Uno bianca. La banda di Roberto e Fabio Savi Stampa E-mail

Massimiliano Mazzanti

Uno bianca. La banda di Roberto e Fabio Savi

Lupo Edizioni, pagg.288, Euro 23,00

 

mazzanti_uno-bianca.jpg  IL LIBRO - Tra il 1987 e il 1994, tra Bologna e le Marche, agì la più feroce banda di rapinatori della storia criminale della Repubblica italiana, quella della UNO BIANCA. Quando finalmente vennero sgominati, l'opinione pubblica del Paese inorridì nello scoprire come ben cinque dei sei criminali fossero agenti della Polizia di Stato. Subito dopo il loro arresto, tutti cominciarono a chiedersi come fosse stato possibile che lo stesso gruppo di uomini, usando sempre le stesse armi, avesse potuto agire impunemente per tanto tempo. Subito - come già si era ipotizzato quando iniziò la caccia alla UNO BIANCA - ci fu chi ipotizzò il coinvolgimento di frange dei servizi segreti deviati o di strutture eversive di destra in combutta con settori della malavita organizzata. Dopo l'arresto e durante i processi - di cui alcuni, seppur per fatti minori, secondari o collegati sono ancora in corso - emerse una verità ancor più inquietante. Massimiliano Mazzanti, dopo l'uscita delle ennesime ricostruzioni fantasiose, ha ripercorso dunque tutta la storia della banda, dai suoi albori fino all'arresto e ai processi, in un libro che, in soli quattro mesi e con una distribuzione limitata a Bologna (il libro, nel resto d'Italia, si può ordinare solo via internet) ha conquistato centinaia di lettori, imponendosi come testo di riferimento per chiunque voglia conoscere questa vicenda. Nessuna ipotesi, nessuna questione riguardante la lunga vicenda dei Savi è stata trascurata nella ricostruzione di Mazzanti e tutte le tesi esposte sono fondate e documentate su carte ufficiali, incontestabili, prodotte in tribunale o scovate dal giornalista negli archivi dei tanti avvocati che si sono occupati del caso. Chi ha veramente permesso la cattura dei Savi? Perché furono tanto feroci, in alcune loro azioni criminali? Perché facevano credere di essere militarmente addestrati? Ma, soprattutto, chi sbagliò le indagini che avrebbero permesso - ben tre anni prima, con un risparmio di vite enorme - di assicurarli alla giustizia già nel '91? Mazzanti, senza sconti per nessuno - semplici funzionari, alti dirigenti del Viminale, politici - fa nomi e cognomi, ricorda le circostanze e attribuisce le responsabilità, denunciando anche come molti di coloro che permisero - coi loro errori e a volte anche con compiendo azioni più gravi de semplice sbaglio - siano ancora ai vertici della Polizia di Stato. Tanti gli apprezzamenti giunti a Mazzanti per la realizzazione di questo studio: dai parenti degli assassinati (prima tra tutte, la madre di Andrea Moneta, il giovane carabiniere, Medaglia d'Oro al Valor Militare, che comandava la pattuglia sterminata nella Strage del Pilastro del 4 gennaio 1991) al presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga; da attuali ministri ai tanti lettori e radioascoltatori dei programmi radiofonici condotti in Emilia dall'Autore.

 

  DAL TESTO - "Il 31 agosto 1987, qualcosa cambiò, nella vita dei Savi: per la prima volta, spararono. Per qualche motivo, quel giorno posticiparono l'orario dell'azione, decidendo di fare il colpo poco prima delle sette, a San Lazzaro, primo comune della periferia est di Bologna. A entrare nel gabbiotto del casellante fu Fabio, il quale, sentitosi rispondere che di soldi in cassa non ce n'erano più - il furgone portavalori era passato poco prima a ritirare l'incasso -, s'arrabbiò e fece fuoco, ferendo alla gamba Roberto Ricuperati. Lo sfortunato impiegato disse agli investigatori che il rapinatore, a viso coperto, parlava con forte accento romagnolo. Antonio Buratti, invece, si limitò a riferire ai giudici come il bandito - probabilmente, Roberto, il quale lo percosse anche - si sforzasse di strozzare la voce, per essere meno identificabile. Il bottino, per la prima volta, fu nullo. Sull'auto, poche certezze. All'efferatezza, assistette anche un terzo dipendente di Società Autostrade, Roberto Bondi".

 

  L'AUTORE - Massimiliano Mazzanti, 39 anni, giornalista professionista, ha lavorato per 14 anni al Secolo d'Italia e ha collaborato come opinionista ed editorialista con innumerevoli testate italiane. Ritornato a operare nel capoluogo emiliano, dirige da anni un fortunato talk-show radiofonico - Obiettivo su Bologna -, prima su RadioSferaRegione e da due anni su Punto Radio.

 

  INDICE DELL'OPERA - 1. Premessa - 2. 1987: imprendibili sull'A14 - 3. Il primo sparo - 4. Estorsione a Rimini - 5. Supermercati nel mirino - 6. La banda si allarga - 7. L'eccidio di Stasi ed Erriu - 8. Altri caselli, altri supermarket - 9. 1989: la banda si ferma - 10. Anna Maria Fontana - 11. 1990: L'isola rossa non è più felice - 12. Ombre oscure sul pilastro - 13. Primo Zecchi - 14. Uno bianca simbolo di terrore - 15. L'eccidio del Pilastro - 16. La sconfitta dei carabinieri - 17. L'uovo di Colombo del dottor Preziosa - 18. La Uno bianca al Parlamento - 19. Altre ipotesi investigative - 20. Roberto, tra depistaggi e colpi di fortuna - 21. Ancora carabienieri nel mirino - 22. Via Volturno - 23. La stagione delle 98 - 24. Caccia agli immigrati - 25. Santa Maria delle Fabbrecce - 26. Il Nucleo investigativo speciale - 27. La lettera rubata di Edgar Allan Poe - 28. Tocca alle banche - 29. Simonetta Bersani - 30. L'esecuzione di Valenti - 31. 1991: ancora un morto. Poi, la fine - 32. L'arresto - 33. Le confessioni di Mazza e delle mogli - 34. Tutti a casa - 35. Mani rosse sulla polizia - 36. E se fregassero Preziosa? - 37. Serra indaga sulla questura più disastrata d'Italia - 38. Monti, Buono e ancora Preziosa - 39. Le conseguenza delle Serra - 40. Nuove manovre politiche - 41. Entra in campo Di Pietro - 42. Nessuna telefonata compromettente - 43. Il progetto meraviglioso - 44. Umberto Mormile e la Falange armata - 45. Eva Mikula - 46. Sabine Falschlunger - 47. Sergio Picciafuoco - 48. L'eccidio che non c'entra niente - 49. Il commissario De Luca - 50. Conclusioni, amare - Indice alfabetico delle persone citate nel testo - Bibliografia