Movimenti religiosi e sette ereticali nella società medievale italiana Stampa E-mail
 

Gioacchino Volpe

Movimenti religiosi e sette ereticali nella società medievale italiana

Donzelli Editore, pagg.270, Euro 19,00

 

volpe_movimenti  IL LIBRO – I saggi di Gioacchino Volpe, pubblicati per la prima volta tra il 1907 e il 1912, e poi raccolti dall’autore in volume nel 1922, rappresentano una pietra miliare negli studi sul medioevo italiano. Attraverso l’analisi dell’eresia dei patari, delle esperienze dei valdesi, del grande movimento francescano e di altri fenomeni religiosi che caratterizzano l’Italia tra l’inizio del secondo millennio e il Trecento, l’autore mette sotto osservazione le trasformazioni dell’intera società medievale. Si tratta di un cambiamento radicale di indirizzi sociali e politici, di uno straordinario scontro di poteri tra coloro che attraverso l’innovazione religiosa forzarono i termini dei vecchi assetti e rapporti di forza, e coloro che rappresentarono le istanze di controllo, di ordine, gerarchizzazione.
   Entro un simile scontro di poteri e di ispirazioni, che coinvolge la sfera religiosa così come l’ambito istituzionale e civile, si evidenziano«le sorgenti dello spirito individualistico che costituisce il segno distintivo dell’epoca nuova», quel «nuovo sentimento della natura e dell’uomo» che non solo conferisce un ritmo «più gagliardo» al sentimento religioso, ma intride di sé tutta la vita civile. La storia delle eresie attrae dunque lo studioso della società medievale per un complesso di motivazioni, che vanno ben oltre la specifica valenza religiosa: essa è, in realtà, storia di competizioni guelfe e ghibelline, storia di conflitti tra papi e imperatori, storia di modificazione della proprietà e del potere, storia di costituzione di Stati. Di là dalle valenze ideologiche che per un lungo periodo lo hanno velato, e a cui non è estranea la stessa interpretazione fornita dall’autore alla vigilia del fascismo, lo studio di Gioacchino Volpe rimane un grande classico in grado ancora oggi di porre allo storico religioso e civile interrogativi cruciali.

  DAL TESTO – “Gli Imperatori si trovarono, specialmente dal Barbarossa a Federico II, in conflitto quasi permanente con la Curia romana, e più di una volta contrapposero un Papa ad un altro e gettarono la Chiesa nello scisma. Ora, nella lotta, essi si trovarono nella necessità o opportunità di raccogliere attorno a sé o almeno tollerare tutte le forze antipapali, senza far troppo sottili distinzioni. Dalla loro parte, gli eretici o approfittarono della guerra mossa a Roma per lavorare con maggior alacrità, o addirittura confidarono negli Imperatori e coordinarono i propri sforzi con i loro, come, del resto, con gli sforzi di qualunque altro sovrano che assumesse di fronte ai Pontefici un atteggiamento di costante opposizione. Così pare che Federico I non fosse troppo ostile ai Catari lombardi durante lo scisma, e si parla anche di favore diretto o indiretto che le eresie avrebbero avuto per opera del suo Cancelliere, l'Arcivescovo di Colonia e satelliti, provenienti da un paese che era tra i preferiti delle sette eretiche. Così anche Federico II passava in Toscana per difensore di quei nobili, accusati, processati e condannati d'eresia nel 1245, che poi di fatto a lui si appellarono contro la sentenza: come all'Imperatore si appelleranno più tardi gli Uberti processati anch'essi d'eresia. Per una ventina d'anni, in Italia, ogni ripresa d'ostilità contro i Pontefici e le città loro alleate, da parte di Federico II, è contrassegnata da nuove agitazioni di eretici, da più intensa propaganda loro. Quando scese Corradino a raccoglier l'eredità del grande avo, tutti i castelli del Garda, popolatissimi di eretici e fautori d'eretici, si schierarono dalla sua parte; e la comparsa del giovine Svevo nell'Umbria, fra mille speranze di immancabile vittoria, risollevò gli animi abbattuti dei Patarini umbri e provocò estremi tentativi di rivincita. Lo stesso e più ancora avvenne nel XIV secolo nell'Italia di mezzo, con la venuta del Bavaro e durante l'effimero trionfo suo e del suo Pontefice.”

  L’AUTORE – Gioacchino Volpe (1876-1971), professore di storia moderna dal 1906, nel dopoguerra aderì al Fascismo e fu deputato al Parlamento. Ha diretto la sezione di storia medievale e moderna dell’Enciclopedia Treccani. Tra le sue opere: Il Medio Evo (1927), Momenti di storia italiana (1925), L’Italia in cammino (1927), Francesco Crispi (1928), Guerra, dopoguerra, fascismo (1928).

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione, di Cinzio Violante (l. L'incontro di Volpe con i modernisti e il saggio del 1907 sugli eretici e le sette ereticali - 2. Movimenti religiosi e sette ereticali - 3. Le giurisdizioni ecclesiastiche - 4. Chiesa e democrazia medievale e moderna - 5. Conclusione - Varianti dell'edizione del 1922 rispetto al saggio sugli eretici del 1907) - Movimenti religiosi e sette ereticali - Chiarimento e giustificazione - Nota del 1961 – Capitolo I (I. Le sorgenti nuove dell'eresia medievale: i Patari - II. Le sorgenti antiche: i Catari - III. Elementi diffusi di eresia e loro primo concretarsi nel XII secolo - IV. Il fatto fondamentale: popolo nuovo, sentimento religioso nuovo - V. Chiesa di Roma e Papato dopo l'XI secolo - VI. Valdesi, Umiliati, Francescani: moti di popolo - VII. Corruzione chiesastica, reazione morale, eresia - VIII. Sviluppo della setta valdese: i Poveri Lombardi) – Capitolo II (I. Il Papato in armi contro il pericolo ereticale: Innocenzo III - II. Eresie e sette nelle varie regioni italiane: l'Italia comunale - III. Elementi sociali nuovi nell'eresia: aristocrazia cittadina e feudale - IV. Plebe rurale e urbana: gioacchinismo, apostolici, fra Dolcino - V. Ghibellinismo, Impero ed eresia - VI. Attività dei nuovi Stati, offesa alle libertà ecclesiastiche ed eresia - VII. Laicato e mendicanti nella questione della povertà evangelica) – Capitolo III (I. Decadere delle sette e «controriforma» nel corso del Duecento - II. L'atteggiamento della borghesia e delle varie classi - III. Capacità di sviluppo dei germi ereticali: Valdesi italiani, boemi, tedeschi - IV. Ultimi bagliori nell'Umbria al principio del XIV secolo) - Chiesa e Stato di città nell'Italia medievale. Riassunto di quattro conferenze del 1912 (I. Fra le due teocrazie. L'XI e il XII secolo - II. La materia dei rapporti e dei contrasti fra lo Stato e la Chiesa nelle città - III. Le fasi, i modi, i risultati del conflitto - IV. Tendenze e spunti dottrinali) - Chiesa e democrazia medievale. Chiesa e democrazia moderna. Discorso per l'inaugurazione dell'anno accademico 1907-8 (I. Chiesa e democrazia medievale - II. Chiesa e democrazia moderna) - Indice dei nomi