I conformisti Stampa E-mail

Pierluigi Battista

I conformisti. L'estinzione degli intellettuali d'Italia

Rizzoli, pagg.221, Euro 18,00

 

battista_conformisti  IL LIBRO - Uno spettro si aggira per l’Italia: solo questo è rimasto della vittima eccellente del nostro tempo, la cultura. Si è spenta, o a essere ottimisti è in coma, l’idea di pensiero come valore civico e civile, come vero sforzo di comprensione del reale, come libertà. Avevano già inflitto un serio colpo alla cultura i linciaggi di partito come quello a Hannah Arendt. L’hanno ridotta in fi n di vita terribili silenzi come quello sul caso Solzenicyn. Le stanno dando il colpo di grazia le dietrologie, dall’11 settembre alle intercettazioni telefoniche; l’inesausta rivalutazione dei dittatori altrui, da Castro a Chávez; il pensiero doppio di un Nobel come Saramago che tuona contro la censura di un libro fotografico blasfemo (per i cattolici) dopo averla invocata per vignette altrettanto blasfeme (ma per gli islamici). Che ne è stato degli irregolari come George Orwell e Albert Camus, dei grandi intellettuali anticonformisti come Georges Bernanos e Simone Weil, che tradirono la loro appartenenza per non tradire se stessi? L’arma del delitto ultimamente è sempre il conformismo, che strumentalizza la realtà e distrugge gli individui a colpi d’ideologia. E come in un romanzo giallo troppo sperimentale, alla fine l’assassino coincide con la vittima: è la casta culturale italiana che, con il suo strabismo e i suoi pregiudizi, ha ucciso la cultura. La penna pungente di Pierluigi Battista individua e spietatamente trafigge la miopia intellettuale e l’incubo revisionista, i nuovi oscurantismi e il laicismo sfrenato, i germi del conformismo responsabili della cancrena del dibattito italiano. Ma con questo libro cerca anche di iniettarli come un antidoto nel pensiero di politici, scrittori, artisti, filosofi, intellettuali. Colpirne cento per educarne almeno uno.

  DAL TESTO - "[...] anche il boom di vendite dei libri di Giampaolo Pansa non è una novità della storia editoriale italiana. Anzi, il divario tra gli orientamenti dominanti nella storiografia consacrata e politicamente accreditata e lo straordinario successo di vendite di libri di orientamento opposto è una costante delle vicende dell'editoria italiana. Come non ricordare il cipiglio sprezzante, il sussiego, l'avversione e persino l'ostilità per i libri di storia di Indro Montanelli? Libri vendutissimi, politicamente e culturalmente estranei all'ortodossia storiografica antifascista, e che da tempo irnmemorabile hanno usato, ricorda Mario Cervi, categorie interpretative della Resistenza in chiave di «guerra civile» che nell'accademia di sinistra hanno dovuto attendere lo sdoganamento culturale di Claudio Pavone (all'inizio degli anni Novanta) per essere prese in considerazione.
  "Esattamente come accade per Pansa, anche allora si deploravano i libri di Montanelli perché semplicistici, pettegoli, adusi a ricostruire la storia dal buco della serratura, privi di note a piè di pagina. Ma quei libri, anche in tempi di indiscussa egemonia culturale della sinistra, vendevano, stabilivano un rapporto di fedeltà con un pubblico popolare, e non solo per la scorrevolezza e la limpidezza della scrittura così in contrasto con quella, pesante e legnosa, degli storici di professione.
  "Qualcosa di analogo accadde anche con i libri di Giovannino Guareschi, tanto disprezzati dalla critica «colta» quanto invece apprezzati da un pubblico vasto.
  "Forse Guareschi incarnava un'egemonia culturale così incontrastata e trionfale? O non sarà il caso di chiedersi come mai, nella storia editoriale italiana, i gusti del pubblico quasi mai hanno coinciso con gli orientamenti dell'establishment culturale, come a confermare quella frattura tra élite e popolo così clamorosamente messa in evidenza in questi ultimi anni di storia repubblicana? E del resto non dovrebbe proprio la sinistra interrogarsi sull'invisibilità della sua migliore storiografia?".


  L'AUTORE - Pierluigi Battista è giornalista del “Corriere della Sera”, di cui è stato vicedirettore dal 2004 al 2009. Ha condotto su Raiuno il programma di approfondimento Batti e ribatti e su La7 tre edizioni della trasmissione Altra storia. Ha pubblicato tra gli altri La fine dell’innocenza. Utopia, totalitarismo, comunismo (2000) e Cancellare le tracce (2007).


  INDICE DELL'OPERA - Prefazione - Parte prima. Nostalgie e (mancate) revisioni - Parte seconda. Come eravamo (o avremmo voluto essere) - Parte terza. Censure (a corrente alternata) - Parte quarta. Guerre (laiche) di religione - Parte quinta. Il popolo (nell'illibertà) - Lettere aperte - Ringraziamenti - Indice dei nomi