Nel paese della grande menzogna. URSS 1926-1935 Stampa E-mail

Ante Ciliga

Nel paese della grande menzogna. URSS 1926-1935

Editoriale Jaca Book, pagg.508, Euro 35,00

 

ciliga.gif   IL LIBRO – "Com'è possibile che la più audace, la più profonda delle rivoluzioni sia degenerata nella più completa schiavitù? Perché la rivoluzione russa nella sua prima tappa rappresenta il più moderno dei progressi sociali e nella tappa successiva è sfociata nella menzogna sociale, nello sfruttamento e nell'oppressione perfezionata? Che cosa può spiegare una contraddizione così enorme?". Sono queste alcune delle domande a cui Ciliga cerca di fornire una completa e approfondita spiegazione, insieme a un ridottissimo numero di altri lavori, sulla realtà della Russia comunista. Dopo avervi soggiornato circa dieci anni esplorandone a fondo le molteplici varietà dei suoi paesaggi, i "nuovi" rapporti economici e sociali scaturiti dalla Rivoluzione d'Ottobre, le alte sfere della burocrazia, il ruolo centrale della polizia politica, le prigioni e l'esilio siberiano, l'autore è giunto all'amara constatazione che "è più facile uscire dall'inferno di Dante che dalla Russia sovietica". E tuttavia egli è riuscito a sopravvivere ai suoi aguzzini e a consegnarci il distillato della sua straordinaria esperienza. Questo volume propone la prima edizione critica e integrale in lingua italiana dell'opus magnum di Caliga, che viene ora finalmente a colmare un vuoto durato troppo a lungo.

 

  DAL TESTO – “Il quadro generale delle ricerche dell’Accademia comunista era imposto dall’“istanza suprema”, il Comitato centrale del partito. Però lavorare all’Accademia offriva notevoli vantaggi, non tanto dal punto di vista materiale, quando da quello della posizione sociale e delle possibilità di carriera scientifica aperte ai membri dell’Accademia. Quando avevano “dato a Cesare quel ch’è di Cesare”, vale a dire quando avevano eseguito quei lavori che si richiedevano da loro in base al piano burocratico, gli “scientifici” avevano assicurata un’eccellente posizione sociale e materiale. Come tutte le altre classi dominanti, la burocrazia pagava molto bene i preti assegnati al suo culto e accordava loro un posto d’onore nella gerarchia sociale. Quando avevano compiuto la loro mansione ufficiale, gli scientifici potevano dedicarsi, nei recessi della loro specialità, a ricerche disinteressate condotte secondo la loro personale valutazione dell’argomento. Infine, si poteva studiare qualunque cosa con la massima libertà di spirito, a condizione che quest’esercizio intellettuale rimanesse cosa strettamente personale. In pubblico si doveva professare esattamente ciò che il potere burocratico esigeva; in privato si poteva pensare ciò che si voleva. Il potere non ostacolava affatto queste opinioni personali, anche quando ne era al corrente, perché non venissero espresse in pubblico. Sembrava dire: “Contentati di educare il popolo e nel frattempo finirai con il rieducare te stesso””.

 

  L’AUTORE – Ante Ciliga è nato il 20 febbraio 1898 a Šegotići, piccolo villaggio istriano vicino a Pola (Croazia). Membro della frazione pro-comunista del Partito socialdemocratico croato, dal 1922 al 1925 ricopre la carica di segretario del Partito comunista della Croazia. Rappresentante del KPJ a Vienna, nell’ottobre 1926 è inviato a Mosca dalla frazione di sinistra in qualità di insegnante nella Scuola di partito e membro della sezione balcanica del Comintern. Nel 1929 aderisce all’opposizione e prende parte alla «rivolta» della scuola contro la politica del Comintern in Jugoslavia. Arrestato nel maggio 1930, trascorre tre anni in prigione e due anni e mezzo di esilio in Siberia. Espulso dal territorio sovietico nel dicembre 1935, nei primi mesi del 1936 si stabilisce a Parigi dove inizia a scrivere la prima parte del suo libro più celebre, Au pays du grand mensonge, pubblicato nel 1938, cui farà seguito la seconda parte, Sibérie, terre de l’exil et de l’industrialisation, concluso nel 1941 e stampato nel 1950. Dal 1958 risiede a Roma dove svolge attività di pubblicista e dirige alcune riviste in lingua croata. Autore di svariati libri, nel giugno del 1990 decide di trasferirsi a Zagabria (Croazia), dove muore il 21 ottobre 1992.

 

  IL CURATORE - Paolo Sensini è studioso attento del Novecento e delle sue ideologie. Ha pubblicato La rovina antica e la nostra. Sei lettere di Guglielmo Ferrero a Bruno Rizzi (Aracne, Roma, 2006). Di Rizzi ha curato e introdotto la prima edizione integrale de La Burocratizzazione del Mondo (Edizioni Colibrì, Milano, 2002). Sui medesimi temi ha scritto diversi saggi su riviste italiane e straniere. Ha anche collaborato alla redazione del Dizionario biografico degli anarchici italiani (2 voll., BFS edizioni, Pisa, 2003-2004).

 

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione – Un secolo di Contestazione: il Novecento di Ante Caliga, di Paolo Sensini – Prefazione alla seconda edizione – Prefazione – IL PAESE DELLA MENZOGNA E DELL’ENIGMA – Parte prima. La Russia e i suoi enigmi – Capitolo primo. Primi shock – Capitolo secondo. Tutto è andato perduto? – Parte seconda. Il vortice del piano quinquennale – Capitolo primo. Un mondo che esce dalle rotaie – Capitolo secondo. Addio speranze e illusioni – Capitolo terzo. Il Comintern in Jugoslavia – Capitolo quarto. Partenza da Mosca – Capitolo quinto. A Leningrado – Capitolo sesto. L’anno della grande crisi – Capitolo settimo. Gli operai e il piano Quinquennale – Capitolo ottavo. La classe dominante e il suo vero volto - Capitolo nono. Episodi dell’opposizione a Mosca – Parte terza. In margine alla vita ufficiale – Capitolo primo. Alla scuola delle prigioni sovietiche – Capitolo secondo. In prigione a Leningrado – Capitolo terzo. Sulla via dell’esilio - Capitolo quarto. Verhneural’sk – Capitolo quinto. La vita politica in carcere – Capitolo sesto. Uno sciopero della fame - Capitolo settimo. La repressione politica nell’Urss – Capitolo ottavo. E ora? - Capitolo nono. Anche Lenin... – Capitolo decimo. I primi processi di “terrorismo” contro i Bolscevico-Leninisti - Capitolo undicesimo. Ritorno in Europa o esilio in Siberia? – Annesso. Anche Lenin… - SIBERIA TERRA D’ESILIO E DI INDUSTRIALIZZAZIONE – Prefazione. Come Stalin è il rappresentante principale del neoimperialismo russo - Capitolo primo. Dagli Urali all’Oceano Pacifico - Capitolo secondo. Idillio a Irkutsk - Capitolo terzo. La provincia sovietica - Capitolo quarto. La camera N. 14 - Capitolo quinto. “I padroni del Paese” - Capitolo sesto. E i giorni passavano… - Capitolo settimo. Una pagina di psicologia bolscevica dell’Urss - Capitolo ottavo. La strada delle “seimila e una tomba” - Capitolo nono. Nel regno dei trust – Capitolo decimo. Addio, Russia, giovane e spietato paese! – Posfazione, di Pier Paolo Poggio – Appendici