Guerra e società Stampa E-mail

Enzo Rutigliano

Guerra e società

Bollati Boringhieri, pagg.143, Euro 11,00

 

rutigliano_guerra  IL LIBRO – Che cosa sia la sociologia della guerra non è facile da stabilire, perché non vi è una grande tradizione sociologica che si definisca con questo nome. Di certo essa è tutt’altra cosa rispetto alle numerose trattazioni della guerra fatte da scrittori, storici, strateghi militari. Indagare il ruolo che le società hanno avuto nell’evoluzione delle guerre e quello che le guerre hanno avuto nello sviluppo delle società è l’intento di questo libro, che ripercorre agilmente i cambiamenti nella forma, nella strategia, negli obiettivi dei conflitti mettendoli in relazione con l’organizzazione sociale ed economica delle società interessate. Particolare attenzione è riservata alle profonde trasformazioni che la guerra ha subito negli ultimi decenni e che l’hanno modificata al punto di confondere ogni categoria usata in passato per definirla. Con la comparsa del terrorismo a cambiare è infatti il concetto stesso di guerra: essa è senza quartiere, il suo campo di battaglia coincide con il mondo e con le attività che in questo si svolgono. Ne risulta una situazione destabilizzante, di continuo rischio, che riflette la debolezza e la vulnerabilità delle società molto evolute e che mette a repentaglio l’equilibrio fra libertà e sicurezza nelle democrazie occidentali.

  DAL TESTO – “[…] con il nostro concetto di guerra, il «diritto di guerra europeo classico» non ha nulla a che fare e neppure il terrorista ha a che fare con il partigiano il quale ha un territorio da difendere da un esercito invasore (la guerra partigiana in Unione Sovietica, in Francia o anche in Italia), seppure combattendo alle spalle di questo. Al partigiano, la cui azione è legata al suolo, alla terra, lo stesso Schmitt ritiene indispensabile attribuire il carattere «tellurico», secondo la definizione datane da Jover Zamora. «Tale proprietà è importante per definire, a prescindere da ogni mobilità tattica, la posizione fondamentalmente difensiva del partigiano, il quale si snatura quando si identifica con l'aggressività assoluta di una ideologia tecnicizzata», che è invece la caratteristica principale del terrorista di Al Qaeda. Questi non ha territorio, non ha un obiettivo politico, le sue rivendicazioni non sono negoziabili a Ginevra né altrove. Egli «combatte» ovunque, diffondendo il terrore che è la sua arma efficace, in nome di una civiltà contro un'altra. In nome del bene contro il male. Non lo si può dunque considerare, come il partigiano di Schmitt, l'«ultima sentinella della terra» perché non ha terra, ma ancora incarna, questo sì, l'«inimicizia assoluta».”

  L’AUTORE – Enzo Rutigliano insegna Storia del pensiero sociologico presso la Facoltà di Sociologia dell’Università di Trento. Tra i suoi libri ricordiamo: Teoria o Critica (1977), Lo sguardo dell’angelo (1981), Sociologi. Uomini e problemi (1990), Il linguaggio delle masse. Sulla sociologia di Elias Canetti (2007). Per Bollati Boringhieri ha pubblicato Teorie sociologiche classiche (2001) e ha curato, con Pasquale Alferj, l’antologia simmeliana Ventura e sventura della modernità (2003). Nel 2005 ha curato un numero monografico dei «Quaderni di Sociologia» dedicato al fenomeno del terrorismo e delle nuove guerre.

  INDICE DELL’OPERA – 1. Per una sociologia della guerra (1. Introduzione - 2. Alcune definizioni - 3. Nuovi scenari - 4. La guerra esiste da sempre - 5. La normalità della guerra - 6. Evoluzione della guerra – 7. È possibile eliminare la guerra?) – 2. Le trasformazioni della guerra nel corso dei secoli (1. La guerra di Troia - 2. Sun Tzu e l'arte della guerra in Oriente - 3. L’età della falange – 4. La legione - 5. L'età della cavalleria - 6. Le armi da fuoco - 7. Guerra di regole e guerra di ideologie - 8. Guerriglia e guerra di popolo) – 3. Le nuove guerre, la guerra asimmetrica, il terrorismo (1. La nuova guerra - 2. Gli strumenti della nuova guerra - 3. I danni per l'Occidente e il «che fare») - Bibliografia