L'avanguardia trasversale. Il futurismo in Italia e in Russia Stampa E-mail

Cesare G. De Michelis

L'avanguardia trasversale. Il futurismo in Italia e in Russia

Marsilio Editori, pagg.301, Euro 24,00

 

demichelis_avanguardia.jpeg  IL LIBRO - Il futurismo ha avuto le sue manifestazioni più rilevanti in Italia e in Russia, e la storia delle loro intersezioni è dunque di primaria importanza; ma dietro alla complessa vicenda dei rapporti tra i due "futurismi", si cela una questione anche più intrigante, che tocca la nozione stessa di "avanguardia" (formatasi con l'impiego di un termine militare per significare le istanze di rottura e innovazione sia in campo estetico che in quello politico). L'agognata saldatura delle 'due avanguardie' fu un sogno che divenne dominante dopo il terremoto della prima guerra mondiale, col sovvertimento degli istituti politici tradizionali e il sorgere del bolscevismo in Russia e del fascismo in Italia. Allora, la questione del "primato" e delle "influenze", pur continuando a venire discussa soprattutto col metro artistico, ha acquisito una valenza metastorica, riversandosi retrospettivamente sul periodo d'oro del futurismo.

  La ricostruzione documentaria del dibattito scaturitone (con l'intervento, tra gli altri, di Marinetti e Majakovskij, di Gramsci e Trockij, di Cavacchioli, Prezzolini, Croce, Jakobson, Livsic e Chlebnikov) consente di far luce su uno snodo decisivo per intendere criticamente l'intera vicenda dell'avanguardia novecentesca: questo libro raccoglie un'ampia silloge di fonti originali, e porta un contributo essenziale alle celebrazioni per il centenario del futurismo, fuori da una prospettiva angustamente nazionalistica.

 

  DAL TESTO - "Nel 1925 Majakovskij e Marinetti s'incontrarono di persona in un ristorante di Parigi, ma il colloquio si arenò sul tema "fascismo vs. comunismo". Si trattava di un confronto ormai tutto ideologico, e anche attardato: i dati ai quali si rifacevi Majakovskij erano quelli esposti da Gramsci nella lettera a Trockij dell'8 settembre 1922, relativi a un episodio di cinque mesi prima. Il tentativo di dialogo non teneva poi conto dell'acqua passata sotto i ponti, e non era poca: in Russia, la scomparsa di Lenin e il varo dell'Unione Sovietica, in Italia il delitto Matteotti e la svolta totalitaria del fascismo. Non si videro né si scrissero più. Restava tuttavia la questione dei rapporti effettivi tra i due movimenti, fin dal loro sorgere. Se ne sarebbe parlato ancora per decenni".

 

  L'AUTORE - Cesare G. De Michelis è ordinario di Letteratura russa all’Università «Tor Vergata» di Roma e collabora alla pagina culturale de «la Repubblica». Con Marsilio ha pubblicato Il manoscritto inesistente. I «Protocolli dei savi di Sion», che è stato tradotto in inglese (2004) e in russo (2006).

 

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