Da Mussolini e Gheddafi Stampa E-mail

Angelo Del Boca

Da Mussolini e Gheddafi
Quaranta incontri

Neri Pozza, pagg.400, € 18,00

 

delboca_quaranta  IL LIBRO – Splendido nella sua uniforme, in piedi nella macchina, guardava oltre la folla e sorrideva con il volto leggermente inclinato all’indietro. Così Angelo Del Boca descrive il suo primo incontro con uno dei personaggi che avrebbero segnato la storia del Novecento. Ancora ragazzino, rimarrà colpito dalla perfetta somiglianza tra l’uomo che aveva di fronte a sé e l’immagine che lo ritraeva sulla medaglia portata al petto da tanti giovani balilla come lui. Rivedrà quel nuovo Cesare pochi anni dopo, in Germania, in un campo di addestramento per il ricostituito esercito italiano. Già non era più l’intrepido condottiero, ma il capo di uno Stato dimezzato, sprovvisto della sua capitale, e le cui risorse erano sistematicamente saccheggiate dai nazisti. E lo rincontrerà molti anni dopo, quando verrà in possesso dei 120 telegrammi con cui il nuovo Colleoni autorizzava l’utilizzo dei gas venefici nella guerra d’Etiopia. Il dittatore Mussolini era morto da ventitré anni, e il giornalista Del Boca pubblicava su «Il Giorno» il testo integrale di quei telegrammi che avrebbero diviso gli italiani.
  Il mondo stesso era diviso in blocchi, ancora attraversato dagli ultimi sussulti del fascismo, e tuttavia stava conoscendo la forza dirompente di un processo di decolonizzazione, così carico di speranze, che interessava l’Africa e l’Asia. Come inviato speciale della «Gazzetta del Popolo», e poi del «Giorno», Del Boca incontrerà alcuni tra i personaggi più rappresentativi di quel Novecento. Dal criminale nazista Adolf Eichmann al neofascista inglese Oswald Mosley al poeta spagnolo Marcos Ana che trascorse più di vent’anni nelle carceri franchiste. Da Rinaldo Laudi a Cesare Pavese, da Elio Vittorini a Marcello Breusa, italiani che incarnarono una certa idea di progresso civile al pari di Salvatore Quasimodo e Italo Pietra. Dagli indiani Jawaharlal Nehru e Vinoba Bhave agli israeliani Shimon Avidan e Iliana Sahnin. Dagli africani Maometto V e Félix-Roland Moumié ad Ahmed Sékou Touré e Hailè Selassiè, da Martha Nasibù a Haile Sellase, senza dimenticare due personaggi minori, come il caïd Saddok e Majok Ador Athuai. Esemplari, invece, saranno la giovane Madre Teresa di Calcutta, l’anziano Albert Schweitzer o il sudafricano Albert John Luthuli. Tre premi Nobel per la Pace, tre figure che impersonarono i migliori propositi del Novecento. E persino le numerose speranze disattese troveranno un loro epilogo: la tragica esecuzione del colonnello Gheddafi.

  DAL TESTO – “Alle diciotto in punto il colonnello Muammar el Gheddafi entra nella tenda accompagnato dal ministro dell'Informazione, signora Fausia Sciàlabi, da un fotografo, che scatta alcune foto mentre ci stringiamo la mano, e da un tecnico che predispone l'apparecchiatura per registrare il nostro colloquio. Ci sediamo intorno a un tavolo basso, dal piano di cristallo, e mentre il colonnello scorre i fogli dove sono tradotte in arabo le mie domande, ho tutto il tempo per osservarlo.
  “In capo ha una sorta di foulard color beige, che gli fascia parte della fronte e che ricade dietro, sulle spalle. Indossa un ampio burnus nero, con ricami in rilievo dello stesso colore, che lascia intravedere, sotto, una tunica pure scura. Ai piedi ha stivaletti di pelle nera, morbidi, lucidissimi. Il guardaroba di Gheddafi è esemplare per la stravaganza e la civetteria, ed è uno dei prodotti della sua inesauribile fantasia. Con gli anni si è un poco appesantito; due profonde rughe gli segnano gli occhi; per leggere usa occhiali dalla sottile montatura in oro. Ma, nel complesso, ha un aspetto molto giovanile per i suoi cinquantacinque anni.
  “Il colloquio si svolge sciolto, senza intoppi, grazie anche alla rapidità con la quale Giuma Belcher, che si è laureato a Camerino, traduce in simultanea. Mi accorgo, tuttavia, che Gheddafi comprende l'italiano, perché in un paio di occasioni interviene per correggere l'interprete.”

  L’AUTORE – Angelo Del Boca è nato a Novara nel 1925. Narratore (la sua prima raccolta di racconti, Dentro mi è nato l’uomo, è apparsa per Einaudi nel 1947), saggista, storico del colonialismo italiano (a partire dal 1976, presso Laterza, ha pubblicato la sua monumentale opera Gli italiani in Africa Orientale e in Libia), direttore della rivista di storia contemporanea «I sentieri della ricerca», vive a Torino. Nel 2002 gli sono state conferite due lauree honoris causa dalle Università di Torino e di Lucerna. Con Neri Pozza ha pubblicato La nostra Africa (2003), Italiani, brava gente? (2005), La scelta (2006), Il mio Novecento (2008) e ha curato il volume La storia negata. Il revisionismo e il suo uso politico (2009).

   INDICE DELL’OPERA – Introduzione - 1. Benito Mussolini (1944) - 2. Rinaldo Laudi (1944) - 3. Basil Davidson (1944) - 4. Cesare Pavese (1950) - 5. Maometto V (1953) - 6. Muhammad Nagib (1954) - 7. Caïd Sadok (1954) - 8. Abd al-Rahman al-Mahdi (1954) - 9. Erwin von Witzleben (1957) - 10. Jawaharlal Nehru (1957) - 11. Madre Teresa di Calcutta (1957) - 12. Vinoba Bhave (1957) - 13. Shimon Avidan (1958) - 14. Iliana Sahnin (1958) - 15. Oscar Friedmann (1958) - 16. Albert Schweitzer (1959) - 17. Félix-Roland Moumié (1959) - 18. Ahmed Sékou Touré (1960) - 19. Elio Vittorini (1960) - 20. Hailè Selassiè I (1960) - 21. Immirù Haile Sellase (1960) - 22. Karl Adolf Eichmann (1961) - 23. Albert John Luthuli (1961) - 24. Jean Baptiste Ngo Dinh Diem (1962) - 25. Akao Bin (1962) - 26. Oswald Mosley (1962) - 27. Shinzo Hamai (1962) - 28. Salvatore Quasimodo (1963) - 29. Marcos Ana (1963) - 30. Miriam Makeba (1963) - 31. Ferhat Abbas (1964) - 32. Pietro Nenni (1964) - 33. Jean-François Thiriart (1965) - 34. Marcello Breusa (1966) - 35. Cheikh Anta Diop (1966) - 36. Italo Pietra (1991) - 37. Majok Ador Athuai (1996) - 38. Ettore Formento (2000) - 39. Martha Nasibù (2005) - 40. Muammar Gheddafi (2011) - Indice dei nomi