Lassù i primi. La montagna che vince Stampa E-mail

Augusto Grandi

Lassù i primi. La montagna che vince

Daniela Piazza Editore, pagg.184, Euro 14,00

 

augustograndi.jpg  IL LIBRO - "Lassù gli ultimi" era il titolo di uno splendido libro di alcuni decenni or sono. Quando la montagna era "il mondo dei vinti". E nell’immaginario collettivo le Terre Alte sono rimaste un mondo a parte, destinato alla scomparsa per consunzione. Un mondo superato, sopravvissuto a se stesso.

  Non è così. La montagna vive e conserva valori e potenzialità che il piano neppure si immagina. Valori scomparsi altrove, potenzialità ancora inespresse. Ma per la montagna si aprono prospettive di rilancio, di vita, di un futuro molto più interessante di quello che la pianura avrebbe voluto imporre alle Terre Alte. Economia, cultura, politica: la montagna ha molto da dire e non intende più tacere. Non è più disposta ad accettare i soprusi di un mondo privo di valori e interessato solo a sfruttare persone e ambiente. Si può ricominciare dalla montagna e da chi la abita. Lassù i primi: quelli che non si rassegnano a un ruolo da perdenti.

 

  DAL TESTO - "La protesta contro il Tav ha avuto, per lo meno, il merito di restituire una dignità alle popolazioni delle Terre Alte. L'orgoglio di essere il popolo delle montagne, il senso di appartenenza a una comunità alpina. E il coraggio di manifestare. La solidarietà arrivata dalle vallate occitane o dai No Tir della Valle d'Aosta e delle vallate francesi è stata importante soprattutto per questo. Perché ha permesso a tutti di sentirsi parte di un mondopiù vasto, che superava i confini della singola vallata e riproponeva interrogativi profondi su destini e identità delle Terre Alte.

  "Chi sperava di spaventare, con qualche manganellata, un popolo rincretinito dalla tv e dall'alcool o dalle droghe, ha dovuto scoprire che l'immagine dei montanari era diversa dalla realtà. Ai blocchi stradali sono arrivati vecchi alpini e giovani lavoratori. Accompagnati da mogli e fidanzate. Un popolo che ha scoperto di essere ancora in grado di muoversi e di difendersi da una globalizzazione insensata e da chi pensa di risolvere i propri problemi e di difendere gli interessi di qualcuno militarizzando una valle per 20 anni".

 

  L'AUTORE - Augusto Grandi è da oltre 20 anni giornalista del Sole 24 Ore. In precedenza ha lavorato a lungo in Valle d’Aosta, al Galion di Champoluc e sulle piste del Monterosaski e ha seguito come fotografo alcuni cantanti valdostani. Dall’esperienza ad Ayas è nato il libro "Un galeone tra i monti", seguito dai volumi "Sistema Torino", "Sistema Piemonte" e "Baci e Bastonate". Ha collaborato alla realizzazione di "Monferrato", "Piemonte, terra di emozioni, terra di golf", "Piemonte frontiere".

 

  INDICE DELL'OPERA - Tav, una lotta che ha unito la montagna - Le Alpi? Solo un fondale, per Torino - Le Consorterie come strumento di partecipazione - Si moriva cantando - Luis de Jyaryot e il nuovo canto popolare valdostano - La tradizione occitana in Hit parade con Lou Dalfin - Un patto per il futuro delle Alpi - Montagna e democrazia - Non c'è sviluppo senza formazione - Sulle Terre Alte c'è spazio per l'industria di qualità - Un turismo da ripensare - Un formaggio che ripopola le malghe - Slow Food come opportunità e tutela - Le Olimpiadi di Chiabrera e il "dopo Giochi" - I giovani: il futuro della montagna - Lo sci, dalle gare all'imprenditoria. Quando si è capaci, tutto è possibile - Vivere in montagna, anche quando è bassa - Nuove tecnologie per lavorare sulle Terre Alte - Comuni riuniti per servizi migliori - Quali trasporti per una montagna non più isolata? - L'agricoltura di qualità ha bisogno di una rete logistica - Acqua: una risorsa della montagna che tutti vogliono sfruttare - Sant'Anna: una sfida a vantaggio del territorio - Il modello Friuli Venezia Giulia per il nuovo turismo alpino - "E io vado a vivere in montagna"