Simmaco. L’antagonista di Sant’Ambrogio Stampa E-mail

Dante Matacotta

Simmaco. L’antagonista di Sant’Ambrogio

Victrix, pagg.396, Euro 35,00

 

matacotta_simmaco  IL LIBRO – La fortuna e la tradizione dell’opera di Quinto Aurelio Simmaco è stata varia e con diversi influssi nei secoli. Dall’opera di Macrobio fino a quella di Cassiodoro, Simmaco viene trattato come sommo oratore, nell’Alto Medioevo la tradizione simmachiana si eclissa, ma viene recuperata nel corso del rinascimento platonico del XII secolo, specie da Alano di Lilla (1128-1202) nel suo Anticlavdianvs. Ma è con la rinascita della cultura romana classica, nel 1400, che Simmaco conosce nuova e fervida attenzione. Poliziano ne fece gli elogi. Questa riscoperta durò fino alla metà del 1600, perciò durante il Rinascimento si ebbe una certa continuità nella edizione dell’epistolario e delle relazioni, poi seguirono due secoli di scarsissimo interesse. Fu solo con Morin, nel 1847, che fece la sua comparsa una breve monografia sulla vita di Simmaco, alla quale seguì lo studio famoso di Seek, del 1883, che portò alla prima edizione critica completa delle opere di Simmaco giunte fino a quel tempo. Dopo l'opera di Seek un lento recupero del magistero del grande romano si è sviluppato, ma per decenni con scarsi risultati. Uno studio completo su Simmaco che inquadri completamente l’uomo e l’opera, nel suo contesto e nel suo valore, non si è perciò visto, lo stesso scritto di Romano del 1955 non è adeguatamente esaustivo. Ma sul finire del XX secolo, moltiplicandosi gli studi sull’antichità romana classica e sul Tardo Impero, l’attenzione sulla figura di Simmaco ha conosciuto nuova intensità. Ciò è avvenuto anche per il senso e l’interesse che ancora oggi l’opera del difensore dell’Ordo Senatvs può avere per l’attuazione della pace universale nell’umanità.
  Dante Matacotta, attraverso l’opera che presentiamo, edita per la prima volta nel 1992, ha voluto colmare una lacuna negli studi specifici sulla romanità tardo imperiale, e, allo stesso tempo, ha cercato di rettificare le trattazioni superficiali, riduttive e persino dispregiative della civiltà imperiale romana del periodo tardo antico; inoltre si è proposto di far emergere, nella sua completezza, la grandezza della vita e dell’opera di Simmaco. Ad oggi la trattazione di Matacotta risulta la più completa e la più rigorosa sulla figura del grande oratore romano, la scrittura più vicina allo spirito della tradizione religiosa romana e al senso della sua difesa da parte di Simmaco. A questo proposito è stato incluso, nella presente edizione, un saggio di Viola L.M.A, esperto di religione romano-italiana e della sua tradizione nei secoli fino ad oggi, attraverso il quale il magistero di Simmaco viene collocato nel contesto integrale del mistero e della missione di Roma: ciò consente una più globale e profonda comprensione dell’opera svolta da Matacotta.

  DAL TESTO – “Romanvs antiqvvs, Simmaco fu figura austera, grave, espressione del priscvs mos e della prisca virtvs, produsse perciò una sua filosofia "romana" essenziale, sentenziosa, secca, analoga a quella espressa dagli antichi filosofi, come i primi stoici o Eraclito, oppure come Catone maggiore nei suoi Distica. Non per questo non riconobbe il valore fondamentale che il discorso filosofico presenta, specialmente nell'ambito del dialogo interreligioso e interculturale.
  “Simmaco, nella sua terza relazione, indicò il ruolo che la filosofia doveva avere nella traditio morvm, egli fece presente il suo valore fondamentale nell'esplicitare la natura del culto e della teologia, nello spiegare il senso delle religioni e della loro diversità, nel mostrare la loro fondamentale unità trascendente. Simmaco, optimvs vir, riservò alla filosofia un ruolo chiarificatore e pacificante, in quanto filosofia delle religioni doveva essere destinata a creare concordia fra le religioni dell'umanità, quella concordia su cui fonda la pace in ogni ordine della civiltà. In ogni caso, le sue diverse perorazioni della causa romana furono sostenute maggiormente da argomentazioni religioso-rituali e civili-giuridiche, piuttosto che filosofico-teologiche, egli mostrò comunque come, per un romano, le prime siano intrinsecamente connesse alle seconde, e inoltre che un discorso filosofico-teologico astratto non può essere fatto indipendentemente dall'applicazione religiosa e rituale dei principi della sapienza trascendente.”

  L’AUTORE – Nato a Fermo (Ascoli Piceno) il 29 luglio 1911, Dante Matacotta si laureò in Giurisprudenza all’Università di Roma nel 1932. Entrato in carriera diplomatica nel 1936, fu Vice console a Tolosa nel 1936 e nel 1938 Primo vice console ad Alessandria d’Egitto. Rientrò al Ministero nel 1940, fu a Corfù nel 1941 e a Tirana nel 1943. Nel 1944 fu nuovamente al Ministero. Nel 1948 venne inviato a Parigi e nell’anno successivo prestò servizio alla Delegazione permanente presso l’O.E.C.E. in Parigi. Dal 1951 fu a Praga dove rimase fino al 1954 quando rientrò al Ministero. Dal 1958 fu Capo Servizio Stampa. Nel 1961 venne nominato Ambasciatore a Gedda e nel 1966 diventò Ambasciatore a Manila. Nel 1971 fu Ambasciatore ad Amman. Coltivò sempre le lettere e fu un grande conoscitore dell'opera di Marcel Proust; alcuni suoi saggi su Proust vennero pubblicati nella Nuova Antologia. Prima di dedicarsi alle lunghe ricerche storiche in vista della pubblicazione di "Simmaco", pubblicò alcuni romanzi. Simmaco è senza dubbio la sua opera più importante. Di particolare interesse l'approfondita analisi della complessa macchina amministrativa imperiale in quanto condotta da qualcuno che di amministrazione si intendeva avendo dedicato a essa tutta la sua vita lavorativa. Dante Matacotta è morto a Porto San Giorgio il 4 ottobre 2004.

  INDICE DELL’OPERA - Simmaco. L'antagonista di S. Ambrogio - Saggio introduttivo. Quinto Aurelio Simmaco, lo splendore della romanitas, di L. M. A. Viola (La persona di Simmaco, svmmvs orator - Senatvs, Ordo Senatvs e perpetuazione della religione e dell'Impero romano – Ambrogio, vescovo di Milano, e la sovversione dell'Impero Divino Romano – Simmaco, la difesa del culto della Victoria in Cvria e l'affermazione della romanitas - a) La Tertia Relatio, l'unità trascendente delle religioni e la Pace Universale Assoluta - b) Il concetto di tolleranza e la conoscenza metafisica integrale delle religioni - c) Culto della Victoria e Misterivm Imperii - d) La risposta di Ambrogio a Simmaco) - Breve Nota Biografica – Introduzione. L'Impero Romano nel IV secolo dopo Cristo - Capitolo I. Il Retaggio di Roma - Capitolo II. Giudizi di contemporanei - Capitolo III. Lo Stato Romano nel IV Secolo (A) La burocrazia - B) L'esercito - C) L'istruzione pubblica - D) Il sistema fiscale - E) Sistema monetario e inflazione) - Capitolo IV. La Società (A) L'ordine senatorio - B) Le classi medie - 1) L 'ordine equestre - 2) I decurioni - 3) Le corporazioni professionali - C) Le classi inferiori - 1) Il colonato - 2) La schiavitù) - Capitolo V. La vita religiosa nel Tardo Impero (A) La religione di Roma - B) I culti importati - C) Il Cristianesimo - D) Dispute dottrinali sul Cristianesimo - E) La vittoria del Cristianesimo) - Capitolo VI. Cristianesimo, Stato Romano e decadenza. La decadenza dell'Impero e il Cristianesimo - CAPITOLO VII. I Barbari  - Capitolo VIII. Simmaco - Capitolo IX. La gioventù e gli studi - Capitolo X. Gli amici - Capitolo XI. La famiglia - Capitolo XII. La carriera politica - Capitolo XIII. La prefettura dell'Urbe - Capitolo XIV. Le "Relationes" (A) Il funzionario - B) Il "princeps senatus" - C) Il sindaco di Roma – D) Il “judex") - Capitolo XV. La "Tertia Relatio” - Capitolo XVI. La Polemica - Capitolo XVII. Gli ultimi anni - Capitolo XV. Le lettere – Conclusione - Bibliografia - Sigle