio: i terroristi hanno colpito da soli o qualcuno – un regime, un servizio segreto straniero – li ha aiutati? Oppure, hanno agito magari per conto terzi? Hanno goduto di complicità interne? Nondimeno, altri quesiti avrebbero dovuto accompagnare la cronaca di quelle ore. A partire dal collasso della Difesa Aerea. Perché nelle due ore in cui i quattro jet dirottati rimasero in volo nemmeno un caccia riuscì ad intercettarli? Perché l'aereo precipitato in Pennsylvania presenta rottami sparsi su un territorio molto vasto? E' forse esploso in volo? E chi o che cosa lo avrebbe fatto esplodere? E ancora, come hanno fatto CIA e FBI a presentare la lista dei 19 kamikaze in meno di 72 ore dai fatti, visto che nessun nome sospetto risultava dalla lista dei passeggeri? Per non parlare delle relazioni pericolose fra le famiglie Bush e Bin Laden, da anni assieme in affari, o della non meno ingombrante joint-venture fra lo sceicco del terrore e la Cia, intrecciata ai tempi dell’invasione sovietica in Afghanistan. Domande forse troppo scomode da far digerire ad una opinione pubblica impaurita ed in preda a pulsioni di vendetta. Ma quello che forse in negativo ha destato maggiore stupore dell’atteggiamento dell’informazione all’indomani delle stragi è stato il trattamento riservato al Presidente degli Stati Uniti. Prima dell’11 settembre l’inquilino della Casa Bianca veniva in genere descritto come un politico scialbo, un figlio di papà, la pecora nera della famiglia, eletto, per giunta, in modo politicamente dubbio. Nei commenti del giorno dopo gli attentati, la pecora si trasforma d’incanto nel “leone di Manhattan”, 5 il figlio di papà nel “condottiero di 280 milioni di americani.

 

  L’AUTORE – Alfredo Facchini (Roma, 1960), giornalista. Amministratore Delegato di "Radio Città Futura", emittente storica della radiofonia italiana, è curatore del sito "torabora.it" interamente dedicato alle verità nascoste sull'11 settembre.

 

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione – Capitolo 1. Cronaca di una tragedia annunciata – Unità Able Ranger: soppressa – Capitolo 2. Legami pericolosi – Capitolo 3. Speculazioni criminali – Capitolo 4. Il crack della difesa aerea – Capitolo 5. War games – Capitolo 6. Il volo AA11 – Capitolo 7. Il volo UA175 – Disorganizzazione o caos organizzato? – Capitolo 8. Il Pentagono: vero come la finzione – Capitolo 9. Il volo UA93 – Capitolo 10. Il crollo delle Torri – Appendice. Documenti fotografici