Vita e morte nel Terzo Reich Stampa E-mail

Peter Fritzsche

Vita e morte nel Terzo Reich

Laterza, pagg.350, Euro 20,00

 

fritzsche_vita  IL LIBRO - Fino a che punto i tedeschi divennero nazisti? Quanti di loro lo furono veramente? Molto e molti di più di quanto finora si sia pensato. Peter Fritzsche scruta la loro vita privata, ne esamina le lettere, i diari, le conversazioni, mostrando quanto fossero tormentati da quello che stava accadendo. Scopre i loro diversi punti di vista, il desiderio, il fascino e lo sgomento con cui affrontarono la rivoluzione nazista. «Come vasto progetto di rinnovamento politico, sociale e razziale, il nazionalsocialismo offriva al popolo tedesco diverse modalità di partecipazione. I tedeschi guardarono alle politiche naziste con paura, opportunismo e carrierismo e con diversi gradi di convinzione ideologica. E l’elenco potrebbe allungarsi ulteriormente per includere la pigrizia, l’indifferenza e l’ignoranza».

  Vita e morte nel Terzo Reich è un’agghiacciante descrizione molto più inquietante della visione di un popolo terrorizzato e ipnotizzato, un libro straordinario nel quale sono magistralmente narrate le vicende di un regime che intendeva ricostituire una nazione e, nel corso di questo processo, trasformò l’Europa in un campo di sterminio.

  DAL TESTO - "I nazisti elaborarono una visione del mondo sostanzialmente imperniata sull'accerchiamento, secondo cui la lotta era l'unica garanzia di conservazione della vita; la lotta era anzi un segnale di vita. In una prospettiva così drastica la comunità del popolo era inevitabilmente minacciata e implicitamente violenta. Lo stato di emergenza permanente decretato dai nazionalsocialisti aiuta a spiegare il loro enorme sforzo per ricostruire il corpo collettivo e la soddisfazione che i loro seguaci traevano dalle immagini di unità e solidarietà. Esso aiuta a spiegare anche l'accettazione dell'esclusione violenta come parte del processo di ricostruzione. Gli ingredienti di base della visione del mondo nazista, tra cui il grande timore di una disgregazione totale della vita nazionale, la determinazione a scongiurare il caos del 1918 e il calcolo morale secondo cui per conservare la vita poteva essere necessario distruggerla, erano molto diffusi nel Terzo Reich. Questi presupposti non furono mai gli unici ingredienti della miscela, ma erano ampiamente utilizzati e discussi dai tedeschi nel momento in cui questi riflettevano sulle politiche del nazismo e sul proprio comportamento. Tuttavia, soltanto i nazisti irriducibili seguirono fino all'esito doloroso del 1945 la logica della vita come violenza.
  "Nell'idea di solidarietà nazionale si esprimevano i desideri di milioni di tedeschi che deploravano la Rivoluzione di Novembre e diffidavano della Repubblica di Weimar per il potere che dava ai socialdemocratici. Quell'idea all'inizio degli anni Trenta era attraente anche per i cittadini spaventati dall'insicurezza economica e dall'instabilità politica".


  L'AUTORE - Peter Fritzsche è professore di Storia all’Università dell’Illinois e autore di diversi volumi, tra cui Germans into Nazis (Harvard University Press, 1999).


  INDICE DELL'OPERA - Prefazione - Introduzione - I. Rianimare la nazione («Heil Hitler!» - Fino a che punto i tedeschi appoggiarono i nazisti? - La «comunità del popolo» - Consumare la nazione - «Unter Uns», ovvero lo spazio audiovisivo del nazismo) - II. Ripulire la razza (Passaporti ariani - Biologia e rivoluzione nazionale - Guardare da ariani - Il campo - Vite indegne - L’aggressione agli ebrei tedeschi) - III. L’impero della distruzione (Scrivere lettere - Il progetto imperiale - L’espansione dell’impero tedesco - Soluzioni finali al «problema ebraico» - La deportazione degli ebrei tedeschi - L’Olocausto) - IV. Intima consapevolezza (Stazione ferroviaria - Testimoni ebrei – Testimoni tedeschi - Carnefici e vittime - Immaginando la fine della guerra - Leggere la catastrofe) - Note - Indice dei nomi e delle cose notevoli