Manifesti. Pubblicità e vita italiana 1895-1945 Stampa E-mail

a cura di Anna Villari

Manifesti. Pubblicità e vita italiana 1895-1945

Silvana Editoriale, pagg.285, Euro 40,00

 

villari_manifesti  IL LIBRO – La rassicurante possibilità di godere di un facile riscaldamento domestico e l'"elettrizzante" diffusione della luce elettrica. La dilagante passione per i nuovi mezzi di trasporto della modernità - macchine, motociclette, motoscafi - presto trasformatasi in ebbrezza della velocità. Il lavoro rurale e quello delle fabbriche. La vanità delle donne della media e alta società addirittura superata da un sorprendente narcisismo maschile. I passatempi: teatri, luna park, gioco, balli, corse di cavalli, sport. E poi, negli anni del fascismo, un razzismo appena velato di bonario paternalismo, il linguaggio sempre più forte della propaganda, la politica che pervade il quotidiano. I manifesti stampati in Italia tra la fine dell'Ottocento e gli anni quaranta del Novecento sono frutto della fantasia di artisti di fama internazionale, desiderosi, grazie anche all'ausilio dei mezzi di informazione, di realizzare in Italia, in concomitanza con il crescere dell'industria e con il diffondersi dei consumi, un nuovo tipo di comunicazione, efficace, in linea con le ricerche figurative e grafiche coeve, aperta a influenze straniere. Agli albori della comunicazione pubblicitaria, la loro opera - manifesti e bozzetti inediti - apre un insolito spiraglio sul costume degli italiani del secolo scorso, sul loro sogno "moderno", sulle loro aspirazioni al benessere e a una migliore qualità della vita. Specchio di tendenze figurative, di un modo di pensare e di "rappresentarsi", il manifesto pubblicitario ci fa oggi riflettere, ricordare, spesso sorridere: chiave bizzarra e seducente, ci apre nuove strade nell'interpretazione della storia e del vivere italiani. Il volume, con saggi di Anna Villari, Marta Mazza e Stephen Gundle, è completato da una biografia.

  DAL TESTO – “È certo al futurismo, movimento pubblicitario per eccellenza, che usava per lanciare le proprie iniziative mezzi inusitati (dai manifesti, o "cartelli lanciatori", come li chiamava Farfa, al volantinaggio), che va ascritto il merito di aver compreso la portata innovatrice e le possibilità di autonomia del linguaggio pubblicitario. I futuristi, e Marinetti per primo, rivendicavano infatti al movimento il merito di aver "risuscitato l'arte del cartellone" come scriveva sin dal 1921 Depero, autore dieci anni dopo di Il futurismo e l'arte pubblicitaria, un testo apparentemente giocoso - ma in realtà ricco di serissime affermazioni – pubblicato nell'effervescente Numero Unico futurista Campari. A introdurre il libretto, creato in collaborazione con "il poeta Giovanni Gerbino e il musicista Franco Casavola" e straordinario per invenzioni grafiche, una premessa che rompe programmaticamente con il passato, rivelando una nuova consapevolezza e un nuovo impegno da parte dell'artista pubblicitario: "vi sono celebrità passatiste che scrivono, compongono e dipingono opere per esaltare ditte ed industrie con un senso di palese opportunismo e assoluta mancanza di sincerità artistica. Difatti le loro immagini mitologiche, il lirismo medioevale, lo stile pregno di tradizione è di urtante dissonanza con i nuovi prodotti che intendono esaltare. Le vittorie alate, i volatili pennuti, gli allori funebri, i centauri antidiluviani e tutti i soggetti settecenteschi, sono inutili e goffamente ridicoli per glorificare velocità, macchine e prodotti moderni [...]. Benché io dipinga giornalmente quadri di libera ispirazione, con eguale armonia di stile, con lo stesso amore, con non minore entusiasmo e cura, esalto con la mia fantasia prodotti industrialinostri"'.”

  LA CURATRICE – Anna Villari è ricercatrice di Storia della critica d’arte presso l’Università Telematica Internazionale Uninettuno di Roma. Si è occupata di artisti di Ottocento e Novecento, pubblicandone carteggi, diari e documenti, studiandone l’attività e schedandone opere in occasione della pubblicazione di cataloghi di esposizione. Ha studiato collezioni e musei e ha curato e collaborato alla realizzazione di mostre e volumi dedicati ad artisti e fenomeni artistici dal Neoclassicismo alle avanguardie.

  INDICE DELL’OPERA - "Sua Maestà la Réclame". L'arte e il mestiere della pubblicità tra gli anni venti e gli anni quaranta del Novecento, di Anna Villari - Dalla Belle époque alla Grande guerra: frammenti di vita italiana in pubblicità, di Marta Mazza - Sogni e ambizioni: la persuasione visiva in Italia tra la fin de siècle e la nascita della società dei consumi, di Stephen Gundle - Luce e calore - "Non corre ma vola" - Lavorare in città e in campagna - Modelli di femminilità... - ...e di mascolinità - "Tempo perduto": svaghi e loisirs - Bianco e nero - "Alt! Italiani...". Guerra e propaganda - Bibliografia