Critica della democrazia Stampa E-mail

Ugo Spirito

Critica della democrazia

Rubbettino, pagg.173, Euro 18,00

 

spirito_critica_della_democrazia.jpg  IL LIBRO - Apparsa nel 1963, "Critica della democrazia" è, fra le opere di Spirito, una delle più significative. Il lavoro concepito all'inizio del 1962, uscì in un momento nel quale il dibattito teorico sulla democrazia era molto vivace e nel quale l'attenzione dello studioso era stata colpita dal suo incontro de visu con l'esperienza concreta del comunismo russo e del comunismo cinese. Dal punto di vista filosofico il volume approfondiva e portava avanti le tesi già enunciate in un precedente lavoro pubblicato due anni prima, "Inizio di una nuova epoca", che aveva aperto una fase nuova del pensiero di Spirito, tutta fondata sulla fiducia nella scienza, in una scienza intesa in un significato più ampio, che la portava a investire di sé tutti gli aspetti e i problemi della realtà e ad estendersi a tutti i campi dello scibile. Il volume propone una lettura interpretativa del fascismo alla luce delle vicende dell'attualismo e suggerisce, in un tal modo, la possibilità di un approccio in chiave culturale e filosofica allo studio di quel periodo storico. Il 1932, l'anno cioè del convegno di studi sindacali e corporativi di Ferrara, viene presentato come un momento fondamentale. Spirito accredita l'idea che, in quella sede e in quella occasione, sarebbe esplosa la "tesi comunista" con la negazione della proprietà individuale e la proposta dell'istituto della "corporazione proprietaria".

 

  DAL TESTO - "[...] il criterio della maggioranza non è legato a quello di competenza, perché è escluso che i più siano anche i più competenti. Il criterio è soltanto quantitativo e la pura quantità vuol dire forza e violenza. In una società che si avvia a un'organizzazione scientifica e tecnica il ricorso alla violenza non può essere elevato a principio fondamentale e deve anzi essere bandito nei limiti del possibile. Al metodo maggioritario deve essere, dunque, sostituito un altro metodo che escluda la violenza. Quel che si è detto circa la scienza e la tecnica fa ravvisare sùbito nell'accordo e nel consenso il principio informatore della vita sociale. E infatti là dove prevale il discorso scientifico da raggiungere è sempre di più quello dell'unanimità".

 

  L'AUTORE - Ugo Spirito (Arezzo 1896 - Roma 1979) è stato uno dei principali filosofi italiani del Novecento. Cresciuto alla scuola di Giovanni Gentile, ha collaborato con il filosofo siciliano alla redazione di numerose riviste e alla Enciclopedia italiana. Nel 1927 ha fondato e diretto, insieme con Arnaldo Volpicelli, i "Nuovi studi di diritto, economia e politica": questa esperienza lo porta ad incontrare l'economia e il corporativismo, nonché a stabilire rapporti di grande collaborazione e amicizia con Giuseppe Bottai, ministro dell'Economia corporativa dal 1927. Dal 1932 lasciò l'insegnamento della filosofia e accettò la cattedra di Economia corporativa a Pisa che Bottai gli propose e nello stesso anno, a Ferrara, al II convegno di studi sindacali e corporativi, espose la famosa teoria della "corporazione proprietaria", per un definitivo superamento della concezione tradizionale della proprietà privata: venne attaccato da tutti, industriali e sindacalisti, non fu sufficientemente sostenuto da Bottai, ma trovò l'appoggio di Mussolini.

  Tra il 1935 e il 1938 insegnò filosofia nelle università di Messina, Genova, quindi di Roma, presso la facoltà di magistero. Fu questo il periodo più fecondo della sua attività scientifica: pubblicò La vita come ricerca, il suo libro più famoso, con il quale segnò la sua distanza dall'attualismo gentiliano. Il volume suscitò polemiche: la più nota fu quella di Delio Cantimori che difese l'ortodossia gentiliana contro Spirito. Nel 1941 pubblicò La vita come arte e intanto continuò la collaborazione, anche se in termini sempre più critici, con il regime: scrisse il saggio Guerra rivoluzionaria, partecipò a seminari sul Romanticismo e l'ordine nuovo, a convegni sull'idea di Europa e sul piano economico, collaborando ancora con Bottai ma soprattutto con Camillo Pellizzi, il nuovo presidente dell'Istituto nazionale di cultura fascista, nello sviluppo delle teorie corporative nell'ottica della guerra in corso.

  Dopo la morte di Gentile (1944), Spirito ereditò la direzione scientifica della casa editrice Sansoni. Sottoposto al procedimento di epurazione per apologia e collaborazione con il fascismo e subito riammesso in servizio, nel 1947 assunse la direzione del "Giornale critico della filosofia italiana", mentre l'anno dopo pubblicò Il problematicismo, momentaneo punto d'arrivo della sua evoluzione filosofica. Si considerò politicamente vicino al Pci e pubblicò La filosofia del comunismo, che tuttavia suscitò la netta disapprovazione di Togliatti, che non lo considerva comunista. Nel 1953 pubblicò La vita come amore, l'ultimo volume della trilogia iniziata nel 1936. Nel 1956 visitò l'Unione Sovietica, alla ricerca di punti di riferimento in merito al proprio "comunismo"; non avendoli trovati nonostante un lungo dialogo con Kruscev, optò nel 1961 per la Cina di Mao, con il quale ebbe anche un colloquio. Le impressioni di questi viaggi furono contenute nel volume Comunismo cinese e comunismo russo edito nel 1962.

  La sostanziale delusione del comunismo realizzato portò Spirito a misurarsi con un nuovo elemento che lo affascinò particolarmente, la scienza. Pubblicò nel 1966 Dal mito alla scienza, dove pose nuovi orizzonti al proprio problematicismo, scrisse con Del Noce Tramonto o eclissi dei valori tradizionali (1971) e nello stesso anno diede alle stampe Storia della mia ricerca, nel quale ripercorse il proprio rapporto con la filosofia e la scienza. Contemporaneamente riprese gli studi corporativi e come presidente della Fondazione Gentile, insieme con l'Enciclopedia italiana e la Scuola Normale Superiore di Pisa, organizzò il primo convegno su Giovanni Gentile (1975). L'anno dopo pubblicò Dall'attualismo al problematicismo, che con le Memorie di un incosciente (1977), costituì il bilancio scientifico della sua vita di ricerca. L'anno successivo completò la prima stesura di Ho trovato Dio, un saggio nel quale affrontò il problema religioso e che fu pubblicato postumo dalla Fondazione Ugo Spirito. Morì a Roma nel 1979.

 

  INDICE DELL'OPERA - Prefazione, di Francesco Perfetti - Introduzione. Democrazia e Fascismo - L'uomo moderno e l'uomo contemporaneo - Il piano - La scienza - La cultura e la politica - La sintesi - L'educazione politica - La funzione della democrazia