Guerrieri di Cristo Stampa E-mail

Gianclaudio Civale

Guerrieri di Cristo. Inquisitori, gesuiti e soldati alla battaglia di Lepanto

Unicopli, pagg.215, Euro 16,00

 

civale_guerrieri.jpg  IL LIBRO - La battaglia di Lepanto è stata oggetto di numerosi studi che ne ricostruiscono lo scenario politico, le fasi militari, gli esiti religiosi e culturali sul mondo europeo. È però rimasta del tutto ignorata la presenza, nella flotta della Santa Lega, d’un giudice dipendente dall’Inquisizione di Spagna - una sorta d’inquietante commissario politico "ante litteram". Con una minuziosa ricerca svolta nei maggiori archivi europei, Civale è riuscito a rintracciare un consistente corpus documentario relativo a questo peculiare tribunale di fede. L’attività dell’inquisizione "de la armada" è ricondotta all’interno di un più ampio ventaglio d’iniziative intraprese dalle gerarchie cattoliche per la promozione di un nuovo modello di "soldato christiano" e continuamente collocata entro un affresco, ampio ed emozionante, di quel celebre evento.

 

  DAL TESTO - "Dai militi poteva essere preteso un comportamento irreprensibile, devoto e generoso, diretta emanazione della "virtù" del generale che, in quanto magistrato cristiano, era tenuto ad essere giudizioso, pio, retto, lo specchio di tutte le qualità richieste ai soldati. La mutazione proposta da Londoño si rivelava, dunque, come una riforma morale più che tecnica, che significativamente si riduceva a due soli comandamenti: «ni Dios se ofenda, ni el projímo». L'esigenza fondamentale del rispetto di tali principi cristiani, poi, si articolava in un minuzioso codice di condotta militare che copriva buona parte delle pagine che componevano il Discurso. Gli ovvii divieti marziali che impedivano la diserzione, l'allontanamento dall'unità, l'insubordinazione, la malversazione, lo spionaggio o la solidarietà con i nemici, erano anticipati da prescrizioni di carattere più generale: non rubare, non ubriacarsi, non giocare, non bestemmiare, essere onesti con le donne e pacifici con la popolazione civile ed i propri commilitoni, evitando le ingiurie ed i duelli. L'ossequio nei confronti della Chiesa, naturalmente, rivestiva capitale importanza: il soldato, anche in campagna, doveva evitare di alloggiare in chiese, monasteri, ospedali o qualsiasi altra proprietà ecclesiastica, doveva assolutamente rispettare l'intangibilità dei religiosi e non violare con il furto ed il saccheggio i luoghi e gli oggetti sacri".

 

  L'AUTORE - Gianclaudio Civale (Salerno 1976) svolge attività di ricerca presso l'Università degli Studi di Milano. Si occupa di storia dell'Inquisizione e della violenza religiosa ed è autore del volume Con Secreto y disimulación. Chiesa e Inquisizione nella Siviglia del secolo XVI, Napoli 2007 (menzione speciale al premio "Desiderio Pirovano" 2008 - Istituto Luigi Sturzo).

 

  INDICE DELL'OPERA - Indice delle illustrazioni - Abbreviazioni - Introduzione - I. Il soldato christiano - 1. Orizzonti spagnoli - 2. Iniziative gesuitiche - II. La nascita dell'Inquisizione de la mar - 1. La Santa Lega - 2. Jerónimo Manrique - III. L'ascesi e la battaglia - 1. Benedizioni - 2. Lepanto - IV. Soldati - 1. Il prezzo della vittoria - 2. Veterani, coscritti e mercenari - V. Atto di fede - 1. I "disordini" della vita militare - 2. Penitenza e riti propiziatori - VI. Inquisizioni - 1. Inquisitore spagnolo e vicario papale - 2. Messina - VII. Tra due mondi - 1. Frontiere - 2. Passaggi - VIII. «La desolatione di Tunisi» - 1. La fortezza e la città - 2. Una colonia atipica - 3. L'assedio - Indice dei nomi