La guerra da 3000 miliardi di dollari Stampa E-mail

Joseph E. Stiglitz - Linda J. Bilmes

La guerra da 3000 miliardi di dollari

Einaudi, pagg.279, Euro 19,00

 

stiglitz_guerra.jpeg  IL LIBRO - L'Iraq ha rappresentato per l'America il conflitto più costoso dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Se le stime della vigilia parlavano di circa cinquanta miliardi di dollari, gli Stati Uniti hanno già speso mille miliardi di dollari e altre centinaia di miliardi attendono ancora di essere pagati.

  Diversamente da quanto accadeva con le guerre del passato, quando le tasse venivano alzate per finanziare l'aumento della spesa pubblica, l'amministrazione Bush ha ridotto le tasse contestualmente alla scelta di andare in guerra. Con il risultato di aumentare esponenzialmente il già enorme debito pubblico degli Stati Uniti.

  In un libro pacato e analitico, Joseph Stiglitz e Linda Bilmes fanno finalmente luce su tutti i costi occulti della guerra e sulle conseguenze economiche e sociali di una scelta sbagliata. Guardando anche alle prospettive per il futuro, con una nuova amministrazione statunitense che ha già cambiato passo in Iraq e nel mondo.

 

  DAL TESTO - "È ormai chiaro che invadendo l’Iraq gli Stati Uniti hanno commesso un terribile errore. Quasi 4000 soldati sono stati uccisi e oltre 58 000 sono stati feriti o si sono ammalati gravemente. Altri 7300 militari sono rimasti feriti o hanno contratto gravi malattie in Afghanistan. Centomila soldati americani sono tornati dalla guerra affetti da gravi disturbi psichici, che nella maggior parte dei casi diventeranno cronici. Per quanto terribile fosse il regime di Saddam Hussein, oggi la gente in Iraq sta molto peggio. Le strade, le scuole, gli ospedali, le case e i musei sono stati distrutti e i cittadini iracheni hanno problemi per le forniture di acqua ed energia elettrica, molto più di quanto non accadesse prima della guerra. Imperversa la violenza tra le fazioni e il caos he regna nel paese ha trasformato l’Iraq in una sorta di calamita che attrae terroristi di ogni sorta. L’idea che l’invasione dell’Iraq avrebbe portato la democrazia e fatto da catalizzatore al cambiamento in Medio Oriente sembra oggi una pura fantasia. Una volta pagato il prezzo di questa guerra, il debito nazionale americano sarà aumentato di tremila miliardi di dollari. L’invasione dell’Iraq ha anche provocato un’impennata dei prezzi del petrolio. È per questo, e anche per altri motivi, che la guerra ha indebolito la nostra economia.

  "Viste e considerate le sofferenze umane provocate dalla guerra in Iraq, può sembrare fuori luogo pensare al suo costo in termini economici. Le aride cifre non potranno mai cogliere e descrivere il dolore per le tante persone uccise e la sofferenza di chi è rimasto ferito o mutilato per il resto della vita. Tuttavia, riteniamo essenziale capire quanto è costata questa guerra.

  "La decisione di andare in guerra si è basata su una serie di false premesse, fra cui – per esempio – l’esistenza di un legame fra Saddam Hussein e i terribili attacchi dell’11 settembre contro il World Trade Center e il Pentagono. A causa di informazioni errate fornite dai servizi segreti, l’Iraq è stato accusato di possedere armi di distruzione di massa, benché gli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Iaea) abbiano poi negato la circostanza. Secondo molti, la guerra sarebbe durata poco e in Iraq sarebbe sbocciata la democrazia. E in ultimo, si pensava che la guerra sarebbe costata poco e che la si sarebbe ammortizzata con facilità.

  "Al contrario, la guerra si è rivelata enormemente costosa, sia come tributo di sangue sia per le casse dello Stato. Secondo le nostre stime, il costo economico totale e in termini di budget per gli Stati Uniti si aggirerà attorno ai 3000 miliardi di dollari, mentre il costo per il resto del mondo sarà pari a circa il doppio. In un certo senso, questo libro parla di quei 3000 miliardi, di come l’America pagherà il conto di questa guerra per diversi decenni e del perché i costi reali sono tanto più alti di quelli stimati in origine dall’amministrazione Bush. Ma il libro va oltre le cifre in quanto tali. Esaminando i costi, possiamo riuscire a capire le implicazioni della guerra, e forse come venirne fuori limitando al massimo i danni."

 

  GLI AUTORI - Joseph E. Stiglitz, vincitore nel 2001 del Premio Nobel per l'Economia, è nato nel 1943 nell'Indiana. Professore di Economia presso la Columbia University, è stato consigliere di Bill Clinton durante il primo mandato e, dal 1997 al 2000, senior vice president e Chief Economist della Banca mondiale. Tra le sue opere pubblicate in Italia: Economia del settore pubblico (Hoepli, 1989); Il ruolo economico dello Stato (il Mulino, 1992); Principi di microeconomia (Bollati Boringhieri, 1999); Principi di macroeconomia (Bollati Boringhieri, 2001); In un mondo imperfetto (Donzelli, 2001). Einaudi ha pubblicato il saggio La globalizzazione e i suoi oppositori nei «Saggi» nel 2002 e in «Einaudi Tascabili» nel 2003; I ruggenti anni Novanta («Gli struzzi», 2004 ed «ET Saggi», 2005); La globalizzazione che funziona («Gli struzzi», 2006 ed «ET Saggi», 2007), La guerra da 3000 miliardi di dollari («Passaggi Einaudi», 2009).

  Linda J. Bilmes, tra le più autorevoli studiose statunitensi di finanza pubblica, insegna alla Kennedy School of Government della Harvard University e ha ricoperto numerosi incarichi di governo. Per Einaudi ha pubblicato, con Joseph Stiglitz, La guerra da 3000 miliardi di dollari («Passaggi Einaudi», 2009)

 

  INDICE DELL'OPERA - Prefazione - Ringraziamenti - I. Sono davvero 3000 miliardi? - II. I costi per il bilancio dello Stato - III. Il vero costo dell'assistenza dei reduci - IV. I costi della guerra che lo Stato non paga - V. Gli effetti macroeconomici dei conflitti - VI. Conseguenze globali - VII. Uscire dall'Iraq - VIII. Imparare dagli errori: riforme per il futuro - Appendici