La Gran Bretagna e l'antifascismo italiano Stampa E-mail

Mireno Berrettini

La Gran Bretagna e l'antifascismo italiano. Diplomazia clandestina, Intelligence, Operazioni speciali (1940-1943)

Le Lettere, pagg.X-162, Euro 19,50

 

berrettini_granbretagna  IL LIBRO – Il volume ricostruisce, con ampio ricorso a documentazione inedita conservata presso i National Archives di Londra, le strategie messe in atto dallo Special Operations Executive per "mettere a fuoco l'Italia", eliminandola dal conflitto: i progetti di sovversione operativa ed i tentativi di organizzare unità militari reclutando gli emigrati presenti nel Regno Unito, Stati Uniti e Canada, o i prigionieri di guerra italiani in mano inglese. Lo Soe, più organismo politico-militare che semplice servizio segreto, cercò anche di condizionare la strategia britannica grazie alle relazioni che seppe instaurare tanto con l'antifascismo, fosse esso il fuoruscitismo liberaldemocratico o quello azionista all'interno della penisola, quanto con i settori della fronda militare antimussoliniana. Dalla diplomazia clandestina di Emilio Lussu al progetto di Legione antifascista della Mazzini Society, dalle attività negoziali di Filippo Caracciolo in Svizzera al progetto di mediazione vaticana proposto da Adriano Olivetti, passando per le attività antiregime dell'entourage badogliano: pagine poco note della guerra fascista e degli eventi che portarono prima all'8 settembre e poi alla Resistenza, viste attraverso l'originale prospettiva britannica.

  DAL TESTO – "L'idea di creare una Italian Legion di volontari prese corpo nel gennaio 1941, sulla scia del tentativo di aumentare il reclutamento di agenti allargando la ricerca anche alle Americhe. Più che nell'ottica politica di sviluppare il braccio armato del fronte antifascista tran-atlantico che allora veniva ipotizzato. Ad ogni modo, tra la fine del 1940 e l'inizio del 1941 erano già stati elaborati piani per missioni di italiani che avrebbero dovuto collaborare alla propaganda britannica nei campi di prigionia in Medio Oriente, o verso gli emigrati italiani nei Paesi neutrali. La maggioranza, però, non riuscì a superare nemmeno la fase di studio. Nel medesimo gennaio l'ipotesi di inviare un collaboratore identificato con il nome di Caltabiano in Medio Oriente per svolgere la propaganda verso i prigionieri venne scartata per l'opposizione del colonnello George Pollock, responsabile dello Soe Cairo, il quale considerava l'italiano troppo difficile da controllare. Stessa sorte sarebbe toccata nel febbraio al progetto, riconducibile agli ambienti diplomatici, di inviare il professor Pier Zampetti in missione tra gli italiani delle repubbliche americane: il candidato era stato considerato inadatto a tale compito, per gli inglesi era lecito nutrire molti dubbi sulla sua capacità di organizzative".

  L’AUTORE – Mireno Berrettini, dottore di ricerca presso l’Università Cattolica di Milano. Tra i suoi interessi di studio ci sono le relazioni tra lo Special Opertions Executive, Antifascismo italiano e Resistenza partigiana. Su questo argomento ha pubblicato alcuni saggi (Le missioni dello Special Operations Executive e la Resistenza italiana, in «Quaderni di Farestoria», 2007; Gli inglesi, la diplomazia clandestina e l’Italia badogliana. Lo Special Operations Executive e la missione di Filippo Caracciolo, in «Nuova Storia Contemporanea», 2008; Set Europe Ablaze! Special Operations Executive e Italia 1940-1943, in «Italia Contemporanea», 2008; La Special Force britannica e la “questione” comunista nella Resistenza italiana, in «Studi e Ricerche di Storia Contemporanea», 2009; Diplomazia clandestina: Emilio Lussu e Inghilterra nei documenti dello Special Operations Executive, saggio introduttivo a E. LUSSU, Diplomazia clandestina, Firenze, 2009). Al momento sono in corso di pubblicazione la sua monografia Lo Special Operations Executive e l’Antifascismo italiano (1940-1943), (Premio Fondazione Luigi Micheletti 2005), e la raccolta  di documenti relativi alle missioni SOE in Italia.

  INDICE DELL’OPERA - Prefazione, di Massimo de Leonardis - Premessa - I. Lo Special Operations Executive: strategie sovversive contro l'Italia fascista - 1. «And now, set Europe ablaze!» - 2. Lo Soe nel quadro strategico verso l'Italia - 3. Baker Street: tra simpatie italiane e ricerca di uno spazio operativo - II. Special Operations Executive, Enemy Aliens e Pow italiani: Regno Unito e Commonwealth - 1. Antifascismo, Enemy Aliens e Prisoners of War nel Regno Unito - 2. I Prisoners of War in Africa, India e Medio Oriente - III. Lo Special Operations Executive negli Stati Uniti: Mazzini Society, Welfare Mission e Giustizia e Libertà - 1. Sony ed antifascismo italo-americano - 2. Soe, Welfare Mission e Mazzini Society - 3. Soe e Radio «Giustizia e Libertà» - IV. Bilancio delle attività sovversive nel primo triennio di guerra - 1. Difficoltà operative - 2. La missione Olaf/Mallaby - V. Lo Special Operations Executive tra le diplomazie clandestine di Emilio Lussu e di Pietro Badoglio - 1. Diplomazia clandestina: Emilio Lussu - 2. Lo Soe e la questione Pesenti - VI. Lo Special Operations Executive e le "missioni" Caracciolo e Olivetti - 1. Contatti con il Partito d'Azione: Soe e Caracciolo prima del 25 luglio - 2. Soe e Pda dal 25 luglio all'8 settembre: nuovo scenario, nuove iniziative - 3. La missione Olivetti: l'ultima ratio per la pace separata - Bibliografia - Indice dei nomi