Questioni di spazio Stampa E-mail

Filippo Ruschi

Questioni di spazio
La terra, il mare, il diritto secondo Carl Schmitt

G. Giappichelli Editore, pagg.333, Euro 33,00

 

ruschi_questioni  IL LIBRO – «I grandi atti primordiali del diritto restano invece localizzazioni legate alla terra». Carl Schmitt, attraverso una sapiente archeologia concettuale, ha riportato alla luce la dimensione ‘spaziale’ del diritto. È stata la terra il perno su cui si è incardinato e strutturato il consorzio umano, la matrice del diritto. A questo spazio positivo, però, ha corrisposto una dimensione negativa, respingente, intrinsecamente anomica: il mare. Si è così determinata una polarità che ha contrassegnato l’esperienza giuridica e politica premoderna.
  La ‘rivoluzione spaziale’ innescata dalle navigazioni colombiane e scandita dalle bolle alessandrine prima, e dal Trattato di Tordesillas poi, ha rappresentato un punto di svolta decisivo: in questo contesto storico-politico si è infatti affermata la moderna nozione di sovranità marittima che ha consentito l’occupazione di spazi fino ad allora negati. Adottando la teoria schmittiana come mappa concettuale, il volume esamina questo snodo fondamentale della modernità, ricostruendo il percorso che ha determinato l’inclusione degli spazi marittimi nella sintassi giuridica.

  DAL TESTO – “Il termine nomos, in quanto nomen actionis, mostra una singolare versatilità semantica: come puntualizza Schmitt può indicare sia l'occupazione dello spazio tellurico, sia l'attività di spartire, di dividere la terra. Già la stessa presa di possesso, la primordiale adprehensio, a ben vedere è una forma brutale e elementare di spartizione. In questa seconda accezione, però, il verbo allude all'ordinata ripartizione dello spazio interno alla comunità. Se nella prima accezione prevaleva la disgregazione e la lacerazione, in questa ulteriore declinazione il verbo nemein fa riferimento alla fase organizzativa della civitas, alla formazione delle istituzioni politiche, sociali e religiose e alla loro differenzazione. Sempre in questa accezione, nemein può alludere anche al «suum cuique», alla ripartizione del suolo tra i consociati e alla nascita della proprietà privata. Come ricorda ancora Schmitt il nomos in questa accezione «è, ad esempio, il pollo che il contadino che vive sotto un buon re ha in tavola la domenica; il pezzo di terra che egli coltiva come sua proprietà» o ancora «l'auto che attende oggi, fuori dalla porta, un operaio degli Stati Uniti».”

  L’AUTORE – Filippo Ruschi (Firenze, 1970) è ricercatore in Filosofia del diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Firenze. Dottore di ricerca in Teoria e Storia del Diritto, nel 2003 è stato Jemolo Fellow presso il Nuffield College dell'Università di Oxford. È segretario di redazione di Jura gentium. Rivista di filosofia del diritto internazionale e della politica globale. Tra le sue più recenti pubblicazioni: El nomos del mar. Espacio, derecho y hegemonía en Carl Schmitt (Buenos Aires, 2009).

  INDICE DELL’OPERA - Introduzione - Capitolo 1. La negazione del mare (1. Il mare, il mito - 2. Uno spazio politico negativo - 3. Retoriche talassiche - 4. Talassofobie - 5. Platone e il mare - 6. Norme e flutti - 7. Spazi anomici - 8. Il mare del mercante e il mare del pirata - 9. La respublica christiana come ordinamento concreto - 10. Dinamiche telluriche) - Capitolo 2. La scoperta del mare (1. Un cono d'ombra - 2. Qui tenet - 3. Homeens de Genua sabedores de mar - 4. Preludi atlantici - 5. Crisi di un ordine - 6. Terra o mare? - 7. Nuovi spazi, nuove regole? - 8. Un'occasione perduta - 9. Arabicus sinus - 10. Dominus Guineae? - 11. Spazi negati: la prassi del sigilo - 12. Le carte e le norme: questioni di geodi ritto) - Capitolo 3. L'occupazione del mare (1. Il Trattato di Alcaçovas - 2. Colombo e la fine della storia - 3. Utopia e nichilismo - 4. La continuità: le bolle alessandrine - 5. La frattura: il Trattato di Tordesillas) – Conclusione. Il significato di un accordo – Bibliografia - Appendice