Fratelli coltelli Stampa E-mail

Giorgio Bocca

Fratelli coltelli. 1943-2010. L’Italia che ho conosciuto

Feltrinelli, pagg.336, Euro 19,00

 

bocca_fratelli  IL LIBRO  – In questo nuovo libro antologico Giorgio Bocca ha raccolto il meglio della sua produzione "storica", articoli e altri scritti che all’epoca hanno rivoluzionato il modo di fare inchiesta e quindi il giornalismo italiano. Si parte dal luglio del 1943 quando viene alla luce tutta la mediocrità dei gerarchi durante la votazione del Gran Consiglio fascista contro Mussolini e si finisce ai giorni nostri con il potere sultanesco di un padrone che si considera un benefattore circondato da perdenti e ingrati, degni di licenziamento come l’allenatore del Milan. Ne è passato di tempo tra un fatto e l’altro, ma Bocca ha visto entrambi questi momenti dell’Italia e i tanti che si sono susseguiti nel mezzo, avendo trascorso quasi settant’anni di vita a scrivere cronache del Bel Paese. Dalla caduta del fascismo alla guerra partigiana, dalla Repubblica di Salò al dopoguerra, dal miracolo economico al Sessantotto, dagli anni di piombo a quelli dell’automazione, dalle mafie al leghismo, fino al berlusconismo: tutti i grandi temi storici e civili che hanno contrassegnato il secondo dopoguerra italiano sono qui al centro di un libro straordinario, specchio di antichi mali e al contempo di caduche virtù.

  DAL TESTO – “Un quadro preciso, una dichiarazione di guerra datata, non esistono. Esiste il fiume carsico della violenza che riemerge questa volta contro il potere statale, della borghesia d’ordine. “Noi, figli del Pci,” diceva Alberto Franceschini, “la lotta armata l’avevamo ripresa già negli anni sessanta: irruzioni notturne nelle fabbriche in serrata, scritte spray sui muri, qualche rivoltella, qualche molotov, il canto di guerra per i morti di Reggio Emilia. Il convegno di Chiavari alla Stella Maris, nel novembre ’69, non è decisivo. Si parla anche di lotta armata, ma senza formalizzarla. Se proprio vuoi un nome, una data, andiamo ai primi del ’70 al convegno di Puianello, vicino a Reggio Emilia. Semeria dice Pecorile? Sono due frazioni vicinissime, c’eravamo noi di Nuova resistenza, anticamera delle BR, quelli del Superclan di Berio e di Simioni, alcuni superstiti dei gruppi.” Tonino Paroli, altro BR “storico”, conferma e spiega: “Sì, il convegno di Puianello ci fu, ma alla lotta armata arrivammo in progressione. Nel Collettivo politico metropolitano si parla già di clandestinità, poi con Nuova resistenza discutiamo di illegalità organizzata e di autodifesa armata. Insomma, chi aveva alzato la mano al Collettivo politico metropolitano per approvare la clandestinità passa alla lotta armata”.

  “Sì, ma perché negli anni settanta e non prima? Perché non nei giorni della Guerra fredda, della dura immigrazione, della repressione vallettiana alla Fiat, dell’umiliazione operaia, dell’arroganza clericale? I protagonisti né sanno né vogliono dare una risposta unica, schematica. Siamo andati avanti, assieme, per riflessioni, illuminazioni improvvise, trame che emergono dalle acque torbide delle memorie e della delusione.”

  L’AUTORE – Giorgio Bocca (Cuneo, 1920) è tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Al suo attivo, in una carriera più che cinquantennale, si registrano numerose pubblicazioni in un vasto arco di interessi che spazia dall’attualità politica e dall’analisi socioeconomica all’approfondimento storico e storiografico. Tra le sue opere: Palmiro Togliatti (1973); La Repubblica di Mussolini (1977); Storia dell’Italia partigiana (1966); Storia d’Italia nella guerra fascista (1969); Il provinciale. Settant’anni di vita italiana (1992); L’inferno. Profondo sud, male oscuro (1993).

  INDICE DELL’OPERA - Capitolo I. La caduta del fascismo - Capitolo II. La guerra partigiana - Capitolo III. La Repubblica di Salò - Capitolo IV. Italia a pezzi ma viva - Capitolo V. Miracolo all'italiana - Capitolo VI. Il Sessantotto - Capitolo VII. Gli anni di piombo - Capitolo VIII. Le macchine e gli uomini