Un terribile amore per la guerra Stampa E-mail

James Hillman

Un terribile amore per la guerra

Adelphi, pagg.296, Euro 17,00

 

hillman_terribile.jpg  IL LIBRO - In un momento chiave del celebre film sul generale Patton, un memorabile George C. Scott passeggia per il campo di battaglia a combattimento finito: terra sventrata, carri armati bruciati, cadaveri. Volgendo lo sguardo a quello scempio, esclama: «Come amo tutto questo. Che Dio mi aiuti, lo amo più della mia vita».

  È eloquente che James Hillman abbia scelto proprio questa scena, tanto spiazzante quanto rivelatrice, per introdurre il provocatorio tema del suo nuovo libro: la guerra come pulsione primaria e ambivalente della nostra specie – come pulsione, cioè, dotata di una carica libidica non inferiore a quella di altre pulsioni che la contrastano e insieme la rafforzano, quali l’amore e la solidarietà. Il presupposto è che se di quella pulsione non si ha una visione lucida ogni opposizione alla guerra sarà vana.

  Frantumando la retorica degli adagi progressisti – basati su una lettura caricaturale della «pace perpetua» teorizzata da Kant –, Hillman risale così, in perfetta consonanza con la sua visione della psicologia, al carattere mitologico e arcaico di tale ambivalenza, riassunto nell’inseparabilità di Ares e Afrodite. In questa prospettiva tutte le guerre del passato e del presente appariranno quindi semplici variazioni della guerra più emblematica dell’Occidente classico, quella cantata nell’Iliade. Ma soprattutto, ricorrendo a dettagliati rapporti dal fronte, a lettere di combattenti, ad analisi di esperti in strategia – oltre che a tutti gli scrittori e tutti i filosofi che alla guerra hanno tributato meditazioni decisive, da Twain a Tolstoj, da Foucault a Hannah Arendt –, Hillman ci guida a una scandalosa verità: più che un’incarnazione del Male, la guerra è in ogni epoca – lo dimostra la contiguità tra le descrizioni omeriche e i reportage dal Vietnam – una costante della dimensione umana. O meglio, troppo umana.

 

  DAL TESTO - “La guerra appartiene alla nostra anima come verità archetipica del cosmo. E’ un’opera umana e un orrore inumano, e un amore che nessun altro amore è riuscito a vincere. Possiamo aprire gli occhi su questa terribile verità e, prendendone coscienza, dedicare tutta la nostra appassionata intensità a minare la messa in atto della guerra, forti del coraggio che la cultura possiede, anche nei secoli bui, di continuare a cantare mentre resiste alla guerra. Possiamo comprenderla meglio, differirla più a lungo, lavorare per sottrarla via via al sostegno di una religione ipocrita. Ma la guerra in quanto tale rimarrà finché gli dèi stessi non se ne andranno.

  ”[...] la religione non vuole che la guerra si fermi e [...] la fede non vuole un risveglio psicologico. Con la fede puoi eludere le realtà della guerra, puoi continuare a dormire. Puoi raccontarti di avere risolto il problema della guerra facendoti forte dell'una o dell'altra delle tre enunciazioni sviluppate nei capitoli precedenti".

 

  L'AUTORE - James Hillman è nato ad Atlantic City, USA, nel 1926. Nel 1949 ha conseguito il PH. D all’Università di Zurigo, facendo il training psicoanalitico al C. G. Jung Institute. Dal 1952 al 1953 ha vissuto in India. Poi a Zurigo, divenendo allievo di Jung. La sua attività pubblica abbraccia un periodo di trentacinque anni, dal 1960 al 1995. Subito dopo la laurea al Trinity College di Dublino, aveva iniziato a portare avanti terapie di impronta junghiana già nel 1959, quando è stato nominato Director of Studies del C. G. Jung Institute, dove è rimasto sino al 1969, quando abbandona per una profonda crisi che gli fa rivedere interamente il modo di fare terapia. Nel frattempo nel 1960 aveva pubblicato a Londra il suo primo best-seller scientifico Emotion: a comprehensive phenomenology of Theories and Their Meanings for Therapy. Nel 1970, diventato direttore delle Spring Pubblications ha lanciato una nuova scuola di indirizzo junghiano sulla cultura e l’immaginazione, applicando le conclusioni tratte dalle analisi individuali a processi di senso collettivo. Il movimento fondato da Hillman, la psicologia archetipa, sta ottenendo un successo enorme e sembra destinato a innovare profondamente la tradizione junghiana. Nel 1978 torna in America trasportando la sua Mitteleuropa, il suo culto degli dei e della tradizione greca nella texana Dallas, avanguardia della più sintomatica modernità. Da Dallas, dopo la pubblicazione di Il codice dell’anima è partito il suo successo di massa. Quel libro è diventato un best-seller negli Stati Uniti e in Italia, a due anni dall’uscita, ha venduto 40 mila copie e tirato otto edizioni.

 

  INDICE DELL'OPERA - 1. La guerra è normale - 2. La guerra è inumana - 3. La guerra è sublime - 4. La religione è guerra - Ringraziamenti - Bibliografia - Indice analitico