Chi comanda in Italia Stampa E-mail

Giulio Sapelli

Chi comanda in Italia

Guerini e Associati, pagg.151, € 12,50

 

sapelli_chicomanda  IL LIBRO – Dopo il successo de L’Inverno di Monti, Giulio Sapelli torna con un nuovo libro dedicato all’analisi del potere in Italia.
  Tutti comandano per far sì che nessuno comandi. L’importante non è vincere, ma impedire agli altri di vincere. È questa la tesi dell’economista Giulio Sapelli, anche a fronte dell’ultima campagna elettorale e dei risultati delle elezioni appena concluse. Uno scenario - quello attuale - di complessa e delicata transizione, in cui i partiti si sono consolidati in strutture di dominio personalistiche e in cui il potere è ormai allo stato gassoso, fondato esclusivamente sul denaro, quindi instabile e non in grado di ottenere una legittimazione. 

  DAL TESTO – “Chi comanda in Italia? In Italia non comanda nessuno: e quindi si comanda solo con il denaro. Comandare significa esercitare il potere. Ossia costringere B a compiere quelle azioni volute da A anche se B non ne conviene, non è d'accordo. Implica la minaccia della forza, se non l'uso di essa. Naturalmente non esistono sistemi sociali, aggregazioni umane, in cui il potere si possa esercitare con continuità allo stato puro. Sempre interviene il principio e la praxi «di autorità», che, nel sentito comune, oggi si usa designare con «autorevolezza». Ossia il processo secondo cui B esercita i comportamenti, pone in atto le volizioni volute da A, non perché teme la forza, ma perché è convinto che A sia dotato di autorevolezza, sia portatore di un carisma, tradizionale o rinnovato che sia. Insomma, il potere sempre si mescola con l'autorità e non vive senza di essa.”
  “In Italia sembra di essere in un paese a testa in giù. Chi solleva con grande intelligenza mediatica i problemi delle alte tasse che soffocano l'impresa e il lavoro, il problema della necessità di riformare la politica monetaria della BCE citando addirittura il mio amato Krugman come modello keynesiano e chi critica le riforme del lavoro tutte flessibilità e insicurezza, chi fa tutto questo, è il centro-destra. In un paese normale ci si aspetterebbe che alle dichiarazioni del centro-sinistra, per cui al cuore dei programmi elettorali vi è il lavoro il lavoro il lavoro, si sarebbe dato seguito con un insieme di proposte concrete per riformare, per esempio, le recenti leggi sulle pensioni e il mercato del lavoro. Non solo: ci si aspetterebbe la proposta di riformare radicalmente le banche, tagliando ogni cordone ombelicale tra banche di credito e di risparmio e banche d'affari, liberandosi così, con una mossa del cavallo, delle questioni tanto scottanti quanto ancora taciute riferite al Monte dei Paschi di Siena e alle altre banche non cooperative italiane.”

  L’AUTORE – Giulio Sapelli è professore ordinario di Storia economica all'Università degli Studi di Milano. Ha insegnato e svolto attività di ricerca in molte università e imprese italiane e straniere. È editorialista del Corriere della Sera. Tra le sue pubblicazioni recenti: Un racconto apocalittico. Dall'economia all'antropologia (Milano, 2011).

   INDICE DELL’OPERA – Prologo (Dominio e legittimazione - Crisi dell'egemonia e disgregazione politica - Un destino guicciardiniano - Un paese capovolto - Le radici vent'anni fa - Un sistema politico invertebrato) - Il Machiavelli sconfitto (Viaggi in Italia - L'Italia come artificio diplomatico - L'America come punto archetipale - L'auto da fè di Monti) - Il potere peristaltico: disgregazione europea e italica (Monti o non Monti - Un insieme gassoso di forze - La Germania senza strategia) - Élite... e i diritti invece dei doveri (Fichte e i poliziotti - Fichte e Leopardi - La Resistenza degli «antiitaliani» - E in ultimo la crisi fiscale dello stato - Il paese della «Grande madre») - Globalizzare per divenire socialisti subalterni: l'inversione della rappresentanza poliarchica (Fine di un ciclo politico, non solo economico - E il lavoro? - Un orizzonte cupo - «Classe generale» o associazione? - Concertazione neocorporativa e deregulation - La crisi del socialismo europeo – Il caso australiano - Hollande?) - Élite e destino italiano (Il modello di classe dirigente in Italia - Le élite e la crisi - La produzione delle classi dirigenti dall'estero... - Declino elitista e fine degli «antiitaliani» - Europa comunitaria: l'abbandono della prospettiva atlantica - Le classi dirigenti del capitalismo monopolistico di stato - Stato dei partiti e produzione delle élite - E l'impresa privata? - Ma l'Italia non è l'America...) - Chi comanda tra innovazione e tradizione (Il vuoto degli anni Novanta) - Come si è giunti a questa situazione? (La resistenza delle classi politiche europee - Il ruolo della magistratura - Da Giolitti al fascismo - La Resistenza e la rottura radicale nella formazione delle élite - Un nuovo trasformismo - Il neo-patrimonialismo innova la tradizione trasformistica - Anni Novanta e destrutturazione del sistema politico - Fino al partito-azienda...) - Il potere da ricostruire tra Behemoth e Leviathan (Le primarie del PD - Bonapartisrni da Marx a Monti - Perdita di sovranità del legislativo) - Trasformazione o declino del potere e dell'economia (Le privatizzazioni e il potere giudiziario - Silenzio, parla il mercato... - La crisi del governo Monti - La funzione della politica si contrae - Crisi del rapporto transatlantico - E l'Europa?)