Don Carlo Gnocchi Stampa E-mail

Luisa Bove

Don Carlo Gnocchi

Paoline Editoriale Libri, pagg.286, Euro 16,00

 

bove_carlo-gnocchi  IL LIBRO - Don Carlo Gnocchi (1902-1956), personalità di grande comunicativa e disponibilità, dopo varie esperienze pastorali si occupa dei giovani del prestigioso Istituto Gonzaga di Milano.
Scoppiata la guerra, sceglie di andare al fronte come cappellano militare degli alpini, e vi resta fino alla fine della guerra. Era presente nella drammatica ritirata di Russia.

  Finita la guerra, fra le tante tragiche conseguenze, vi è quella dei bambini mutilati da ordigni bellici. Don Gnocchi dedicherà a questi bambini tutta la sua vita, istituendo case di accoglienza e provvedendo in tutto ad essi. Alla sua morte, quando ancora non esisteva la legge sul trapianto degli organi, donerà i suoi occhi perché due mutilatini ciechi possano vedere.

  L’intera vicenda umana di don Gnocchi è raccontata con ricchezza di particolari attraverso i tanti testimoni che lo hanno conosciuto e cronisti che hanno scritto di lui sui giornali dell’epoca.

  Il libro si avvale della prefazione è di mons. Angelo Bazzari, Presidente della “Fondazione Don Gnocchi” e di un significativo inserto fotografico.

  DAL TESTO – “Il cappellano fu esaudito e finalmente nel luglio 1942 partì per la Russia. Il suo compito era quello di stare accanto ai soldati del suo battaglione, alpini anche questa volta, assicurando loro una vicinanza umana e spirituale. Ci teneva don Gnocchi a non far mancare loro la messa che, nei limiti del possibile, diceva tutti i giorni «nonostante le difficoltà che questo comportava», perché «la temperatura di 30-40 gradi sotto zero faceva gelare l'acqua e il vino e rendeva difficile stare fermo». Senza contare che occorreva anche trovare il luogo adatto. A volte ricavava dal ghiaccio un cubo su cui appoggiava la valigetta per la messa. Angelo Polelli, che nel 1942 era autista del Quartiere generale della Divisione Alpina Tridentina, racconta: «Ricordo ancora che intorno a Natale celebrò la messa in un capannone di fortuna: io non partecipai perché in servizio, ma i miei commilitoni poi mi dissero che era stata una cosa meravigliosa e suggestiva, anche perché c'erano quasi più bambini e donne russe che soldati».

  “Dopo una decina d'anni, quando qualcuno chiese a don Gnocchi quali tra i Natali trascorsi al fronte ricordasse con maggiore commozione, si sentì rispondere: «Quello del 1942. Eravamo accerchiati dai Russi, in un'enorme sacca di trecento chilometri di profondità: per uscirne, gli alpini della "Tridentina" dovettero affondare undici combattimenti. E tornò il venti per cento degli effettivi”.

  L’AUTRICE – Luisa Bove ha conseguito a Milano il baccalaureato presso la Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale. Già redattrice a Il nostro tempo di Milano, oggi scrive sui giornali della Diocesi di Milano (Incrocinews e Il Segno) e sull’inserto Milano 7 di Avvenire. Nel 2008 ha ricevuto il premio giornalistico indetto dalla Croce Bianca di Milano per il suo centenario. Per l’editrice Monti ha pubblicato Carlo Maria Martini, una voce nella città (2003), e per Il Gabbiano, Anna Sironi, una vita per il Brasile (2005), tradotto in portoghese nel 2007.

  INDICE DELL’OPERA - Prefazione di mons. Angelo Bazzari – I. Un giorno triste per Milano - II «La vita bisogna prenderla come viene» - III. Il «Gonzaga», un gigante dai piedi di argilla – IV. «La naja mi ha preso il cuore» - V. «Gli alpini sono la mia "meditazione giornaliera"» - VI. In Russia un freddo che attanaglia – VII. «Mi sentivo allo stremo delle forze» - VIII. Partigiano della resistenza finisce a San Vittore – IX. «Mi dedico alla cura dei ruderi umani e degli orfani» - X. Un uomo dal grande cuore – XI. «Tutta la guerra negli occhi di questi bimbi» - XII. «Come una cambiale firmata dinanzi a Dio» - XIII. L'«angelo dei bimbi» - XIV. Le fotografie che scossero l'Italia – XV. Stima e ammirazione da Papa e vescovi – XVI. Per le ragazze era come un padre – XVII. Il dolore innocente e la carità in carta da bollo – XVIII. Come tralci potati per portare più frutto – XIX. La «battaglia» dei piccoli mutilati – XX. Coraggioso e sereno anche nella malattia – XXI. L'ultimo dono di don Carlo – XXII. «Si capì che moriva un santo» - Appendice I - Appendice II - Bibliografia