Imperi dell'Atlantico Stampa E-mail

John H. Elliott

Imperi dell'Atlantico. America britannica e America spagnola, 1492-1830

Einaudi, pagg.XXVI-684, Euro 52,00

 

elliott_imperi.jpg  IL LIBRO - «Sir John Elliott, Regius Professor Emeritus di Storia Moderna a Oxford, è uno dei maggiori storici viventi, autore di magistrali ricerche sulla storia della Spagna moderna, della sua cultura politica e della sua espansione mondiale. In questo libro, frutto di lunghi anni di studio, racconta la storia parallela dei due imperi atlantici della prima età moderna, l'America spagnola e quella inglese.

  «Quegli imperi nacquero dalla volontà di trapiantare nella vastità degli spazi americani due culture diverse, per molti aspetti antitetiche e a lungo ferocemente ostili: quella latina, cattolica e assolutista della Spagna e quella anglosassone, protestante e liberale dell'Inghilterra. Due culture concordi solo nel concepire le terre d'America come uno spazio sacro, come un'offerta della Provvidenza divina per realizzare finalmente nel mondo l'ideale cristiano del regno di Dio.

  «In un continente vastissimo e scarsamente abitato da popoli diversi per lingue e culture, vennero allora a confronto due modelli di dominio coloniale, quello centralistico e burocratico della Spagna e quello disseminato e individualistico dell'Inghilterra. E quelle due realtà, che in Europa si combattevano, trovarono nel continente americano sorprendenti forme di interazione e di scambio.

  «Lo sguardo che Elliott posa su di una materia di straordinaria complessità è attento ai particolari e ricco di acute e rivelatrici osservazioni ma non perde mai di vista il problema fondamentale: confrontare in una prospettiva di ampio respiro i due maggiori modelli imperiali prodotti dall'Europa moderna. Il suo bilancio è quindi destinato a nutrire le riflessioni e le conoscenze di chi, nel mondo globalizzato di oggi, si interroga sull'interazione di civiltà diverse su scala planetaria, perché riesce a fornire, con un lavoro di comparazione di altissimo livello, una visione d'insieme del più imponente tentativo di unificazione culturale delle società umane: quello dei "secoli lunghi" del dominio europeo in America». (Adriano Prosperi)

 

  DAL TESTO - “La riaffermazione della necessità di istruire gli indiani alla fede cristiana sottolineava l'impegno della corona a favore del processo di evangelizzazione - un impegno che fu rafforzato da una serie di concessioni papali che portarono alla costituzione di una chiesa americana sotto il controllo della corona stessa. Nel 1486, Roma aveva accordato alla corona il Patronato della chiesa nel regno di Granada, conferendole così il diritto di presentazione a tutti i benefici ecclesiastici principali in un territorio che non era ancora completamente libero dal controllo dei mori. Negli anni successivi, una serie di bolle papali, a cominciare dall'Inter Caetera di Alessandro VI del 1493 che concedette alla corona i diritti esclusivi di evangelizzazione nei suoi possedimenti transatlantici, estesero in modo cumulativo il Patronato alle Indie. Nel 1501, Alessandro concesse in perpetuo alla corona tutte le decime riscosse nelle Indie in modo da finanziare l’opera di evangelizzazione e, in una bolla del 1508, Giulio II concesse a Ferdinando il diritto, per il quale il sovrano aveva pazientemente lavorato, di presentazione a tutte le cattedrali e i benefici ecclesiastici nei territori americani della Spagna. Una volta riconosciuto il Patronato, la corona cominciò a istituire le prime diocesi in America: nelle Antille nel 1511 e sul continente nel 1513.

  “Sebbene la struttura della chiesa istituzionale nell'America spagnola fosse ormai stabilita, furono gli ordini religiosi che lanciarono e condussero la campagna per la conversione degli indiani. Cortés, profondamente sospettoso della pompa e della corruzione del clero secolare, nella sua quarta lettera del 15 ottobre 1524, spinse la corona a rivolgersi ai frati per l'evangelizzazione dei popoli vinti del Messico. In realtà essi avevano già fatto la loro apparizione. Dodici francescani, i famosi «dodici apostoli», sotto la guida di frate Martin de Valencia, avevano raggiunto il Messico quattro mesi prima, precursori di un vasto programma di conversione e indottrinamento. Nel 1526 furono seguiti da dodici domenicani e sette anni dopo dagli agostiniani. Anche in Perù sarebbe ben presto partito un processo simile, con tre domenicani che si imbarcarono con Pizarro a Panama. Uno di questi era padre Valverde, famoso per il suo scontro con Atahualpa, che accompagnò Pizarro nel corso di tutta la conquista e diventò il primo vescovo di Cuzco. Con la crescita del numero dei religiosi, nuovi conventi e chiese furono costruiti. Verso il 1559, nella Nuova Spagna c'erano 802 francescani, domenicani e agostiniani, e fra tutti avevano fondato 160 luoghi di culto.

 

  L'AUTORE - Sir John Elliott è Regius Professor Emeritus di Storia Moderna presso l'università di Oxford. Tra le sue opere: Il vecchio e il nuovo mondo (il Saggiatore, 1985), Richelieu e Olivares (Einaudi, 1990), Il miraggio dell'Impero. Olivares e la Spagna: dall'apogeo alla decadenza (Salerno, 1991), La Spagna e il suo mondo (Einaudi, 1996) e Imperi dell'Atlantico (2010).

 

  INDICE DELL'OPERA - Introduzione. Mondi al di là del mare – Parte prima. Occupazione - I. Intrusione e impero – II. Occupare lo spazio americano - III. Affrontare i popoli americani - IV. Sfruttare le risorse americane – Parte seconda. Consolidamento - V. Corona e coloni - VI. L'ordinamento della società - VII. L'America come spazio sacro - VIII. Impero e identità – Parte terza. Emancipazione - IX. Società in movimento - X. Guerra e riforma – XI. Imperi in crisi - XII. La formazione di un Nuovo Mondo – Epilogo – Bibliografia - Indice analitico