L'avamposto di Mussolini nel Reich di Hitler Stampa E-mail

Gianluca Falanga

L'avamposto di Mussolini nel Reich di Hitler
La politica italiana a Berlino (1933-1945)

Marco Tropea Editore, pagg.446, Euro 22,00

 

falanga_avamposto  IL LIBRO – Tra il 1932 e il 1945, quattro ambasciatori rappresentarono in successione il nostro paese a Berlino. Furono l’avamposto di Mussolini nel Reich di Hitler, il caposaldo dei rapporti diplomatici fra regimi totalitari “fratelli” ma privi di vera fiducia reciproca. Furono uomini diversi, diplomatici di vecchio stampo e di formazione prefascista, eroi misconosciuti che tentarono di sottrarre l’Italia alla carneficina della Seconda guerra mondiale, grigi funzionari assetati di potere, fascisti convinti che scelsero di rimanere fedeli sino alla fine alla parte del torto. I loro nomi sono Vittorio Cerruti, Bernardo Attolico, Dino Alfieri, Filippo Anfuso. Attraverso le comunicazioni che correvano a ritmo quotidiano tra l’ambasciata italiana, Hitler e i suoi fedelissimi (Goebbels, Göering, Himmler, Ribbentrop) da una parte, Mussolini e i suoi gerarchi dall’altra, Gianluca Falanga ricostruisce una storia in larga parte inedita. Mostra l’intrinseca fragilità del Patto d’acciaio, le viltà e le colpe di chi per servilismo tacque di orrori e vergogne che i propri connazionali avrebbero dovuto scontare, l’opera tenace e silente di chi invece si oppose al male, pur essendo costretto ad avere commercio con esso. Una prospettiva di lettura coinvolgente, finalmente scevra di apriorismi e pregiudizi ideologici. Il lavoro di uno storico autentico, che appassionatamente, coraggiosamente fruga fra archivi e rovine, senza temere le verità delle ombre.

  DAL TESTO – “«Ho soltanto paura che, all'ultimo momento, una di quelle canaglie mi proponga un altro progetto di mediazione.» Queste parole di Adolf Hitler, alla vigilia dell'aggressione tedesca alla Polonia, sono emblematiche della spietata, inumana e criminale volontà di guerra del nazionalsocialismo. Con ogni probabilità il dittatore tedesco temeva che questa «canaglia» potesse provenire dalle fila dei funzionari dell'ambasciata italiana a Berlino. Infatti già un anno prima, in occasione della crisi dei Sudeti, gli sforzi dell'ambasciatore italiano Bernardo Attolico per una soluzione pacifica avevano mandato a monte all'ultimo minuto la «sua» guerra.
  “La frattura politica ed emotiva che, dietro la facciata del Patto d'Acciaio, divideva tra loro la Germania nazionalsocialista e l'Italia fascista allo scoppio della Seconda guerra mondiale, era molto profonda. Tuttavia, la vicenda dei rapporti difficili tra i vertici nazisti e i rappresentanti diplomatici dell'alleato italiano nella capitale del Reich era iniziata ben prima del 1939. Le sue origini risalgono fino all'anno 1933, quando Hitler, appena nominato cancelliere, fece i suoi primi passi di politica estera sullo scacchiere europeo.”

  L’AUTORE – Gianluca Falanga (Salerno, 1977), filologo, poeta, libraio e traduttore, vive e lavora a Berlino, dove si occupa di storia. È autore di numerosi saggi sulla storia della capitale  tedesca, sul nazionalsocialismo e il fascismo e sulla storia dei rapporti fra Italia e Germania.

  INDICE DELL’OPERA – Premessa – Prologo - 1. L'infatuazione (1933-1935). Vittorio Cerruti (Il «lord protettore del Reich» - Primi disaccordi - L'ambasciatore e il maggiore - Fine dell'amicizia? - Le porte non sono ancora tutte chiuse) - 2. La disillusione (1935 -1940). Bernardo Attolico (Un diplomatico politico - Puntare sulla Germania - Nel vicolo cieco dell'Asse - Duello per la pace - L'ultima battaglia di Attolico) - 3. L'annientamento (1940-1943). Dino Alfieri (Un fascista nelle vesti di ambasciatore - La crisi di fiducia - Il trionfo della sfiducia - Tentativi di sganciamento - Il regolamento di conti) - 4. La vendetta (1943-1945). Filippo Anfuso (L'ultimo ambasciatore di Mussolini - Sulle macerie della «comunanza di destini» - «Il tedesco è un padrone duro» - Fino alla fine?) – Epilogo – Note - Fonti e riferimenti bibliografici - Indice dei nomi