Ribelli e borghesi Stampa E-mail

Franco Milanesi

Ribelli e borghesi
Nazionalbolscevismo e rivoluzione conservatrice. 1914-1933

Aracne Editrice, pagg.304, € 17,00

 

milanesi_ribelli  IL LIBRO – La prima guerra mondiale segna la crisi dei fondamenti della modernità europea e apre una fase di sperimentazione sociale, politica e culturale. Nel campo di forze indirizzato al superamento della forma borghese, il nazionalbolscevismo e la rivoluzione conservatrice rappresentano espressioni significative, estranee sia alla democrazia liberale e socialista, sia al fascismo e al comunismo sovietico. Al loro interno emergono figure di militanti e intellettuali come Jünger, Niekisch e von Salomon. A partire dagli anni Trenta la repressione e il conformismo contribuiscono all’esaurimento delle innovazioni emerse da questi movimenti antisistema.

  DAL TESTO – “L’istanza antiborghese che accomuna il neo nazionalismo e il classismo trova […] una sua radice più profonda nell'esigenza di una nuova umanità. Il proletariato è classe universale nella misura in cui la lotta che conduce contro il capitale riproduce il contrasto dell'uomo con se stesso e nella lotta di classe è prefigurato un "definitivo" Reich der Freiheit. In modo analogo il soldato della rivoluzione conservatrice è colui che si batte per il proprio paese, che lotta per l'autoaffermazione tedesca, evidenziando al tempo stesso, nel suo essere e nel suo fare, una diversa qualità antropologica. Egli non è più il combattente dei fronti di guerra ma quello della politica e del lavoro in cui trasferisce dedizione e sacrificio del sé. La destra rivoluzionaria germogliata nel clima di guerra coglie con precisione che l'avvenuta omologazione e proletarizzazione dei ceti popolari accadono nel segno di una nuova espressione, cioè di quella che Jünger definisce come Gestalt dell'Arbeiter, soggettività ontologicamente all'altezza della realtà scaturita dalla guerra. L’operaio non appartiene a un «ceto di miserabili oppressi» ma è «unica antitesi non assorbibile dal sistema», alterità compiuta all'individualità mercantile. Per questo il Typus del Soldato-Lavoratore di Jünger ha tratti evidenti di vicinanza con il bolscevico, con la milizia del lavoro impegnata nell'edificazione della patria socialista, a partire dal rapporto letteralmente simbiotico del singolo nell'unità-tutto.”

  L’AUTORE – Franco Milanesi (Torino, 1956) è laureato in Filosofia ed è dottore di ricerca in Studi Politici. Ha collaborato a riviste storiche e filosofiche con scritti sulla storia del PCd’I, sul dissenso comunista e sulla politica militante. Ha pubblicato Dietro la lavagna (Giraldi, Bologna 2008) e Militanti. Un’antropologia politica del Novecento (Punto Rosso, Milano 2010).

  INDICE DELL’OPERA – Prefazione, di Pier Paolo Portinaro – Introduzione - Parte I. Nazionalismo e classismo - Capitolo I. Guerra, conflitto e militanza politica (1.1. Dalla Zivilisation borghese alla politicizzazione totale - 1.2. Volontari, soldati, reduci. La guerra e la trasformazione dell'universo mentale - 1.3. Militanza politica e sistemi di solidarietà nella guerra civile europea - 1.4. Excursus. Confinamenti e galere) - Capitolo II. Nazionalismo e classismo (2.1. Nazionalismo borghese e rivoluzione nazionale nella Germania del dopoguerra - 2.2. Comunismo e istanze nazionali - 2.3. Nazionalbolscevismo e rivoluzione conservatrice: convergenze e opposizioni - 2.4. Excursus. Comunismo e fascismo tra interazione e causalità) - Parte II. Prismi - Capitolo I. La filosofia politica di Ernst Jünger. Critica antiborghese e mobilitazione totale (1.1. Dalla guerra - 1.2. Il tempo della forma borghese - 1.3. L’Elementare e la guerra - 1.4. Il nuovo profilo antropologico del Lavoratore - 1.5. Il dispositivo mobilitante - 1.6. La mobilitazione totale come paradigma politico della modernità - 1.7. Il pensiero politico della rivoluzione conservatrice - 1.8. Nazionalsocialismo e mobilitazione totale: un mancato confronto - 1.9. L’Anarca e l'impolitico) - Capitolo II. Ernst von Salomon. Violenza politica e militanza nazionalista (2.1. I Freikorps e la guerra dopo la guerra - 2.2. La politica della violenza - 2.3. Borghesi versus guerrieri - 2.4. L’assassinio di Rathenau - 2.5. I nazionalrivoluzionari di fronte al nazismo - 2.6. Il movimento contadino e l'ultimo fronte antiborghese - 2.7. Il proscritto) - Capitolo III. Ernst Niekisch e il nazionalbolscevismo (3.1. Il nazionalbolscevismo tra guerra e rivoluzione - 3.2. Ernst Niekisch: un'esistenza di sconfinamento - 3.3. La Gestalt borghese e lo spirito dell'Occidente - 3.4. Il bolscevismo in Russia: lotta di classe e affermazione nazionale - 3.5. L'Operaio come tipo antropologico - 3.6. La critica al marxismo - 3.7. Politica e Stato in Niekisch - 3.8. La topografia politica - 3.9. Un destino tedesco - 3.10. Socialismo nazionale e nazionalsocialismo - 3.11. Nichilismo e nazismo nell'analisi del dopoguerra, 229 - 3.12. Tra destra e sinistra? Niekisch e il nazionalbolscevismo) – Conclusioni. Dalla critica alla forma borghese alla posthistoire - Uscire dalla "fine della storia": alterità, interiorità, totalità – Bibliografia - Indice dei nomi