Curato d'Ars. Quando un uomo semplice confonde i sapienti Stampa E-mail

Jean Follain

Curato d'Ars. Quando un uomo semplice confonde i sapienti

San Paolo Edizioni, pagg.84, Euro 11,00

 

follain_curato.jpeg  IL LIBRO - Uno dei più importanti poeti francesi del '900, Grand Prix de poésie de l'Académie Française nel 1970, laico e agnostico, rimane folgorato da una figura, per molti aspetti opposta, come quella del santo Curato di Ars, noto per le sue difficoltà negli studi e i conseguenti dubbi dei superiori se ammetterlo o no all'ordinazione sacerdotale. Perché?

  Forse attratto proprio dall’opposto di sé, Jean Follain, da laico e agnostico quale si dichiarava, rimane affascinato e scrive questo delizioso libretto, pieno di meraviglia e di leggerezza, colpito da quella semplicità disarmante del Curato d’Ars che fece confondere i sapienti e illuminò la vita civile del suo tempo. In esso, oltre al valore saggistico, si unisce il valore letterario, che sicuramente verrà esaltato nella traduzione italiana a cura di Gabriella Fiori, docente di letteratura francese presso l'Università di Firenze e autrice di una celebre biografia di Simone Weil.

 

  DAL TESTO - "Ognuno voleva seguire la messa di quel curato che ripeteva: "Se si sapesse che cos'è la messa, si morirebbe". Egli si tuffava in quell'atto per lui insondabile. Del pronunciare la parole della liturgia, del compierne i gesti rituali, egli piangeva o anche rideva, di un riso provocato dalla sua estasi. Elevando fra le mani l'ostia consacrata, da quali tormenti attanagliato, si dice che avesse esclamato, parlando a quel Dio per lui così presente sotto quella specie: "Ti tengo, mai ti lascerò andare". Sempre lo sentiva drizzato verso la visione esigente. Egli pensava a un'alta posta e che bisognava ad ogni costo far aderire ognuno a quella chiarezza da cui si distoglievano gli orgogliosi della loro libertà, ai quali egli avrebbe voluto dare le parole d'ordine del Dio vivente. I suoi primi sermoni gli procuravano un lungo lavoro; li redigeva sulla base di opere del passato, tutta la notte li scriveva nella sua sacrestia, sette pagine serrate, portate da un senso della presenza ineffabile che forse attraverso di lui si sarebbe imposta su ogni astuzia. Allora, quando parlava nel tremore, i suoi uditori sentivano su di sé quella carità che la sua stanchezza ancor più esaltava e che a loro sembrava dilatare la chiesa di campagna, le sue luci e le sue ombre".

 

  L'AUTORE - Jean Follain è uno dei più importanti poeti francesi del '900, Grand Prix de poésie de l'Académie Française nel 1970. Figlio di un professore di scienze, uomo di legge prima come avvocato poi come giudice, membro del Pen-Club, poeta riconosciuto e apprezzato con prestigiosi riconoscimenti, invitato in molti paesi del mondo quale uno dei più raffinati ambasciatori della cultura francese.

 

  INDICE DELL'OPERA - Prefazione. Un poeta parla di un Santo fra il tempo e l'eternità, di Gabriella Fiori - Cronologia di Jean Follain - Riferimenti bibliografici per Jean Follain - In esergo: ...Ma in Dio ci credono tutti gli uomini (così ha detto André Dhôtel) - Cronologia di Giovanni Maria Battista Vianney - Riferimenti bibliografici al testo: Saint Jean-Marie Vianney, Curé d'Ars