Stalin e il patriarca Stampa E-mail

Adriano Roccucci

Stalin e il patriarca. La Chiesa ortodossa e il potere sovietico

Einaudi, pagg.524, Euro 36,00

 

roccucci_stalin  IL LIBRO – In Unione Sovietica il potere comunista fece del credo antireligioso uno dei suoi cavalli di battaglia: l'«uomo nuovo» vagheggiato non avrebbe dovuto nutrire alcuna fede religiosa, né essa avrebbe dovuto occupare alcun posto nella società e nell'organizzazione dello Stato sovietico. Ma la seconda guerra mondiale avrebbe cambiato molte cose, e Stalin avrebbe imparato a gestire in modo molto più sofisticato il suo rapporto con la Chiesa ortodossa. Una storia complessa e ricca di implicazioni, ricostruita con esattezza di dettaglio e ampio uso di fonti originali sovietiche.

  DAL TESTO – “Nella notte tra il 4 e il 5 settembre 1943 Stalin ricevette al Cremlino i tre metropoliti che assicuravano il governo della Chiesa ortodossa russa. Fu un incontro sorprendente. Il leader sovietico nei decenni precedenti aveva scatenato una persecuzione implacabile nei confronti degli ecclesiastici e dei fedeli ortodossi. I tre vescovi erano dei sopravvissuti all'offensiva antireligiosa consumatasi nel quarto di secolo precedente a quel colloquio. Nel corso di una lunga e cordiale conversazione Stalin espresse il suo consenso all'elezione di un patriarca a capo della Chiesa russa. Dal 1925, infatti, la sede patriarcale era vacante, per il rifiuto del potere sovietico di autorizzare la Chiesa a eleggere un suo nuovo capo. L'8 settembre 1943 il metropolita Sergij (Stragorodskij) fu eletto patriarca di Mosca e di tutte le Russie.”

  L’AUTORE – Adriano Roccucci insegna Storia contemporanea all’Università degli Studi Roma Tre.

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione - Elenco delle abbreviazioni e degli acronimi – Glossario - Stalin e il patriarca – I. Il patriarcato e la rivoluzione (1. 1917: scompare lo zar, ritorna il patriarca – 2. Offensiva bolscevica – 3. Una strategia contro la Chiesa – 4. La mistica della lotta antireligiosa – 5. Il metropolita Sergij) - II. Accelerazione antireligiosa (1. L'anno della «grande svolta» - 2. Contro il pope e contro il «kulak» - 3. Lotta di simboli - 4. Ripiegamento tattico - 5. Tra resistenza e sopravvivenza - 6. Liquidare la Chiesa) - III. Un'opportunità inattesa (1. Fine del terrore? - 2. Ortodossia di frontiera - 3. Arrivano nuovi fedeli - 4. Rinascita religiosa sotto la Wehrmacht - 5. Svastica e croce bizantina - 6. Chiesa e patriottismo) - IV. La svolta (1. Una notte al Cremlino - 2. Di nuovo un patriarca - 3. L'uomo sovietico ha bisogno delle chiese? – 4. L'apparato disorientato - 5. Karpov il čekista - 6. Centralizzazione delle strutture ecclesiastiche – 7. Un episcopato corteggiato e controllato - 8. Un vescovo moderno – 9. Trionfo dell'ortodossia nella capitale del comunismo) – V. Ortodossia e geopolitica (1. I perché della svolta - 2. Geopolitica e sicurezza - 3. La questione ucraina – 4. La Chiesa russa sulla scena internazionale) – VI. La Chiesa del patriarca Aleksij (1. Una successione nel segno della continuità - 2. Rinascita religiosa e debolezza della Chiesa – 3. Un bilancio dell'apertura delle chiese – 4. Quale libertà per la Chiesa?) - VII. Turbolenze del sistema (1. Lotte di potere e politica religiosa - 2. Un equilibrio incrinato – 3. Stalin garante dello «status quo» - 4. L'inquietudine di Aleksij – 5. Un patriarca conservatore e monarca) - VIII. Rinascita controllata (1. Gli spazi della Chiesa si restringono - 2. Una Chiesa rurale dal volto urbano - 3. I vescovi di Aleksij – 4. Luka in Crimea - 5. Un dialogo franco - 6. Una nuova generazione di ecclesiastici – 7. L'alterità tollerata del monachesimo) - IX. Il patriarca senza Stalin (1. Le incognite del dopo Stalin - 2. Dietrofront del Comitato centrale – 3. Incontri con i capi del governo – 4. L'anomalia ucraina – 5. Una Chiesa rinvigorita - 6. Verso una nuova offensiva antireligiosa) – Epilogo - Indice dei nomi