La "Germania" di Tacito Stampa E-mail

Publio Cornelio Tacito

La Germania
Dall'Impero romano al Terzo Reich tra civiltà e barbarie
Curatore Nicola Pice
Testo latino a fronte


Stilo Editrice, pagg.160, € 10,00

tacito germania  IL LIBRO – Quanto ancora può essere attuale un testo della letteratura latina? Non è forse la qualità intrinseca di un classico quella di saper parlare a ogni epoca, veicolando significati universali?
  "La Germania" di Tacito è un testo nato per descrivere i barbari che premevano ai confini settentrionali di un Impero ormai in decadenza, per far sì che i Romani imparassero a conoscere le temibili popolazioni che avevano inflitto l'indimenticata sconfitta di Teutoburgo.
  Ritradotta (male, a dire di Gramsci) da Filippo Tommaso Marinetti, l'opera di Tacito è stata strumentalizzata dal nazismo, che la considerava manifesto della purezza germanica.
  L'introduzione di Nicola Pice racconta due millenni di interpretazioni della "Germania", e la sua traduzione (con testo a fronte) è arricchita da note esplicative e da suggerimenti etimologici: il tutto per una lettura su più livelli di approfondimento, ciascuno godibile e in grado di arricchire il lettore.

  DAL TESTO – "Lo storico mostra di ammirare la sana moralità dei Germani, che gli appaiono lontani dalla decadenza dei costumi e dalla corruzione diffusa nella vita pubblica e privata dei suoi contemporanei, ma non sottace un sentimento di superiorità nei confronti di popoli rozzi e incivili, minacciosi, ma anche divisi sul piano sociopolitico e incapaci di stabilità.
  "L'opera tacitiana, tradizionalmente definita etnografica, consente di individuare gli aspetti etici, sociali, politici sottesi a tale instabilità. Di contro al deterioramento dei valori garantiti dai mores antiqui e al tralignamento dal codice etico e politico ereditato dai padri, con la conseguente dissoluzione morale, Tacito vagheggia un minimo di rigore etico e medita sui perduti mores nazionali, ma senza arrestarsi sulla soglia di una nostalgica laudatio temporis acti. Egli, che pur sempre cerca una soluzione istituzionale mirante a conciliare l'inevitabilità storica del principato con l'energia morale dell'antica repubblica, denuncia, attraverso l'esaltazione della genuina barbarie, l'asse incrinato della degenerazione morale e politica, che, unitamente alla perdita della libertas dell'ordo senatorius e alla totale esautorazione del potere degli intellettuali, avvolge l'Impero, devitalizzandone le forze migliori.
  "Lo storico (e il pensatore politico che sta vivendo una delusione storica) si interroga sulle diverse concause che hanno determinato le numerose sconfitte nel confronto militare con i Germani. Con tono amaramente ironico afferma: «tam diu Germania vincitur», 'da tanto tempo stiamo vincendo la Germania' (Germ., XXXVII), ma alle vittorie formali o presunte tali non segue mai un reale assoggettamento: si tratta più di sconfitte reciproche che non di una vittoria definitiva, perché di certo la libertà dei Germani è più forte del regno dei Parti di Arsace.
  "L'invincibilità dei Germani per Tacito nasce da diversi elementi: innanzitutto da ragioni esogene, come la natura selvaggia dei luoghi da essi abitati; poi anche da ragioni endogene, come il temperamento bellicoso comune alle diverse gentes germaniche. Egli è convinto che l'indebolimento morale del popolo romano e l'obiettiva incapacità di esercitare con presìdi militari un serio controllo sulle linee di frontiera costituiscano le ragioni della superiorità bellica dei Germani. Questa consapevolezza lo porta alla stesura della Germania, col dichiarato scopo di richiamare l'attenzione dei contemporanei sul problema germanico, da sempre insoluto, e denunciare, nel contempo, un regime imperialistico scarsamente attento e illuminato sotto il profilo politico, militare e strategico."

  IL CURATORE – Nicola Pice, docente di Lettere classiche e dottore di ricerca in Scienze dell'antichità classica e cristiana, Storia della tradizione e della ricezione, si è occupato di teatro classico, di poesia epica e di dialettologia e tradizioni popolari. Ha pubblicato "Alcesti e le Alcesti" (Il Castello, 2011), "La similitudine nel poema epico" (Edipuglia, 2003), e curato "Il Libro dei miracoli di Cosma e Damiano" (Ed Insieme, 2014), "Alceste prima Alceste seconda" di Alfieri (Edipuglia, 2013), "Lessico dialettale bitontino" di G. Saracino (Edipuglia, 2013), "Il soldato ripieno di sé" di Plauto (Barbera, 2009), "La Samia" di Menandro (Edipuglia, 2000). È fra gli autori del manuale di "Grammatica greca Imperfetto Perfetto Piuccheperfetto" (Cappelli, 2009).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - I. Lo storico della libertas (La minaccia del Germani - Alla conquista del Nord - Due millenni di interpretazioni) - II. Un passo indietro (I Germani prima di Tacito e i confini permeabili - Cesare alla conquista della Gallia) - III. Duemila anni dopo: Tacito futurista (Le ragioni di Marinetti - Lo sdegno di Gramsci - Una traduzione piena di «spropositi» - L'appendice di Vannucci - Contro D'Annunzio - Tacito e l'estetica della macchina - Un compromesso tra futurismo e fascismo - Un libro molto pericoloso: la strumentalizzazione delle SS - Alla ricerca del manoscritto - Il motivo non del tutto marginale del raffronto) - De origine et situ Germanorum Liber - La Germania - Bibliografia essenziale