Le leggi razziali in Italia e il Vaticano Stampa E-mail

Giovanni Sale

Le leggi razziali in Italia e il Vaticano

Jaca book, pagg.304, Euro 28,00

 

sale_leggirazziali.jpg  IL LIBRO - Il Regio decreto legge del 17 novembre 1938 n. 1728 sui Provvedimenti per la difesa della razza italiana unificava, in un primo corpo legislativo organico, i princìpi che erano stati fissati il 6 ottobre precedente dal Gran Consiglio del fascismo nella sua celebre Dichiarazione sulla razza. Per la prima volta nella storia dell’Italia unita, un testo legislativo aveva per oggetto una parte dei cittadini dello Stato, identificati sulla base di criteri razziali. Per tutto il periodo fascista tale testo legislativo rappresentò il punto di riferimento per la successiva legislazione razziale, o meglio antisemita, nonché per i numerosi provvedimenti amministrativi - che resero più penetranti e incisivi i provvedimenti discriminatori adottati dal legislatore - successivamente emanati a tale riguardo. In questo lavoro, facendo riferimento alle fonti vaticane di recente desecretate e a quelle inedite della Civiltà Cattolica, si esamina l’atteggiamento di critica e di opposizione assunto dalla Santa Sede nei confronti di tale provvedimento, in particolare della sua prima parte, quella riguardante il matrimonio tra cittadini ariani e persone appartenenti a razze diverse: materia molto delicata per la Chiesa, sulla quale Pio XI in particolare non era minimamente disposto a transigere. Nella seconda parte del lavoro si tratta invece della difficile e farraginosa applicazione delle leggi razziali. Infatti, agli organi governativi responsabili della politica razziale risultò ben presto chiaro che l’applicazione di queste avrebbe creato al regime più problemi di quanto si fosse previsto, soprattutto nella materia dei «matrimoni misti». Di fatto, negli anni successivi, più volte furono presentati al Duce, da parte della «Demorazza», progetti di revisione della legge sulla difesa della razza in modo da renderla più efficace e «applicabile». Dalle fonti ecclesiastiche risulta che la Santa Sede, approfittando del nuovo clima che si era creato tra le due autorità con l’elezione al pontificato di Pio XII, cercò di ottenere dal Governo un «alleggerimento» della suddetta legislazione, che poco alla volta dalla fase della discriminazione delle persone passava a quella dei «campi di internamento», e appoggiò, attraverso l’infaticabile opera del p. Tacchi Venturi, le richieste di «arianizzazione» o simili presentate agli organi competenti da migliaia di ebrei. Mussolini su tale materia adottò, seppure senza troppa convinzione, la politica della linea dura, e, per ingraziarsi l’alleato tedesco, respinse la maggior parte delle richieste vaticane.

 

  DAL TESTO - “Le parole del Papa contro la propaganda razziale iniziata dal fascismo per preparare il terreno alle successive disposizioni discriminatorie, in particolare contro gli ebrei, furono riportate e commentate dalla stampa internazionale, soprattutto quella di lingua francese e inglese, in senso piuttosto positivo. Importanti associazioni ebraiche internazionali, inoltre, indirizzarono al Papa lettere di omaggio e di ringraziamento. L’Alliance Israelite universelle testimoniò a Pio XI la sua gratitudine «per l’ammirabile energia con la quale condannò, nell’udienza agli alunni del collegio di Propaganda Fide le teorie razziste, come false, inumane, empie e gravide di conseguenze detestabili». Con gli stessi sentimenti di gratitudine si espressero l’associazione ebraica dei veterani di guerra degli Stati Uniti, nonché l’ambasciatore statunitense a Roma, William Phillips, il quale informò il Papa della preoccupazione del presidente Roosevelt, riguardo all’attuale indirizzo politico intrapreso di recente dal governo italiano. In particolare l’ambasciatore fece presente alle autorità vaticane che il governo degli Stati Uniti avrebbe molto gradito «un’ulteriore dichiarazione della Santa Sede riguardo alla questione ebraica in Italia»”.

 

  L'AUTORE - Giovanni Sale è nato a Mara (Sassari) il 1° marzo 1958. Ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l'Università di Sassari. È entrato nella Compagnia di Gesù, nella quale è stato ordinato presbitero nel 1996. Ha conseguito la licenza in Storia della Chiesa moderna e il dottorato in Storia della Chiesa contemporanea presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Attualmente fa parte della redazione della rivista «La Civiltà Cattolica», insegna Storia contemporanea nella Facoltà di Storia della Chiesa della Pontificia Università Gregoriana di Roma ed è direttore dell'Istituto Storico della Compagnia di Gesù. Presso la Jaca Book ha già pubblicato “La Civiltà Cattolica” nella crisi modernista (1900-1907) (2001), Pauperismo architettonico e architettura gesuitica (2001), Dalla monarchia alla repubblica. 1943-1946 (2003), Hitler, la Santa Sede e gli ebrei (2004), De Gasperi, gli Usa e il Vaticano all’inizio della guerra fredda (2005), Popolari e destra cattolica al tempo di Benedetto XV (2006), Il Novecento tra genocidi, paure speranze (2006) e ha curato Ignazio e l’arte dei gesuiti (2003).

 

  INDICE DELL'OPERA - Saggio introduttivo, di Emma Fattorini – Parte prima – Capitolo primo. Humani generis unitas: l’enciclica di Pio XI sul razzismo mai promulgata – Capitolo secondo. Il Manifesto della razza del 1938 e i cattolici italiani – Capitolo terzo. I primi provvedimenti antiebraici e la dichiarazione del Gran consiglio del Fascismo – Capitolo quarto. Il R.D.L. sulla difesa della razza italiana del 17 novembre 1938 e la protesta della Santa Sede – Parte seconda - Capitolo primo. La difficile applicazione della legislazione razziale – Capitolo secondo. Progetti di riforma della legislazione razziale. Il problema dei matrimoni misti – Capitolo terzo. La precettazione obbligatoria degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale – Capitolo quarto. Approfondimenti: l’ultima battaglia di Pio XI – Appendice: documenti – Bibliografia – Indice dei nomi e dei luoghi