Novecento siciliano. Da Garibaldi a Mussolini 1860-1943 Stampa E-mail

Pietro Castiglione

Novecento siciliano. Da Garibaldi a Mussolini 1860-1943

Edizione del Prisma, pagg.256, Euro 20,00

 

novecentosiciliano.jpg  IL LIBRO – La spettacolare avventura garibaldina del 1860 chiudeva un periodo storico della Sicilia e ne apriva un altro, radicalmente diverso dal precedente. Gli eventi dell'Ottocento, visionari in retrospettiva, alcuni gloriosi, altri sanguinosi, quasi una rivoluzione permanente, con i suoi eroi e le sue defezioni, un popolo unificato in tutte le componenti da una inarrestabile avversione alla dominazione borbonica, ritenuta straniera da ogni ceto, nella mitica persuasione che l'affrancamento da essa sarebbe stato liberatorio da ogni degrado sociale ed economico, la cui origine e responsabilità era attribuita al dominio borbonico. Il ceto dirigente era stato accomodante con le precedenti dominazioni, ma non tolleravano le intromissioni dei Borbone nella politica interna.Un processo riformistico che non poteva essere indolore, perché avrebbe inciso su un complesso d'interessi e diritti consolidati nel corso dei secoli.

 

  DAL TESTO – “Nella notte dell’11 Maggio 1860 Garibaldi, alla testa di mille uomini, sbarcava a Marsala. Fulminea la cavalcata vittoriosa dei garibaldini in Sicilia. Pochi scontri e nel volgere di qualche mese, il 26 luglio, si concludeva la conquista dell’isola. Il 21 ottobre il popolo siciliano con un voto plebiscitario esprimeva la volontà di aderire all’Italia “una ed invincibile con Vittorio Emanuele”, con 432.023 voti favorevoli ed appena 667 contrari. Il re poteva considerarsi più che soddisfatto dell’esito dell’impresa, che aveva incoraggiato anche in confronto di Cavour, la cui contrarietà era nota a quel progetto, perché e ritenuto velleitario, e suscettibile di complicazioni internazionali. L’esito favorevole dell’impresa destò una straordinaria impressione non solo negli ambienti risorgimentali italiani, ma anche tra le nazioni europee. In questo unanime riconoscimento desta sorpresa l’opinione di un personaggio autorevole dell’ambiente dei liberali siciliani, Vito d’Ondes Reggio. Questi in una lettera da Genova del 15 agosto 1862 indirizzato a Lorenzo Costa Marziani, marchese di Roccaforte, si esprimeva in termini non lusinghieri nei confronti di Garibaldi: “Caro mio le cose che si passano in Sicilia, la condotta di Garibaldi e quella del governo, e la condotta de’ siciliani, ciò che più mi duole, sono le cose incredibili; e pure verissime, finiamola una volta con linguaggio convenzionale, è un uomo arrisicato e coraggioso, che nella spedizione doveva morire, eppure visse e trionfò, come uno il quale buttandosi dal campanile di Notre Dame, invece di fracassarsi in cento pezzi comincia a correre e prendere un pallio: ma la cosa diventa meno straordinaria quando si scopre che nel terreno vi era del fieno, e che delle corde a cui afferrarsi momentaneamente scendevano giù dal campanile. La flotta che non lo mandò a fondo erano legni napoletani ed i danari furono versati a larga mano ai generali…”.

 

  L’AUTORE – Pietro Castiglione, nato in Adrano (Catania) il 2 gennaio 1925, laureato in giurisprudenza, studioso di diritto italiano, da questi studi è stato invogliato ad occuparsi di storia politica ed economica.

 

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione – Capitolo primo (1860-1880) – Capitolo secondo (1880-1900) – Capitolo terzo (1900-1920) – Capitolo quarto (1920-1943) – Indice dei nomi – Indice della città e terre di Sicilia