Garibaldi. Il mito. Da Rodin a D'Annunzio: un monumento ai Mille per Quarto Stampa E-mail

a cura di G. M. Giubilei e C. Olcese Spingardi

Garibaldi. Il mito. Da Rodin a D'Annunzio: un monumento ai Mille per Quarto

Giunti Editori, pagg.192, Euro 35,00

 

garibaldi_ilmito.jpg  IL LIBRO – Catalogo della mostra: Genova, Galleria d'Arte Moderna, 17 novembre 2007- 2 marzo 2008. La mostra è incentrata sulla ricostruzione della cultura simbolista e neomichelangiolesca che determinò, tra il 1910 e il 1915, il progetto e la realizzazione, a opera dello scultore Eugenio Baroni (1880-1935), del monumento dedicato a Garibaldi e alla partenza dei Mille dallo scoglio di Quarto e che, per sintonia d'ideali, sollecitò Gabriele D'Annunzio a inaugurarlo a Genova il 5 maggio 1915 con un discorso dichiaratamente interventista. Sculture, dipinti, grafica, testimonianze fotografiche e documenti legati ad alcuni dei più importanti artisti attivi tra Otto e Novecento in Europa e in Italia consentono di riproporre quella stagione significativa della storia dell'arte internazionale sostanzialmente incentrata sulla riscoperta dell'opera di Michelangelo.

 

  DAL TESTO – “Un nome la lista delle personalità che lo scultore Eugenio Baroni, autore del Monumento ai Mille di Quarto, chiede all’Ufficio Belle Arti del Municipio di Genova di invitare per l’inaugurazione della sua opera alla presenza di Gabriele D’Annunzio, il 15 maggio 1915. Il nome di Auguste Rodin. Nell’elenco, con quelli di parenti, conoscenti e figure istituzionali, compaiono i nomi dei giurati che avevano scelto il bozzetto di Baroni e quelli dello scrittore Sem Benelli, del poeta Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, dei pittori Gaetano Previati, Plinio Nomellini ed Emilio Mantelli, dell’architetto Mario Labò e di Maria Pascoli: un novero di protagonisti delle vicende culturali e figurative tra Otto e Novecento. Segnalando per primo quel nome celeberrimo, non solo Baroni proiettava con sicurezza la propria opera in un contesto internazionale, ma riconosceva una sorta di debito al maestro che nel 1909, al Salon d’Automne di Parigi, lo aveva lodato per le sculture esposte e aveva proposto per lui e per un altro scultore italiano, Libero Andreotti, il titolo di Societaires, soci onorari, dello stesso Salon. Il debito andava in realtà ben oltre quel particolare episodio e, sul piano culturale, investiva i fondamenti stessi dell’arte di Baroni, la qualità e la tensione delle sue ricerche antiaccademiche nel rileggere la scultura antica. Storica e simbolica la data del 5 maggio 1915, per il passato e per il futuro dell’Italia e dello stesso Baroni: celebrava un evento cardine nel processo dell’unificazione italiana e apriva una delle pagine più drammatiche del Novecento. Concludeva un lavoro che aveva incatenato lo scultore “tutto il giorno e tutti i giorni”, non senza sofferenze fisiche e psicologiche, e, al contempo, sollecitato l’artista a una scelta di vita drastica – sarà un valoroso e generoso ufficiale degli alpini tra il 1916 e il 1918 -, determinante per la sua carriera artistica. Nel 1935, alla sua morte, lo scrittore Lio Rubini, passando in rassegna le opere dello scultore “del Monumento ai Mille”, ne scriveva: “Sono l’eroico reso vita, l’eroico reso anima, l’eroico trasfuso nella moltitudine. Michelangiolescamente. E michelangiolescamente Eugenio Baroni morì, rimpiangendo le gigantesche opere non finite. Morì in una maturità fulgentissima, straziato e straziando””.

 

  INDICE DELL’OPERA – Da Rodin a D’Annunzio: Un Monumento ai Mille per Quarto, di Maria Flora Giubilei e Caterina Olcese Spingardi – “Gli eroi risorgono con un ritmo di marea”. Gabriele D’Annunzio, Eugenio Baroni, Ettore Cozzani e il monumento ai mille sullo scoglio di Quarto, di Valerio Terraroli – Tavole – Catalogo – Appendici – Documenti e libri in mostra – Un monumento ai Mille. Cronologia dei fatti, di Maria Flora Giubilei - Bibliografia