Taccuini 1919-1921 Stampa E-mail

Marina Cvetaeva

Taccuini 1919-1921
Traduzione e cura di Pina Napolitano

Voland Edizioni, pagg.428, € 20,00

 

cvetaeva_taccuini  IL LIBRO – Nella Mosca postrivoluzionaria stretta dalla morsa della fame e della guerra civile, Marina Cvetaeva affida alle pagine dei taccuini il racconto delle sue giornate. Episodi di vita quotidiana si mescolano a lettere, progetti di opere, versi, fulminee riflessioni su di sé, sull’epoca, la poesia, la natura umana, ritratti di contemporanei, narrazioni di sogni e ricordi d’infanzia… Ne scaturisce un quadro vivissimo della Russia dell’epoca e un nudo ritratto dell’interiorità cvetaeviana.

  DAL TESTO – “Amore per la povertà. (Povertà - Andersen.) Per l'intimità domestica nella povertà, per le mansarde, per le passeggiate della gente semplice: per le porte della città, i cimiteri, le vecchie zitelle - soprattutto tedesche - che fossero 2 sorelle, e, tenendosi mano nella mano, cantassero i Weihnachtslieder intorno all’albero di Natale - culto di Napoleone - aveva ospitato da lei a Nervi non so che truffatore solo perche veniva da Sant’Elena - amore per i cani e i gatti - amore folle! piangeva e non mangiava quando si perdevano! - e non parlo dell'amore per i versi, mi soffermo qui sulle minuzie! - amore per il vagabondaggio: simbolo - la sua eterna chitarra con i nastri rossi (lei, moglie di un Consigliere Segreto e professore, una persona vicina al Palazzo!) amore per la Bohême - ma incapacità di fondervisi – perché la Bohême è per lei un'ospite, ma nonostante tutto lei non è Bohême - un po' en grande dame (non bourgeoise), o meglio – en grand seigneur! - amore per Ludovico di Baviera (io per il Duca di Reichstadt!) - patriottismo di tutti i paesi! – solitudine - anche di lei ridevano e anche di lei avevano timore – capacità di dire la verità in faccia - incorruttibilità (esempio: il suo amore per gli elementarissimi ma stupendi versi - in cui la sostanza ha vinto la forma, si percepisce nonostante la forma - di A. Tolstoj Contro corrente - il motto della sua vita!) – culto del libro - buona educazione unita nel modo più indissolubile alla stravaganza, - adorava gli inglesi - ah, adorava tutto e invece le restavano così pochi polmoni per l'Aria, così poca aria per i Polmoni! - e la sua modestia esteriore: nel vestire, nelle abitudini - portava per dieci anni lo stesso vestito, andava sempre a piedi...”

  L’AUTRICE – Nata a Mosca nel 1892, Marina Cvetaeva è una delle voci fondamentali della poesia russa. Pubblica la prima raccolta di versi nel 1910. Lasciata l’Unione Sovietica, vive a Berlino, Praga e Parigi. Nel ’39 decide di rientrare in patria. Evacuata dopo l’invasione tedesca della Russia, pone fine ai suoi giorni impiccandosi a Elabuga il 31 agosto 1941. Della stessa autrice Voland ha pubblicato nel 2011, nella collana Sírin Classica, il romanzo d’amore in forma epistolare Le notti fiorentine, tradotto da Serena Vitale.

   INDICE DELL’OPERA – Prefazione - Biografia di Marina Cvetaeva - Nota della traduttrice - Taccuino n. 7. 1919-1920 - Taccuino n. 8. 1920-1921 - Note