Cinque anni che paiono secoli Stampa E-mail

Leonardo Rapone

Cinque anni che paiono secoli
Antonio Gramsci dal socialismo al comunismo (1914-1919)

Carocci Editore, pagg.424, Euro 28,00

 

rapone_cinque  IL LIBRO – 1914-1919. Cinque anni, ma hanno contato come «cinque secoli di storia». Così li vedeva il ventottenne Antonio Gramsci, voltandosi all’indietro, pochi mesi dopo la fine della Grande guerra, e comparando il quadro storico e sociale uscito dalla catastrofe bellica al «mondo di ieri». Cinque anni che avevano stravolto le condizioni della vita associata e i quadri mentali di sterminate masse di uomini: una cesura storica, di cui la rivoluzione russa sembrava annunciare l’effetto catartico. Ma in quei cinque anni si era rivoluzionata anche l’esperienza di vita dello stesso Gramsci. Per la prima volta viene qui ricostruito l’itinerario biografico e intellettuale attraverso cui uno studente appassionato di glottologia, formatosi culturalmente alla scuola del neoidealismo e della "Voce", militante socialista assai più soreliano che marxista, inizialmente versato al giornalismo più che alla politica pratica, si avviò a essere il massimo pensatore e dirigente politico del nascente comunismo italiano.

  DAL TESTO – “[…] l'idealismo tedesco, avendo rivelato l'energia racchiusa nel pensiero e il potenziale di autodeterminazione dell'individuo, è per Gramsci il fondamento su cui poggia «graniticamente» il socialismo critico: in questo senso e per questo aspetto esso costituisce il retroterra della posizione socialista (un rapporto diverso da quello per lui intercorrente tra socialismo e storicismo: il socialismo è storicismo, laddove l'idealismo è piuttosto un prius logico del socialismo). Come si è avuto modo di osservare a proposito del rapporto tra la critica gramsciana della guerra e le categorie crociane, il linguaggio idealistico permette di dare voce a esigenze teoretiche e politiche che sostanziano il socialismo di Gramsci: più che un'adesione a un indirizzo filosofico si ha dunque una «utilizzazione politica» dell'idealismo. L'atteggiamento verso Hegel, Croce o Gentile, potremmo anche dire, è frutto di un'adesione selettiva a temi e a battaglie culturali che si incontrano e coincidono con le linee dell'azione socialista come Gramsci la intende. Nei testi dei caposcuola del neoidealismo italiano, in particolare, egli «va alla ricerca di una risposta o di materiali per una risposta ad un problema reale», e piega il loro insegnamento in funzione dei suoi convincimenti e dei suoi propositi, sottoponendolo «ad un'interpretazione in cui essi non potrebbero riconoscersi». Ma proprio per questo non si può concludere che Gramsci inizi il suo percorso intellettuale e politico «da liberale»: il ricavato dei prestiti che egli contrae con l'idealismo dei pensatori liberali del primo Novecento italiano viene messo a frutto per elaborare una visione della politica socialista che rivela certamente spiccate peculiarità, ma pur sempre all'interno della prospettiva d'azione e delle finalità strategiche del movimento operaio di classe.”

  L’AUTORE – Leonardo Rapone professore di Storia dell’Europa contemporanea all’Università della Tuscia. Studioso dell’antifascismo e delle sinistre europee.

  INDICE DELL’OPERA - Abbreviazioni degli scritti di Gramsci - Prologo - 1. Dal garzonato universitario ai consigli di fabbrica. Lineamenti di biografia (La sprovincializzazione di un giovane sardo - L’apprendistato socialista - 1917. Historia facit saltus - Verso l’ordine nuovo) - 2. L’Italia, gli italiani, Giolitti (Un paese disgraziato - Il socialismo e il carattere degli italiani - Machiavello e Stenterelli - L’Italia non è l’Inghilterra - Miseria della borghesia italiana - Il trasformismo – Antigiolittismo) - 3. La guerra (Carattere versus sentimento - La guerra delle idee - La guerra non è inevitabile - Oltre lo Stato-nazione - Dalla Società delle Nazioni all’Internazionale comunista) - 4. Il socialismo (L’uomo e la storia - Cultura e organizzazione - Contro il riformismo: intransigenza, distinzione, liberismo - Ordine, armonia, individuo collettivo - Miti negativi: democrazia, giacobinismo, massoneria) - 5. La rivoluzione (La rivoluzione in atto: la Russia - La rivoluzione in fieri: l’Italia - Le rivoluzioni del 1919 - Lo Stato nuovo) - Indice dei nomi