Anna Maria Mussolini. L'ultima figlia del Duce Stampa E-mail

Lorenzo Baratter

Anna Maria Mussolini. L’ultima figlia del Duce

Mursia, pagg.208, Euro 16,00

 

annamaria.jpg  IL LIBRO – Anna Maria Mussolini (1929-1968) è la quinta e ultima figlia di Benito Mussolini e di Rachele Guidi. La storia della figlia prediletta dal Duce, colpita da una grave malattia ancora bambina, viene raccontata in questo libro attraverso una serie di documenti che offrono un’eccezionale testimonianza sulla famiglia Mussolini, la residenza di Villa Torlonia, le estati a Riccione, il periodo di Salò, fino al tentativo di fuga in Svizzera nell’aprile del 1945. Dopo l’uccisione del padre e tre anni di confino sull’isola di Ischia, trascorsi in compagnia della madre Rachele e del fratello Romano, Anna Maria decide di rifarsi una vita e una famiglia. Ma un tragico destino l’attende.

 

  DAL TESTO – “La nascita della piccola Anna Maria offre a Rachele un’occasione unica: quella di riunire finalmente tutta la famiglia nella città eterna. “Eravamo in troppi nell’appartamento”, scrive molti anni dopo, “e presto si rese indispensabile un nuovo trasloco. Ma mio marito era stanco di vivere lontano da noi e desiderava avere acanto a sé i suoi figli, per svagarsi con loro nelle soste concessegli dalla sue occupazioni. Perciò decise di cercare a Roma un’abitazione comoda e vasta, adatta alla nostra numerosa famiglia. Non appena si diffuse nella capitale la notizia che al Duce occorreva una casa, l’aristocrazia romana fece a gara per offrirgliene una.” Di tanto in tanto il nucleo familiare raggiunge la capitale per fare visita a Benito; viene alloggiato nell’appartamento di via Rasella, all’ultimo piano di palazzo Tittoni. Qui, per un certo periodo, il Duce ospita anche un esemplare di puma, ricevuto in dono in occasione di una ricorrenza. Lo tiene legato con una corda al piede di un pianoforte. L’animale, vista l’eccessiva confidenza dei bimbi, viene presto dato in consegna a uno zoo romano. Il giorno in cui nasce Anna Maria, Rachele si mette in contatto telefonico con Roma. Cerca il marito. Lo trova al telefono e gli dice semplicemente: “È nata”. “Chi?”, esclama lui cascando dalle nuvole. “La nostra”, risponde Rachele. “Adesso pensa a sceglierle il nome.” Nei giorni precedenti Rachele aveva dato a intendere al Duce che il parto era ancora lontano: per questo lui è sorpreso dalla notizia. Rachele non ha voluto fare uno scherzo al marito; desiderava semplicemente evitare che si ripeta quanto è già accaduto in passato con il piccolo Romano. Nel 1927, infatti, sono stati mobilitati al suo servizio “ginecologi illustri” i quali – anziché aiutarla – hanno reso complicato e sgradevole il parto. Nulla di più naturale per una donna abituata a mettere al mondo i figli non in quanto moglie del Presidente del Consiglio ma contadina e massaia di umili origini”.

 

  L’AUTORE – Lorenzo Baratter è nato nel 1973 a Rovereto. Laureato in Storia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, è direttore del Centro Documentazione Luserna, Dokumentationszentrum Lusérn. Svolge attività di ricercatore e consulente in campo storico. Ha pubblicato Dall’Alpenvorland a via Rasella (2003), Tra vespri e soldati (2004), Le Dolomiti del Terzo Reich (Mursia 2005), Dagli Altopiani a Caporetto (2007). Ha inoltre partecipato alla realizzazione dei volumi Achtung Banditen! (2002) e L’Alto Adige nel Terzo Reich (2003). Vive a Pomarolo, Trento.

 

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione – Capitolo Primo. La principessa di Villa Torlonia – Capitolo Secondo. Piccolo fiore scampato dalla morte – Capitolo Terzo. Amo il Duce, mio padre – Capitolo Quarto. Diario 1942 – Capitolo Sesto. La sposa si Ravenna – Capitolo Settimo. “Avevi appena imparato a sorridere” – Capitolo Ottavo. Il ricordo delle figlie Edda e Silvia – Note – Ringraziamenti – Bibliografia