Il tempo della festa Stampa E-mail

Fuori Jesi

Il tempo della festa

Edizioni Nottetempo, pagg.231, € 15,50

 

jesi_festa  IL LIBRO – In queste pagine, Furio Jesi definisce per la prima volta il rivoluzionario modello della "macchina mitologica", riflette sull'esperienza festiva e sulla rivolta come "sospensione del tempo storico", getta una luce sorprendente sul rapporto tra poesia e merce. Intreccia le opere e le vicende esistenziali di Rimbaud, di Rilke, del giovane Lukács e di Cesare Pavese, mentre in un importante inedito ricostruisce il linguaggio mitologico della Storia di Susanna nella Bibbia. Ripercorrendo infine la propria biografia intellettuale - dagli esordi da enfant prodige al magistero di Kerényi e agli ultimi lavori ispirati a Benjamin e a Bachofen - ci guida nelle stanze nascoste del proprio laboratorio. Ancora una volta, Jesi ci offre straordinari strumenti critici contro le mitologie dominanti, svelando le strategie che separano gli uomini uguali dai diversi, riconoscendo nel potere una vera e propria "religione della morte" cui si oppone soltanto il tempo della festa e dell'insurrezione.

  DAL TESTO – “Nella festa guerresca il "selvaggio" rivela la parte peggiore dei suoi istinti - la sua "malvagità", la sua "crudeltà", la sua "appetenza feroce di sangue" ecc. - (e dinanzi alle feste guerresche i primi etnografi rimangono generalmente inorriditi); d'altra parte, nella festa guerresca il "selvaggio" tradisce l'ideale della festa come decondizionamento, come pausa del lavoro, come essere senza dover essere (e dinanzi ad essa Rousseau assume un atteggiamento di rifiuto, o anche soltanto tace).
  “Il "selvaggio" è degno di un qualche rispetto finché è mite (sebbene la sua mitezza sia controbilanciata dagli eccessi di istinto indisciplinato - per i primi etnograti); quando si rivela feroce, il "selvaggio" è abominevole (sebbene i primi etnografi non manchino di accennare alla sua fierezza, al suo coraggio ecc.). Il "selvaggio" in festa pacifica viene incontro all'osservatore "civile": si offre alla sua conoscenza come un modello umano imperfetto, e tuttavia non privo di virtù, tale da servire da termine di paragone edificante e critico dinanzi al "civile" corrotto.”

  L’AUTORE – Furio Jesi (1941-1980) è stato studioso di miti, storico delle religioni e critico letterario. Studioso eclettico e originale, ha elaborato modelli interpretativi innovativi sul mito e sulle sue manifestazioni moderne. Tra i suoi saggi: Letteratura e mito (1968) e Il mito (1973). Le Edizioni Nottetempo hanno pubblicato nel 2011 un’edizione accresciuta di Cultura di destra.

   INDICE DELL’OPERA – Festa, scrittura e distruzione, di Andrea Cavalletti - Il tempo della festa - Lettura del Bateau ivre di Rimbaud - Conoscibilità della festa - Cesare Pavese e il mito: Dix ans plus tard (Appunti per una lezione) - R.M. Rilke, Elegie di Duino - Su uno scritto giovanile di Lukàcs - Analisi del linguaggio mitologico del Libro di Daniele, 13 - Quando Kerényi mi distrasse da Jung