Un marine, la guerra e un cane di nome Lava Stampa E-mail

Jay Kopelman e Melinda Roth

Un marine, la guerra e un cane di nome Lava

Mursia, pagg.208, Euro 16,00

 

kopelman_marine.jpg  IL LIBRO - Quando i marines fanno irruzione in una casa abbandonata di Fallujah, in Iraq, e sentono un rumore sospetto, serrano le armi, scivolano piano dietro un angolo e si preparano ad aprire il fuoco.

  Ma quel che trovano durante l’attacco alla «città più pericolosa del mondo» non è un insorto con intenti di vendetta, bensì un minuscolo cucciolotto abbandonato. Sebbene le leggi militari vietino di tenere animali domestici, i marines spulciano il cucciolo con il cherosene, lo sverminano con il tabacco da masticare, lo rimpinzano di cibo pronto al consumo e gli danno il nome del battaglione cui appartengono: Lava.

  Inizia così il tentativo dei soldati di salvare il piccolo, ma anche Lava sarà protagonista di un salvataggio: quello del tenente colonnello Jay Kopelman dalle devastazioni emotive della guerra.

  Un marine, la guerra e un cane di nome Lava ci racconta la storia vera di un’improbabile banda di eroi che apprende impreviste lezioni di vita, di morte e di Guerra da un piccolo rifugiato malconcio e pulcioso.

 

  DAL TESTO - "Se una granata ti stacca la faccia dal teschio, quanto meno riesci a tirare le cuoia nella coordinata GPS più vicina al Cielo. La maggior parte degli archeologi biblici riteneva che il Giardino dell'Eden si trovasse in Iraq - l'unica copia palpabile del Cielo in possesso di Dio, il Suo Paradiso in terra. Non che si avessero pronte scuse adeguate all'arrivo lì, perché la linea di confine tra il bene e il male qui nella zona di battaglia richiedeva più di un semplice paio di occhiali di lettura per essere vista. Ma che fosse Abramo, Maometto o Gesù a scandirti la cadenza, è qui che tutto è iniziato ufficialmente ed è qui che tutto è andato ufficialmente male.

  "Innanzitutto un buon potenziale commerciale, però, perché la regione rivendicava il marchio di fabbrica sul luogo di nascita di Abramo, sulla Torre di Babele e sulla costruzione di Babilonia, oltre che sull'agricoltura, la scrittura, la ruota, lo zodiaco, la teoria legale, la burocrazia e l'urbanizzazione. Fin dall'inizio, tutti volevano un pezzo della terra, dai mesopotami ai sumeri, dagli accadi all'impero di Ur, dai babilonesi agli assiri, dai persiani ai greci, dagli arabi ai mongoli, dai turchi ai britannici".

 

  L'AUTORE - Jay Kopelman è un ufficiale in pensione del Corpo dei Marines e il direttore esecutivo di Freedom is not Free, un’organizzazione no profit impegnata nell’assistenza dei militari feriti e delle loro famiglie. Ciclista a livello agonistico, vive nel Sud della California con la moglie, i figli e i loro animali domestici. Nella stesura di questo libro è stato aiutato dalla giornalista Melinda Roth.