Vademecum di storia dell'Unità d'Italia Stampa E-mail

Sergio Romano

Vademecum di storia dell'Unità d'Italia

Rizzoli, pagg.342, Euro 20,00

 

romano_vademecum.jpg  IL LIBRO - Una storia comune degli italiani non esiste più. A quasi 150 anni dall’unità nazionale si è frantumata in tante piccole schegge, ognuna delle quali rispecchia l’ideologia, le passioni, le radici familiari dei cittadini. Uno scollamento che si riflette nei quesiti contenuti nelle undicimila lettere che giungono ogni mese nella redazione del “Corriere della Sera” alla rubrica di Sergio Romano. Le risposte “non formano una ‘storia d’Italia’, ma ciascuna di esse descrive una persona, un evento, un problema, segna un punto su una immaginaria carta cronologica della storia nazionale”. In questo modo vengono messe in luce proprio le costanti e i temi ricorrenti che continuano ad appassionare (e dividere) gli italiani: dal rapporto tra Stato e Chiesa agli scandali che periodicamente scuotono il mondo politico, dalla collocazione dell’Italia sullo scacchiere internazionale alle tante fratture mai sanate (tra Nord e Sud, fascisti e antifascisti, comunisti e anticomunisti). Sotto la guida esperta di Romano, unendo un punto all’altro, il lettore comporrà un disegno – per una volta unitario – e scoprirà non la storia “scientifica” dei libri degli studiosi, “ma quella dei monumenti e delle targhe commemorative, dei riferimenti alla nazione nei discorsi delle ‘autorità’, delle conversazioni quotidiane degli italiani. È una storia più modesta, ma è stata fatta da noi, rispecchia i nostri vizi e le nostre virtù”.

 

  DAL TESTO - "La mancanza di una storia comune e continua, governata da una stessa logica nazionale, in cui tutti gli italiani erano coinvolti e responsabili, favorì la teoria del doppio Stato. Alcuni storici sostennero che quello visibile era soltanto una scena teatrale, uno schermo, un fondale dipinto dietro il quale si nascondeva il «vero» Stato, vale a dire un oscuro intreccio di strategie politiche, interessi criminali e influenze straniere a cui, evidentemente, era lecito ribellarsi. Fu questa una delle ragioni per cui il terrorismo italiano durò più a lungo e fu più sanguinoso di quello di altri Paesi europei che ne furono colpiti. A differenza della Rote Armee Fraktion, il «partito armato» italiano poté contare su una zona di simpatia, complicità o neutralità, composta da quella parte della società che non era «né con lo Stato né con le Brigate rosse». E fu questa, infine, la ragione per cui un gruppo di procuratori poté mettere in crisi, all'inizio degli anni Novanta, l'intero sistema politico. Tra la fragilità dello Stato italiano e la mancanza di una storia comune alla maggior parte della società nazionale esiste un nesso".

 

  L'AUTORE - Sergio Romano, ex ambasciatore, storico, giornalista, è editorialista del “Corriere della Sera”, di cui dal gennaio 2005 cura la rubrica delle lettere, e di “Panorama”. Tra i suoi libri più recenti ricordiamo Il Paese delle molte storie (Rizzoli 2007) e Storia di Francia. Dalla Comune a Sarkozy (Longanesi 2009).

 

  INDICE DELL'OPERA - Prefazione. Gli orfani della storia - Parte prima. Dall'Unità alla fine della Grande Guerra - Parte seconda. Dalla fine della Grande guerra alla fine della Seconda guerra mondiale - Parte terza. Dall'avvento della Repubblica ai nostri giorni - Indice dei nomi e dei luoghi notevoli