Nizza e Savoia. Come e perché divennero francesi (e lo rimasero) Stampa E-mail

Maurizio Aragno

Nizza e Savoia. Come e perché divennero francesi (e lo rimasero)

Ananke Edizioni, pagg.176, Euro 16,50

 

aragno_nizza  IL LIBRO – In occasione del 150° anniversario della cessione di Nizza e Savoia alla Francia l’Autore va alla ricerca delle cause remote e contingenti di una separazione, apparentemente consensuale, fra popoli uniti da secoli sotto la stessa bandiera.
  Dopo un breve cenno sulle origini dello stato sabaudo - e sulla dinastia che lo ha fondato e governato - si ripercorrono le tappe salienti di una “lunga marcia” che, nel volgere di quasi nove secoli, ha portato uno stato “di qua e di là dai monti” ad espandersi, consolidarsi ed infine a dissolversi nel giro di poche settimane.
  Vengono esaminati quegli aspetti della storia risorgimentale che hanno contribuito a favorire l’allontanamento dei territori transalpini dal regno di Piemonte-Sardegna - ormai orientato verso una politica italiana - per giungere alla convulsa cronaca dei mesi precedenti i plebisciti (ampiamente forzati) che sancirono la definitiva separazione.
  Partendo dalla constatazione che la volontà popolare ebbe un’ influenza minima sulle politica dei governi, si è cercato di lasciare spazio a testimonianze di personaggi, anche minori, coinvolti nelle vicende oggetto della narrazione, mettendo il più possibile in evidenza fatti poco noti, senza dimenticare i problemi di una non facile integrazione con la nazione francese.
  L’ultima parte dell’ opera è dedicata ai rapporti, spesso conflittuali, fra i due versanti delle Alpi, ed alla riscoperta di un’identità regionale, distinta dal centralismo parigino, che ha favorito la recente nascita di movimenti autonomistici.
  Il libro è corredato di documenti iconografici in parte inediti.

  DAL TESTO – “Il primo prefetto giunto a Nizza francese, Roland Paul d'Ivory, aveva tutte le qualità indispensabili per rendersi inviso ai locali: era arrogante, inflessibile e maldestro. In una lettera inviata al ministro degli interni nel novembre 1860 - di cui fortunatamente i nizzardi non ebbero conoscenza - per spiegare l'altissimo tasso di astensioni alle elezioni legislative di settembre (2.044 votanti su 10.329 elettori, ovvero 1'84% di astenuti!) il prefetto scriveva: "...la population de Nice (est) pour la plus parte composée en grande partie d'Italiens, de bavards et d'oisifs..." Ovvero: i nizzardi non votano perché sono chiaccheroni, pigri e... italiani! Non si capisce bene se "italiens" fosse un insulto o semplicemente una constatazione, che contraddiceva tutte le belle argomentazioni sull'indiscutibile origine provenzale dei nizzardi, fatte solo pochi mesi prima dai sostenitori dell'annessione. Per irritare ancor di più una cittadinanza già delusa dalla perdita della Corte d'Appello, dalla soppressione delle facoltà universitarie di diritto, teologia e chirurgia, dall'eliminazione del Consiglio d'Ornato e da altro ancora, decise di chiudere il passaggio pubblico che esisteva sotto la volta del palazzo del governo: fu la goccia che fece traboccare il vaso!”.

  L’AUTORE – Maurizio Aragno, nato a Torino nel 1952, di professione medico-chirurgo, oculista, è un appassionato cultore di storia sabaudo-piemontese. Ha pubblicato: 1947-Brigue et Tende passent à la France a puntate su L’Echo de Savoie (2001), Roberto Malines di Bruino, un illuminista alla corte dei Savoia, in VIII Effemeridi Mauriziane (2002), Principi, monaci e cavalieri, Ananke (2006).

  INDICE DELL’OPERA - Prologo – I. Nascita e crescita di uno Stato "Di qua e di là dai monti" (Bianche mura e santi guerrieri - Dai laghi al mare - Da conti a duchi - Il Regno - La Francia: un vicino scomodo e "invadente" - L'ennesima invasione - La normalizzazione imperiale - Tornano i Savoia - La questione svizzera - Il "Buon Governo" - Moti rivoluzionari) – II. Il "Risorgimento" (Succede un "'48" - Un "Re Tentenna" - Ripercussioni della prima guerra per l'indipendenza italiana in Savoia: "Que doit faire la Savoie?" - L'invasione dei "Voraces" - I Savoiardi combattono per l'Italia: "Journal d'un officier de la Brigade de Savoie" - Fra una guerra e l'altra fremiti di ribellione nella "Fidelissima civitas" - Ancora una guerra - Una politica "esplosiva" - Una politica termale - Un (imperiale) grido di dolore - Guerra! - Una pace imbarazzante - Vers l'unità (passando per le divisioni) - La "volontà popolare") – III. Di qua o di là dai monti. L'ora delle scelte obbligate (Savoia francese o forse no - La Svizzera non rimane a guardare - Nizza italiana anzi francese - Le ultime illusioni nizzarde - Le ultime illusioni savoiarde - I governi decidono - La Svizzera ci riprova (senza convinzione) - Quarantuno savoiardi a Parigi - Le strane elezioni del 25 marzo - Verso il plebiscito - L'impegno della Chiesa - Il Parlamento discute e Garibaldi non agisce - Ultimi ritocchi elettorali: la missione del senatore Laity - A Nizza si vota - Si replica in Savoia: "au diable les bullettin non!" - Dal plebiscito al passaggio dei poteri) – IV. Dopo le annessioni (Feste Imperiali - Si stava meglio prima? - La Beozia di Francia: spazzacamini, marmotte, gozzuti e cretini - La popolazione di Nizza: oziosi, chiacchieroni e italiani! - Qualcuno mantiene la vecchia nazionalità: le opzioni nizzarde - Le opzioni in Savoia: poche ma importanti - Avanti Savoia! (in Italia) - Confini per cannoni, principi e… mufloni - Zona franca e zona neutra - Dieci anni dopo qualcuno ci ripensa: i "Vespri nizzardi" - Irredentismo, fascismo e una guerra sciagurata - Nizza e Savoia oggi: la ricerca di un'identità) - Epilogo - Cronologia essenziale - Appendice - Bibliografia