Le nostre guerre Stampa E-mail

Alessandro Dal Lago

Le nostre guerre

ManifestoLibri, pagg.268, Euro 22,00

 

dallago_nostreguerre  IL LIBRO – Lungi dall'essere finita, come pretendevano i filosofi dilettanti, dopo la caduta del muro di Berlino la Storia ha subito una vera e propria accelerazione. Dal 1989, l'Occidente a guida americana è in guerra senza soluzione di continuità: Panama, Somalia, Bosnia, Kosovo, Afghanistan, Iraq, Pakistan, Yemen. Tuttavia, diversamente dalle guerre totali del XX secolo, le guerre d'oggi si vogliono pacificatrici, umanitarie, costruttive. Ciò significa soltanto che la guerra fa parte ormai del nostro orizzonte ed è stata metabolizzata dalle società democratiche. Fenomeni in espansione, come le missioni di peace-keeping, la partecipazione di mezzo mondo alla global war on terror iniziata da Bush e la crescita dei nuovi mercenari, i cosiddetti contractor, indicano che il ricorso alle armi, per quasi cinquant'anni bandito dalla vita civile (almeno in Europa), è tornato legittimamente a farne parte. E questa militarizzazione della cultura non vale solo per i conflitti esterni, ma per le piccole guerre interne contro i marginali nelle nostre città e i migranti in mare aperto.

  DAL TESTO – “Invadendo l'Iraq nel 2003 con motivazioni menzognere e causando la morte di almeno centomila esseri umani, Usa e Gran Bretagna sono come minimo responsabili, in senso politico se non strettamente giuridico-internazionale, di crimini contro l'umanità. Che un marine possa essere processato per aver sparato a un civile, e magari rischiare il carcere, mentre il suo presidente no, significa semplicemente che quei centomila morti non contano, non pesano, non esistono, non sono umani, mentre pesa ed esiste (simbolicamente) quella regola secondo la quale un marine così stupido da uccidere dei civili davanti a una cinepresa merita la galera. In altri termini, quei centomila morti sono scarti del processo bellico privi di qualsiasi rilevanza. Un articolo del codice militare vale infinitamente di più. Qui appare un problema chiave di antropologia filosofica. Come valutare il fatto che, al culmine della modernità e dei suoi corollari habermasiani (il diritto, l'intesa comunicativa ecc.), una parte virtualmente maggioritaria della popolazione umana sia de-umanizzata? Né Tamerlano, né Hitler possono essere convocati a discarico. Il primo veniva dalle steppe, il secondo era una scheggia impazzita della modernità. Ma Bush e Blair no; scaduto il loro mandato sono tornati più o meno quietamente a casa. Infatti, a inviarli non è stata un'orda di nomadi o un partito di avventurieri, ma la democrazia deliberante, per quanto in stato d'eccezione. Insomma, bisogna cominciare a discutere come il liberalismo produca la morte di massa.”

  L’AUTORE – Alessandro Dal Lago insegna Sociologia dei processi culturali nell’Università di Genova. È coordinatore del semestrale “Conflitti globali” e condirettore del quadrimestrale “Etnografia e ricerca qualitativa”. Collabora al “Manifesto” e ad altri quotidiani ed è autore o curatore di trenta volumi di teoria e sociologia della cultura, filosofia politica ed etnografia sociale. Tra i più recenti: Fuori cornice. L’arte oltre l’arte (Torino 2008, con Serena Giordano) e Conflict, Security and the Reshaping of society. The Civilisation of War (London 2010, con Salvatore Palidda). Per ManifestoLibri ha pubblicato Giovani, stranieri & criminali (2001), Il business del pensiero. La consulenza filosofica tra cura di sé e terapia degli altri (2007) e la raccolta di racconti sulla vita accademica Alma mater (2008).

  INDICE DELL’OPERA - Introduzione - Parte prima. Il passato davanti a noi - I. La guerra dei filosofi - II. La rimozione della guerra - III. La fine dell’eroismo - Parte seconda. La guerra dei mondi - IV. La dimensione sociale della guerra - V. Strategia e distruzione - VI. Il feticcio del terrorismo - VII. Il tao della vittoria - VIII. Il nuovo mestiere delle armi - Parte terza. Guerre di frontiera - IX. La militarizzazione delle frontiere - X. La porta stretta - XI. L’anomalia italiana e l’insicurezza - Appendice. Il principe delle tenebre - Bibliografia